L'hashish viaggiava tra le casse di frutta di Ezio Mascarino
La «centrale» era in Piemonte La «centrale» era in Piemonte L'hashish viaggiava tra le casse di frutta «Banda dei Tir», altri 15 arrestati La droga proveniva dal Nord Africa Quindici le persone arrestate: la banda dei Tir. Sono infatti quasi tutti camionisti. Molti incensurati. Secondo l'accusa trasportavano hashish, uno o due quintali per volta. La droga viaggiava sui camion, dalla Spagna in Italia, attraverso la Francia. Nascosta tra carichi di frutta, vini, mobili. Gli uomini della Criminalpol torinese hanno lavorato per un anno. Indagini coordinate dalla dottoressa Borgani, della direzione distrettuale antimafia. Ieri notte il blitz. Gli arresti a Torino, Beinasco, Settimo, Volvera, Nizza Monferrato, Canelli. Un'altra persona è ricercata: uno spagnolo che forse, lo dicono gli inquirenti, è il cervello dell'organizzazione. I nomi delle persone fermate non sono ancora state rese note. «L'inchiesta ha preso il via nel febbraio dello scorso anno, quando abbiamo fermato un autoarticolato a Pieve di Teco, vicino ad Imperia», racconta il dottor Giovanni Calesini, dirigente la Criminalpol piemontese. A bordo del pesante mezzo c'erano due quintali di hashish. Sembrò un recupero fortunoso: un controllo, la scoperta della droga. In realtà gli uomini della Mobile di Asti e Imperia seguivano da tempo una pista precisa. Qualcuno aveva parlato di hashish acquistato in Marocco, pagato 100 mila lire al chilo, rivenduto a 6-7 milioni in Italia. La droga viaggiava su Tir. Al corriere andavano 10-15 milioni per ogni trasporto. A Pieve di Teco, nel febbraio dello scorso anno, gli agenti arrestarono Carlo Cissello, 36 anni, di Imperia e Luciano Raso, 29 anni, di Mombaruzzo, nell'Astigiano. I due, alla vista degli agenti, tentarono di fuggire per le campagne, abbandonando il mezzo. Furono fermati. Il loro arresto, il recupero della I camsi dife«Non sanulla traffico onisti ndono pevamo di quel illecito» droga, fu conferma alle indagini. L'inchiesta è continuata. E lo scorso ottobre, è stato intercettato un altro carico di stupefacente. Questa volta a Rivalta, alle porte di Torino. Un centinaio di chilogrammi. L'hashish era nascosto nella ruota di scorta di un Tir. Furono arrestati Angelo Cicerone, 34 anni, di Settimo Torinese, il fratello Mauro, 35 anni, di Volvera e Guglielmo Muraca, 42 anni, di Melzo, nel Milanese. Quel giorno gli inquirenti sperarono di arrivare alla base, alla ditta dove la droga era destinata: la centrale dello spaccio in Piemonte. Ma qualcosa ha impedito, quel giorno, di concludere positivamente l'inchiesta. E anche dai cinque arrestati non sono affiorati elementi utili alle indagini. I cinque si sono sempre difesi negando tutto: «Noi non sapevamo di trasportare droga, non controlliamo i carichi, siamo semplici trasportatori». Ma intrecciando tanti elementi raccolti nei dodici mesi di controlli, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, polizia e magistrato sarebbero riusciti a scoprire l'intera organizazione. Di qui l'emissione dei 15 ordini di custodia cautelare, effettuati in queste ultime ore. Quasi tutti camionisti. Amici di Cissello, Raso, Angelo e Mauro Cicerone, di Muraca, fermati lo scorso anno, a febbraio e in ottobre. Molti sono dipendenti di ditte di trasporto che operano all'estero. Altri sono padroncini, cioè titolari in proprio. Tutti mormorano: -Non sapevamo di trasporti' e droga». Replicano gli inquirenti: «Possiamo provare il contrario. Quel traffico di hashish, dal Marocco in Italia e dall'Italia in Europa, durava da molto tempo, con un giro di miliardi». Ezio Mascarino I camionisti si difendono «Non sapevamo nulla di quel traffico illecito» Parte dei «pani» di hashish sequestrato in una delle operazioni della Criminalpol Le indagini durano da oltre
Persone citate: Angelo Cicerone, Carlo Cissello, Cissello, Giovanni Calesini, Guglielmo Muraca, Luciano Raso, Mauro Cicerone, Muraca, Raso
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