Regione, rimandata la legge urbanistica di Maurizio Tropeano
Regione, rimandata la legge urbanistica Il «no» del commissario di Governo Regione, rimandata la legge urbanistica La giunta: «Sconfessato il federalismo» Verdi e rifondazione: lo avevamo detto Rimandata in Urbanistica. La giunta regionale del Piemonte guidata da Enzo Ghigo, non ha, per ora, superato l'esame del Governo. La nuova legge che modifica l'articolo 17 della storica Astengo, infatti, non ha ottenuto il visto del Commissario di Governo. Il motivo? Eccolo: in materia urbanistica le norme nazionali impongono il concorso della Regione e dei Comuni nell'approvazione dei piani regolatori e delle loro modifiche anche parziali. Il Piemonte, che ha modificato proprio questo rapporto attenuando il controllo regionale, deve adesso individuare con più precisioni le varianti di interesse comunale. Insomma, un invito a rendere più restrittive e conformi a quelle statali, le nuove norme. Un invito, spedito per fax il 31 dicembre, che l'assessore regionale all'Urbanistica, Franco Maria Botta, e il presidente della Giunta, Enzo Ghigo, accolgono con stizza: «In questo modo si ostacola la semplificazione delle procedure urbanistiche volta ad assegnare maggiore autonomia e poteri ai comuni. Di fatto è una negazione dei principi di federalismo». Il provvedimento votato dopo un lungo iter consiliare sia dal Polo che dall'Ulivo prevede l'articolazione della pianificazione comunale attraverso varianti strutturali e parziali: le prime da approvare da parte della Regione, le seconde solo dal Comune, con semplice invio alla Regione. Norme che Verdi e Rifondazione Comunista avevano contestato prima con l'ostruzionismo in aula e poi, una volta approvate, con un esposto al Commissario di Governo presentato anche da associazioni ambientaliste. Che succederà adesso? Il provvedimento dovrà tornare all'esame del Consiglio Regionale. Ci vorranno almeno due mesi per ridiscuterlo ed è probabile che per evitare una guerra di ri- L'assessore Fra co Botta corsi, la Regione debba modificarlo almeno in parte oppure concordarlo con Roma. Aggiunge Botta: «Un'inutile perdita di tempo. In questo, modo si vanificano le aspettative dei Comuni e del mercato edilizio. Si ritorna alla vecchia procedura con tempi allungati. La nostra legge, invece, ribaltava sostanzialmente la logica attuale, dando un pieno riconoscimento alle autonomie locali e garantendo potere e controllo da parte dei cittadini». Così Ghigo lancia pesanti accuse contro il Governo: «Evidentemente Roma non gradisce il principio di sussidiarietà stabilito dal trattato di Maastricht secondo il quale le decisioni devono essere prese nell'interesse dei cittadini, nel tentativo di semplificare le procedure. A quanto pare la visione dello Stato è tanto accentratrice e burocratizzata da non consentire di attuare in tempi rapidi quel federalismo che lo stesso governo dice di desiderare fortemente, salvo poi contraddirsi come in questo caso». Verdi e Rifondazione, comunque, preannunciano una nuova battaglia. Spiega il capogruppo ambientalista, Pasquale Cavaliere: «Siamo soddisfatti che il Governo abbia accolto gran parte delle motivazioni presentate nel nostro esposto. Il federalismo? Il problema è un altro: la giunta di Ghigo voleva sottrarre alla Regione le prerogative in materia di controllo e pianificazione territoriale». Aggiunge Pino Chiezzi, capogruppo di Rifondazione: «Quella legge era ed è palesemente illegittima rispetto alle leggi urbanistiche nazionali. Il Governo non poteva non prenderne atto». E Chiezzi non risparmia critiche al centro-sinistra, soprattutto al pds, che ha votato quel prowedimento: «Le maggioranze straripanti non sono certo garanzia di certezza del diritto». Maurizio Tropeano L'assessore Franco Botta Ora la giunta regionale dovrà rimettere mano alla legge che detta le regole urbanistiche (e quindi lo sviluppo edilizio) per tutto il territorio piemontese
Persone citate: Chiezzi, Enzo Ghigo, Franco Botta, Franco Maria Botta, Ghigo, Pasquale Cavaliere, Pino Chiezzi, Verdi
Luoghi citati: Maastricht, Piemonte, Roma
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