« Valgo meno di un'auto »
Volgo meno di un'auto « Volgo meno di un'auto » L'autista di Falcone «Attendo il risarcimento» PALERMO. «L'Italia è un Paese assurdo: se muori sei un eroe, se sopravvivi non sei nessuno. Si premia il pentito che ha fatto le stragi e si dimentica un poveraccio come me, che è vittima di una strage, ma che ha il torto di essere rimasto vivo». Parla Giuseppe Costanza, 49 anni, l'autista scampato alla strage di Capaci. Dalla macchina blindata di Giovanni Falcone, quel maledetto 23 maggio 1992, Costanza fu estratto in fin di vita. L'ospedale militare gli ha riconosciuto un'invalidità del 54 per cento. Per questa invalidità, il ministero della Giustizia gli ha liquidato la somma di 19 milioni. Altri 18 milioni - un anticipo del 20 per cento sull'indennizzo che gli spetta - gli sono arrivati dal ministero dell'Interno che, per pagare il resto del risarcimento, attende l'esito del processo di Caltanissetta. Ma non è l'unica anomalia. La macchina di Falcone, distrutta dall'esplosione, è stata pagata dall'Assitalia 145 milioni. «I mezzi meccanici - dice Costanza - valgono evidentemente più degli uomini». Perché tante difficoltà nel liquidare il suo risarcimento? «Non lo so. Quello che so è che non mi sono ancora perfettamente ripreso. Ogni notte mi sveglio sudato, salto per aria, penso, ricordo... Per me l'incubo non è finito». A Capaci, lei si è salvato per miracolo. Che ne pensa della polemica della vedova Montinaro che non riesce a perdonare i pentiti? «Io penso che quella donna ha tutte le ragioni del mondo. E' una vergogna. Ho letto sui giornali che lo Stato ha liquidato 500 milioni al pentito Balduccio Di Maggio, un assassino di Cosa Nostra, con la velocità del lampo. E io, che sono una vittima della strage di Capaci, sto ancora in attesa del risarcimento che mi spetta. Viviamo in un Paese assurdo: l'assassino viene premiato e la persona onesta viene dimenticata. Tanto vale, in Italia, lare il delinquente...». Perché c'è questa disparità di trattamento? «Perché in Italia sono tutti buoni a fare palcoscenico, ma dei bisogni della gente non gliene frega niente a nessuno. Basta vedere cosa succede dopo le stragi. Se uno muore, allora è un eroe. Ogni anno arrivano i ministri, scendono a Palermo a ricordare i caduti, depongono le corone di fiori, si mettono in posa davanti alle telecamere. Se mio sopravvive... diventa un personaggio antipatico, lamentoso, uno che dà solo fastidio. Come me». Perché dice questo? «Penso alla mia storia, alla mia situazione professionale, pure quella è andata a rotoli. Da un anno lavoro al Centro Elettronico Interregionale, nel Palazzo di Giustizia. Ma non è il mio lavoro. Mi hanno mosso lì perché non sapevano che farsene di me. Dopo la strage, infatti, sono stato dichiarato inidoneo alla guida. Avevo chiesto di aver riconosciuta la promozione dal quarto al quinto livello, per diventare coordinatore di rimessa. E sa cosa mi hanno risposto?». No. Che cosa? «Il ministero della Giustizia mi ha scritto dicendo che non possono darmi una mansione superiore perché i civili non possono aspirare a nessun riconoscimento per meriti. Mi spiego: un agente o un carabiniere che si distingue per i propri meriti può essere promosso. Un autista giudiziario, invece, no. Non è una disparità assurda? Quando viaggiamo sulle auto blindate non corriamo tutti lo stesso rischio?». Sandra Rizza
Persone citate: Di Maggio, Giovanni Falcone, Giuseppe Costanza, Montinaro, Sandra Rizza
Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci, Falcone, Italia, Palermo
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