«Una svolta moderata? E' nel libro dei sogni...» di Fabio Martini

«Una svolta moderata? E' nel libro dei sogni—» «Una svolta moderata? E' nel libro dei sogni—» CASINI LEADER CCD SROMA ENZA annunci e senza clamori l'Epifania si è portata via il più intenso feeling tra Silvio Berlusconi e gli ex democristiani e Pierferdinando Casini racconta così la sua fresca delusione: «Aquesto punto mi sembra di poter dire che sulla Federazione di centro ci sia stato uno stop. Berlusconi doveva mandarci una lettera e non credo sia stato l'ingolfamento natalizio delle Poste a non farla arrivare. Se si vuol restare miopi... se altri hanno preoccupazioni extrapolitiche, non possiamo farcene carico...». In vista di quindici giorni tra i più intensi degli ultimi mesi - decisione sulla Bicamerale e congresso ppi - Pierferdinando Casini sta lasciando Cortina e dal suo cellulare preannuncia le prossime mosse delle forze di frontiera del Polo. Casini, cosa andrà a dire al prossimo vertice del Polo sul tema della Bicamerale? «Che se deve partire al buio, meglio che non parta». E' il preannuncio di un no del ccd? «Sulla Bicamerale ci deve essere o una mozione di indirizzo forte che comprometta anche la sinistra e assicuri un risultato concreto, oppure una guida particolarmente autorevole e innovatrice. Una Bicamerale neo-inciucista come la vedono certi amici di Forza Italia, da noi non può essere avallata». I piccoli partiti come il vostro sembrano essere terrorizzati all'idea di restare schiacciati nella morsa pds-Forza Italia, lo ammetta... «No, per niente. Il complesso dei piccoli non l'avevo prima di contarci, figurarsi ora: senza i nostri voti il Polo non esiste...». Casini, ma nei momenti decisivi voi fate sempre proposte spiazzanti... «No, guardi che con la proposta di Cossiga presidente ho cercato di evitare la pietra tombale sulla Bicamerale, mettendo assieme chi vuole una forte discontinuità istituzionale e chi vuole a tutti i costi la Bicamerale». Ma la sua proposta è finita male «Ho fatto quella proposta per aiutare Berlusconi, certi soloni di Forza Italia si sono mossi per seppellirla e a questo pun¬ to aiutati che Dio ti aiuta...». Non è un mistero che Marini e la nuova classe dirigente del ppi puntino a un dialogo diretto con Berlusconi: vi sentireste spiazzati? «Per niente. Vediamo favorevolmente una svolta moderata del ppi. E non cadiamo nel tranello delle gelosie. Il giorno dopo l'elezione di Buttiglione a segretario del ppi eravamo dati per morti e i fatti hanno dimostrato se siamo morti noi o gli altri...». E se il «nuovo» ppi punterà ad un dialogo diretto con voi e Berlusconi, per tagliare fuori Fini? «Allo stato degli atti è un'ipotesi piuttosto improbabile, scritta nel libro dei sogni di qualcuno. La classe dirigente del ppi è fortemente connotata sull'esperienza della sinistra de, tutta gente che ritiene Berlusconi come il diavolo». Alla riunificazione della de lei non ci crede? «Non facciamo confusione sul terzo polo. E' un'aspirazione nostalgica di qualcuno - penso a De Mita - ma la parte più avvertita dei due partiti ha accettato il bipolarismo. Se poi in futuro i fiumi andranno a monte anziché a valle e vabbè, vedremo». E intanto Berlusconi non ha più voluto la federazione di centro: perché? «La sua prima preoccupazione è stata quella di non offendere gli amici di An...». Ma Fini ripeteva pubblicamente «ben venga la federazione di centro»... «Tra i comportamenti pubblici e quelli privati a volte c'è una certa discrasia...». La seconda preoccupazione di Berlusconi? «L'ossessione anti-dc dei suoi intellettuali. Temono la ricostruzione di un centro cattolico, senza rendersi conto che l'unità politica dei cattolici è finita da 30 anni». A forza di parlare di Centro, qualcuno alla fine lo farà e magari non sarete voi... «Non si può fare il Centro senza gli elettori di centro...». Allude a personaggi come Maccanico e Dini? «Appunto. Mi sembra che al massimo possano fare dei centrini». Fabio Martini

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