Il calcio riparte nel segno della Juve di Roberto Beccantini

Torna il campionato e tutto sembra poter favorire la Signora nell'anno del centenario Torna il campionato e tutto sembra poter favorire la Signora nell'anno del centenario Il caldo riparte nel segno della Juve Tocca al Parma tentare di fermare la fuga bianconera IL campionato s'immerge fra le onde del nuovo anno con le pudiche movenze di una Venere assonnata che sa di essere sbirciata da occhi sin troppo ben disposti. Nel mirino c'è la Juventus, che tutti vorrebbero vedere, una buona volta, come mamma l'ha fatta, senza elmo e corazza, scudo e gambali. Mancano tre giornate al termine del girone d'andata e alla consegna di quel titolo di campione d'inverno che, non soltanto per convenzione, ma soprattutto, per convinzione, vale mezzo scudetto, e forse qualcosa di più. La squadra di Lippi dovrà guardarsi dalla cerbottana di Ancelotti, il quale, recuperato Benarrivo, ha preferito Mussi a Zé Maria (non siamo d'accordo) e Melli a Crespo (ci può stare). Sul piano dei risultati, il dicembre juventino è stato straordinario: quattro vittorie e un pareggio. Ma dal momento che persino l'aritmetica può essere un'opinione, o comunque fonte di diaboliche ed esilaranti congetture, ecco che negli ultimi due turni Juve e Parma hanno raccolto gli stessi punti, quattro a testa, Madama rimontando il Verona e impattando a Piacenza, i parmigiani bloccando il Vicenza e superando il Milan a San Siro. La ricerca di un'affidabile anti-Juve è diventata il ritornello più gettonato. Se la lepre umbertina rischia a Parma (occhio a Stanic), gli inseguitori si ritrovano intrappolati in ingorghi non meno insidiosi. Il calendario propone Vicenza-Bologna e Fiorentina-Napoli, la doppia sfida Milano-Roma (Inter-Roma, Lazio-Milan), la Sampdoria a Udine. E' sempre difficile, alla ripresa delle operazioni dopo le feste e le sieste di fine anno,- determinare il grado di reattività dei singoli equipaggi. Neve e pioggia, campi pesanti e febbri vaganti potrebbero aggiungervi ostacoli ancor più stordenti. Sulla carta, tutto congiura a favore di Lippi, l'unico a non avere problemi: né di formazione, né di altro genere. Con un tempismo degno di miglior causa, Claudio Ranieri ha comunicato di essersi stufato di Firenze. Zeman ha bocciato la squadra, Signori ha bocciato Zeman. Pur di non farsi travolgere dalla lava delle critiche, Hodgson medita di ri-stravolgere l'Inter: a quando un assetto stabile e razionale? Un'epidemia influenzale ha scombussolato i piani di Ulivieri. Guidolin dovrà fare a meno di Ambrosetti, Di Carlo e Maini. Da Milanello, giunge notizia delle diserzioni di Simone e Boban che, aggiunte agli infortuni di Weah e Maldini, e alla squalifica di Costacurta, hanno costretto Arrighetto Sacchi ad aggrapparsi alla fantasia di Dejan Savicevic e Roberto Baggio. Con il pericolo che la coppia azzecchi la partita del secolo, annientando tutta una vita di calcio votato all'eccesso opposto. Fiorentina senza Schwarz, Cois, Amoruso e Serena. Inter priva degli squalificati Ince e Branca. Balbo in panchina, Signori in tribuna. Lazio con Grandoni-Fish nel cuore della Maginot, fuori Nesta, Chamot, Okon, chi acciaccato e chi a letto. Milan sfigurato in chiesa e in attacco. Si salvano, per adesso, Napoli, Roma e Sampdoria. La classifica non tollera indugi ulteriori. La Juventus ha sei punti di vantaggio sulle seconde, e proprio a Parma gettò le basi dell'ultimo scudetto. Stanic e Chiesa, Sensini e Dino Kaggio esploreranno a nome della spettabile concorrenza la flessione di gioco denunciata fra Verona e Piacenza. Bisogna attaccarsi anche alle ombre. Spesso, le apparenze ingannano. Per questo, Lippi tocca ferro. Intanto, tutti contro la Juve: come ai tempi di Platini. Roberto Beccantini