Sbarre in Ucraina per la pasionaria gay di Sergio Trombetta
Sbarre in Ucraina per la pasionaria gay Un caso di persecuzione, mentre la Russia sta per riconoscere la libertà omosessuale Sbarre in Ucraina per la pasionaria gay Ha fondato un giornale: minacciata di carcere I L giornale di Oxana Bocharnikova è certamente una pubblicazione militante, una specie di fanzine gay, con immagini di nudi «rubati» alle riviste occidentali, con testi e titoli ingenui e, probabilmente, con una diffusione molto limitata. Ma proprio per questo stupisce che i giudici di Kharkov minaccino di mandare in galera la sua direttrice Oxana Bocharnikova, esuberante personaggio impegnato nelle lotte di liberazione omosessuale. Mentre la Russia si prepara non solo a eliminare il reato di omosessualità, ma anche a rico¬ noscere il diritto di appartenenza a minoranze sessuali (lo prevede il nuovo codice penale, come ha appena anticipato la televisione indipendente di Mosca Ntv), dalla vicina Repubblica Ucraina arriva così una notizia in controtendenza. Da Kharkov, due milioni di abitanti, si viene a sapere che i giudici penali, con una recrudescenza di persecuzione antiomosessuale, vogliono imprigionare Oxana Bocharnikova. Oltre, ovviamente, a imbavagliare il suo giornale, cor l'accusa di incitamento alla violenza, e a bloccare l'attività di una fondazione filantropica che ha per scopo la difesa delle minoranze sessuali e la lotta contro l'Aids ed è creatura, come il giornale, della Bocharnikova. La notizia del processo, con relativa richiesta di aiuto e solidarietà, arriva da un giornalista di Kharkov a Sodoma, la rivista della Fondazione Sandro Penna di Torino, nata dalla ceneri del Fuori, ed è un nuovo episodio della complessa e tormentata storia degli omosessuali russi. Una storia che prende le mosse all'inizio dell'800 quando lo zar Nicola I adotta un codice penale il cui articolo 995 punisce severamente i rapporti fra uomini. Ma nonostante il provvedimento, per tutto il secolo scorso nelle classi agiate l'omosessualità è apertamente praticata. E sono notoriamente gay il musicista Piotr Ciajkovskij, gli scrittori Aleksej Apuchtin e Konstantin Leontev e l'esploratore e naturalista Nikolaj Przevalskij, oltre allo zio di Nicola II, il gran duca Sergej Aleksandrovic, che, ha scritto lo studioso di origine russa Simon Karlinskij, «frequentava regolarmente i teatri e le altre riunioni pubbliche con il suo amante di turno». «Parenti omosessuali non erano una caratteristica soltanto della casa reale, ma comparivano anche in molte famiglie della classe superiore russa -. afferma ancora Karlinskij -. Le memorie di Vladimir Nabokov sulla sua infanzia russa, Speak, Memory [Parla, Memoria), indicano che ognuno dei suoi genitori aveva un fratello omosessuale, come del resto Nabokov medesimo: il fratello Sergej Nabokov, che visse in Germania con il proprio amante e morì in un campo di concentramento nazista». Dopo la rivoluzione del 1905 e l'abolizione della censura si assiste a una potente fioritura di narrativa e poesia di ispirazione omosessuale (Lidja Zinoveva Annibal, Michail Kuzmin, Nikolaj Kljuev. Sergej Esenin) e il fenomeno genera nella pubblicistica russa un dibattito infuocato. I guai arrivano con lo stabilizzarsi del potere sovietico. Nei mesi immediatamente successivi alla rivoluzione del '17, infatti, con l'abolizione del codice penale zarista, anche il reato di omosessualità viene abolito. Ma il periodo di totale libertà non dura molto. Già dopo la fine della guerra civile, nel '22, si diffonde nell'opinione pubblica un atteggiamento moralmente contrario se non persecutorio contro l'omosessualità, la cui possibilità di esistenza viene semplicemente negata nella società socialista. A partire dal 1934 poi l'accanimento si fa penale con l'approvazione del codice staliniano, il cui articolo 154 (più tardi articolo 121) colpisce esplicitamente l'omosessualità. Un atteggiamento persecutorio che prosegue per decenni sino allo scandalo, negli Anni 70, del processo contro il regista Sergej Paradjanov. Ora la nuova Russia dimostra di voler definitivamente voltare pagina. Ma la vicina, agricola, Ucraina rimane ancorata a vecchie concezioni e manda in prigione i suoi militanti gay. Sergio Trombetta
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