Toro, il primo nemico è la paura dei fischi

Pallavolo: azzurre battute sotto gli occhi del nuovo tecnico Granata contro la Reggina e la rabbia dei tifosi Toro, il primo nemico è la paura dei fischi TORINO. Partita doppia per il Toro, oggi al Delle Alpi. Una contro la Reggina, l'altra contro se stesso, per scacciare i fantasmi del dissenso. La curva Maratona è pronta a sostenere la truppa di Sandreani con la consueta passione, ma guai se i granata non saranno all'altezza, come gioco e come impegno: sui giocatori si abbatteranno quelle bordate di fischi che i tifosi non hanno finora lesinato ai vertici societari. Già nell'ultima sfida casalinga la contestazione a Calieri si era allargata anche alla squadra che, al di là dei noti limiti, aveva sofferto oltre il lecito a battere un Castel di Sangro ridotto in dieci per più di un'ora. Riconquistare il pubblico è dunque la parola d'ordine del Toro. Ed i tre punti sono determinanti per riagganciare la zona-promozione. Dopo una settimana di silenzio, Sandreani ha riaperto il dialogo con i cronisti: «Avevo bisogno di stare un po' tranquillo. Sono un montanaro e la neve aumentava la nostalgia per casa mia». Dentro la battuta c'è ancora tanta amarezza. Ma ha trovato la forza per reagire. Tra poco più di un mese, la società potrebbe cambiare padrone e avere nuovi indirizzi sullo staff tecnico. Le voci non turbano però Sandreani. Ha un contratto che gli scadrà a giugno e tira dritto per la sua strada. Spera, ovviamente, che i risultati gli diano ragione e il Toro, pur senza avere grossi elementi capaci di fare la differenza, possa risalire nella massima divisione: «Il campionato di serie B è fatto di alti e bassi. Il livello è di media levatura e nessuno è imbattibile. Siamo appena ad un terzo del cammino. Ci vuole pazienza. A tempi lunghi le situazioni cambiano. Non c'è uno squadrone nettamente superiore, come lo fu la Fiorentina '93-94. A Padova, dove rimpiangevano ancora Paron Rocco, ho riportato la squadra nella massima divisione perché avevo la fiducia della gente. Qui, bisogna vincere più che convincere. E la cosa fondamentale, quando l'arbitro fischia la fine, è che il Toro abbia tre punti in più». Il blitz di fine anno degli ultra negli spogliatoi di Orbassano l'aveva scosso. Nello stesso tempo gli è servito per capire che la situazione è arrivata ad una svolta. E ieri ha esternato lo stato d'animo del condottiero che deve far quadrato con la sua truppa: «Bisogna credere nel lavoro. Ed io agisco in prospettiva, per il futuro. In questo Toro ci sono giovani che stanno crescendo». Squalificati Cevoli e Longo, infortunato Cravero, con la Reggina l'allenatore lancerà il «Primavera» Mercuri che compirà diciannove anni tra un mese e aveva già collezionato due spezzoni in serie A (47' in tutto) all'Olimpico contro la Roma e a Brescia, con Sonetti in panchina, due stagioni fa. E' nato a Torino, alla Madonna di Campagna, ma il padre è calabrese di Lamezia Terme e per Mercuri, alla prima esibizione a! Delle Alpi, sarà quasi un derby. Quella odierna potrebbe anche essere la prima tappa verso il professionismo per il difensore che Sandreani definisce «un gueiriero». Con Mercuri terzino destro, Martelli si sposterà a sinistra e Mezzano farà il centrale accanto a Maltagliati. Una difesa che Sandreani ritiene sufficientemente attrezzata per bloccare l'ex Dionigi (l'altro ex è Sesia) e Criniti, arrivato a Torino con qualche linea di febbre ma recuperabile. In avanti, toccherà a Ferrante, Florijancic, Scarchilli e Rocco dar la caccia al gol. Ipoua, influenzato, è in forte dubbio per la panchina. Sandreani sa che Guerini cercherà di sfruttare al massimo l'emotività dei granata, la loro tensione, ma sa anche che, nel calcio, questi sono i momenti della verità: «Paura? No. Purtroppo stiamo concedendo tanti vantaggi agli avversari. Siamo degli uomini non dei robot. La terapia di gruppo serve ma fare il calciatore significa assumersi delle responsabilità». Oggi, più che mai. Bruno Bernardi Torino (4-4-2): Casazza; Mercuri, Maltagliati, Mezzano, Martelli; Sommese, Cristallini, Scarchilli, Rocco; Ferrante, Florijancic. Reggina (5-3-2): Scarpi; Napoli, Poli, De Vincenzo, Napolitano, Atzori; Perrotta, Giacchetta, Sesia; Dionigi, Criniti. Stefano Mercuri, è nato a Torino ma di origine è calabrese