Omelie contro Bassolino di Fulvio Milone
s L'atto d'accusa di 35 parroci letto tra gli applausi durante la messa Omelie contro Sassolino «La periferia di Napoli è una vergogna» : ■ J'ACCUSE DEI SACERDOTI IN TRINCEA s NAPOLI ONO stanchi di vivere come se fossero sempre in trincea, unico baluardo contro camorra, droga, miseria e degrado. Quindi hanno detto basta, ed hanno firmato un documento che equivale ad un duro atto d'accusa contro l'indifferenza delle istituzioni, a cominciare dal Comune per finire con la Regione e il governo centrale. Il titolo è: «Non bisogna arrendersi al male! Mai!», la stessa frase pronunciata da papa Giovanni Paolo II durante una sua visita a Napoli nel '90. Le firme sono quelle dei 35 parroci della periferia a Nord di Napoli, protagonisti di una rivolta che ha pochi precedenti. Tutti insieme hanno preparato il j'accuse che è stato letto ieri mattina durante la messa, tra gli applausi scroscianti dei fedeli. Non è che l'inizio: la protesta proseguirà il 18, con un'assemblea dei preti che operano nei quartieri più dissestati e culminerà il 23 a Secondigliano, con la celebrazione di una messa sull'orlo di una voragine che un anno fa inghiottì undici persone. I parroci non risparmiano nemmeno i! sindaco Antonio Bassolino. «Dopo quella tragedia ha promesso interventi che non sono mai stati realizzati», spiega Giuseppe Nicodemo, che guida la chiesa di Sant'Antonio. «Che cos'è la periferia Nord di Napoli? Una vergogna - hanno tuonato i parroci dall'altare. Crolli dappertutto, a Secondigliano come a Miano e a San Pietro a Patierno. La viabilità è all'estremo della sopportazione, i campi nomadi sono tenuti in condizioni inumane. L'illegalità è diventata ormai cultura, a causa della sua diffusione capillare». Quindi i sacerdoti hanno ricordato le parole pronunciate dal Papa nel rionedormitorio di Scampia: «La carenza di strutture e di servizi, perfino indispensabili, sembra ormai diventata cronica: la mancanza di case obbliga tanti di voi a vivere in alloggi di estrema precarietà, in condizioni che non favoriscono certamente il dovuto rispetto della dignità dell'uomo». Una precarietà, quella dei quartieri periferici, su cui ò intervenuto ripetutamente anche l'arcivescovo Michele Giordano. Alloggi dignitosi, lavoro, servizi efficienti, sicurezza. Il popolo dell'altra Napoli, quella che di rado compare nei servizi delle tv di mezzo mondo e delle riviste che celebrano il rinascimento partenopeo, insorge attraverso i suoi parroci e invoca dignità. «E' la nostra gente a doversi vergognare? Noi diciamo no - esclamano i sacerdoti -. E' un popolo che se avesse l'attenzione e i mezzi pari a quelli che le istituzioni offrono ad alcune zone della città farebbe del rione Scampia la zona più elegante di Posillipo, e di San Pietro a Patierno la collina-bene del Vomero. A un anno dalla voragine di Secondigliano, sconvolti da quella di Miano (due morti il 12 dicembre, ndr), stanchi di promesse (tantel mai mantenute, sentiamo il bisogno di ritrovarci, parrocchie e gruppi e scuole, in un'assemblea ecclesiale per riorganiz- zare la speranza». Tra i firmatari del documento c'è anche don Giuseppe Nicodemo, uno dei parroci di Secondigliano. «Sarebbe impossibile elencare tutte le carenze che affliggono questo quartiere - dice -. Basti pensare al terribile dissesto geologico che un anno fa ha provocato la voragine costata la vita a undici persone. Una delle vittime, Stefania Bellone, è ancora lì sotto. Mi duole dirlo, ma in dodici mesi è stato fatto poco o nulla per porre rimedio alla tragedia. I lavori vanno a rilento, le famiglie rimaste senza un tetto non hanno ancora ottenuto una casa, coloro che hanno perso averi e persone care hanno ottenuto solo un lavo¬ ro precario. Comune, Regione, prefettura e magistratura continuano a palleggiarsi le responsabilità di questi inammissibili ritardi, mentre la gente soffre». A chi gli fa notare che i problemi vecchi di decenni non possono essere risolti da mi giorno all'altro, don Giuseppe risponde che sì, questo è vero, «ma almeno qualche piccolo segnale di cambiamento si dovrebbe pur manifestare». Invece, prosegue il parroco di Secondigliano, nei quartierighetto di Napoli nulla sta cambiando: «Non esiste un progetto, l'indifferenza non arretra nemmeno davanti alla tragedia della morte». Come reagiscono le istituzioni alle accuse dei sacerdoti? Il sindaco Antonio Bassolino ricorda che sono già in programma nei prossimi giorni incontri con i rappresentanti dei quartieri periferici, parroci compresi. «Queste zone sono afflitte da problemi molto seri - ha detto -, ci sono emergenze tali da richiedere l'impegno di tutti, dal Comune alla Regione e al governo centrale. Ma bisogna anche dire che in periferia sono state realizzate tante cose, ed esiste una realtà positiva fatta di associazionismo e volontariato che può rappresentare il lievito per muoversi con la massima determinazione». Fulvio Milone Il sindaco replica: «Sono zone afflitte da problemi enormi Qualcosa è stato fatto, ma ci vuole l'impegno di tutti» La voragine di via Miano, a Napoli
Luoghi citati: Napoli, Posillipo, Secondigliano
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