Nel bosco i guasti dell'anno bisesto

Freddo in primavera, pioggia d'estate e ora la neve: così dalla finestra si vede l'ombra delle ghiandaie sempre più vicine alla casa Freddo in primavera, pioggia d'estate e ora la neve: così dalla finestra si vede l'ombra delle ghiandaie sempre più vicine alla casa Nel bosco i guasti dell'anno bisesto |j sempre dopo la prima / neve che si può fare nel bosco e nei suoi contorni una lettura della vita 1 animale, ossia cosa è rimasto dopo le tre stagioni: primavera-nascite, estate-sviluppo, autunno-caccia. Ma l'anno bisestile - anno senza regole come dicono i proverbi della campagna - non è stato particolarmente buono: le nevicate primaverili, le troppo abbondanti piogge estive con temperature al di sotto della media, l'autunno pure molto piovoso hanno creato problemi a mammiferi e uccelli; ma anche ai rettili, perché mi pareva che persino gli orbettini e le vipere stessero come infreddoliti, inattivi. Pure le chiocciole hanno ritardato il letargo e le vedevo nella stagione che di solito stanno sottoterra. Chi stava bene, invece, erano gli scoiattoli perché, quest'anno, i pecci erano carichi di strobili e, qui intorno, il suolo era ricoperto dalle squame che loro lasciavano cadere dall'alto dopo aver mangiato il piccolo seme. I randagi fanno strage di greggi Ai caprioli è andata male più per i cani randagi e le falciatrici che per i cacciatori. Si sono salvati quelli che le madri hanno partorito vicino alle contrade, nelle abetine coltivate per ricavare alberi di Natale; se ne stavano nascosti sino al tramonto e per pascolare uscivano l'indispensabile, senza allontanarsi e stando all'erta. Ma i cani randagi, cani lupo in piccoli branchi, hanno fatto anche strage di pecore e in una sola notte ne hanno scannato più di venti nel gregge che scendeva verso la pianura. La primavera, che all'inizio sembrava bellissima come poche altre nel passato, aveva risvegliato la montagna e i galli di monte nelle arene di canto, alte e soleggiate lenzuola di neve, si erano manifestati numerosi e gagliardi nei combattimenti per conquistare le femmine. Raramente i guardacaccia che ascoltavano in silenzio il destarsi del giorno, ne avevano visto così numerosi. E le api? Anche loro: poco miele, pochi sciami. Almeno da noi. Maggio si era presentato con i prati fioritissimi di tarassaco e miosotis. «Se rimane ancora così per una settimana - dicevo - quest'anno faremo un buon raccolto». Invece venne un violentissimo temporale accompagnato da una grandinata che in breve imbiancò i prati e schiantò i germogli nel bosco. Per liberare le strade dovettero passare con lo spartineve, come d'inverno. I prati era una pena guardarli: l'erba pestata come una poltiglia verdastra, nessun fiore. Assieme alla grandine nel bosco c'erano ramuli e rami e parecchi uccelli morti. Alle api dovetti lasciare il miele che avevano raccolto e aiutarle abbondantemente con miele e zucchero in modo che potessero fare scorta per passare l'inverno. Anno bisesto, anno senza senso l'ha confermato anche il raccolto delle patate; erano sì abbondanti ma molte le guaste, tanto che si dovette ripassarle e scartarle in alta percentuale pri¬ ma di riporle definitivamente im cantina. E non di grande qualità. Troppe piogge. E il passo degli uccelli? Se i rondoni partirono alla loro data precisa, il 26 luglio, giorno di Sant'Anna, le rondini se ne andarono prima del tempo e a San Matteo non se ne vedeva una. I tordi sono passati per pochi giorni; le cesene si sono viste sì e no. Forse sono ancora indietro? Addio alla nube di fringuelli Fu strano, invece, vedere molto prima del loro tempo un passo di frosoni, uccelli che vengono da lontano; e se i fringuelli l'anno scorso erano a nuvole che facevano impressione, quest'anno sono rari. Rari pure i ciuffolotti, i becchincroce, le peppole, le allodole. Come cambia, come si evolve la natura nel giro di qualche decennio, o di qualche stagione! Che incidenza ha il clima? E quanto il nostro progresso? In questi giorni di neve raccolgo quanto rimane sulla tovaglia o sui piatti dopo i nostri pasti: bucce di mela, croste di formaggio, briciole di pane, pezzettini di grasso animale, le croste del caldaio della polenta; porto tutto sotto un grande peccio qui vicino dove la neve è stata trattenuta sui rami. Dalle tracce intorno ho rileva to: uno scoiattolo, due lepri, una volpe, una donnola e le peste di un uccello o due che non ho saputo individuare: non tordo, non cesena, non cornacchia. Ma stamattina ho scoperto l'arcano: prima avevo sentito la loro voce tra gli alberi e poi le ho viste scendere per prendere le bucce delle mele. Erano due ghiandaie. Da molti anni non le avevo qui intorno, penso che orinai saranno mie vicine per tutto l'inverno. Loro, lo scoiattolo, la donnola vengono di giorno; le lepri nei crepuscoli, la volpe di notte. In queste notti di luna calante mi alzo dal letto e guardo dalla finestra, vedo quasi sempre le loro ombre. In altri tempi, quando anch'io avevo fame, avrei teso trappole o lacci, o anche aspettato con lo schioppo. Ora sono io a dar loro da mangiare ma, quando avranno superato il momento critico di questo inverno, smetterò di far trovare loro cosi comodo cibo; dovranno riprendere le naturali abitudini. Già ero dovuto andare nell'orto per raccogliere i porri, le verze <: la lattuga invernenga poiché le due lepri, ma forse erano anche tre, facevano cena al chiaro di luna. Un cervo bruca vicino alle case Ora le tracce nel bosco sono un poco confuse e non tanto leggibili perché si intrecciano, si sovrappongono, le vecchie e le nuove si confondono: dove è passato qualcuno per l'albero di Natale, o i cani randagi, o per il sole e la neve caduta dagli alberi la pagina bianca è stata scarabocchiata e non riesco a decifrare i segni. 11 vecchio Nino, quello sì! era maestro e professore anche se non era andato oltre la terza elementare. Il giorno dopo la prossima nevicata farò un giro per il bosco: prima un'attraversata e poi un cerchio largo per vedere e capire caprioli e cervi; le volpi, anche. I tassi dormono nelle loro profonde tane. Ma i cervi mi interessano; in autunno si erano avvicinati alle case e un grande maschio ogni mattina attraversava il campo da golf brucando qua e là prima di inoltrarsi nel bosco di Billerauth. Ci sono i soliti cani randagi che potrebbero essere molto molesti; speriamo non arrivi la rabbia, non solo per gli abitanti del bosco, ma anche per gli sciatori e i turisti. Mario Rigoni Sterri E' andata male ai caprioli e bene agli scoiattoli: i pecci erano carichi di strobili guasti bisesto anura. all'inizio come po aveva ri e i galli di canto, alte di neve, si umerosi e imenti per ine. Rara che ascolestarsi del grandinata ò i prati e nel bosco. dovettero neve, come una pena ma di riporle definitivamente im cantina. E non di grande qualità. Troppe piogge. E il passo degli uccelli? Se i rondoni partirono alla loro data precisa, il 26 luglio, giorno di

Persone citate: Mario Rigoni

Luoghi citati: San Matteo