«Tagliare subito, poi la manovra»

Scontro sul deficit. D'Antoni: «Le imprese vogliono tenere in ostaggio il governo» Scontro sul deficit. D'Antoni: «Le imprese vogliono tenere in ostaggio il governo» «Tagliare subito, poi la manovra» Con/industria attacca su pensioni e sanità ROMA. Lo sforamento di 15.500 miliardi nei conti del debito pubblico porterà probabilmente una manovra di primavera, ma nel frattempo ha allargato il divario fra sindacati e industriali, ha versato nuovo veleno nelle polemiche fra Polo e Ulivo e ha coinvolto anche l'Inps nell'intera vicenda. Il match sindacato-industria. Intervenire subito, prima ancora della verifica di marzo, su pensioni, sanità e pubblico impiego: questa è l'unica strada, secondo il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta, intervistato ieri dal Tg3, por ridurre il deficit pubblico. «Drammatizzare la situazione sulla base di dati parziali serve solo a chi vuole colpire la spesa sociale», ha risposto Sergio D'Antoni, leader della Cisl, accusando gli industriali di utilizzare i conti dello Stato e il rinnovo del contratto dei metalmeccanici come «ostaggio» politico nei confronti del governo. «Lasciamo stare gli ostaggi - ha replicato Cipolletta la necessità di intervenire sulla spesa pubblica è stata espressa dagli industriali a chiunque sia andato al governo negli ultimi anni». Il match Ulivo-Polo. «Chiederemo, alla Camera ed al Senato, di conoscere la verità, sia che a sbagliare sia stato solo il governo, per incapacità ed improvvisazione, sia che a sbagliare siano stati i Comuni dell'Ulivo» hanno avvertito ieri i parlamentari del Polo, ma c'è anche un'altra ipotesi, e cioè che vi sia una responsabilità del governo Dini, come ha affermato ieri l'economista Massimo Riva. L'accusa ha provocato un'immediata risposta del ministro degli Esteri che ha fatto notare come a essere andate oltre le previsioni sono state le variabili al di fuori del controllo del governo, come tassi di interesse e tiraggi di Tesoreria e come anche il governo successivo sia stato costretto a fare una manovra correttiva rispetto alle proprie stime. La questione Inps. Vi è stato uno slittamento della rata di dicembre '96 dei pagamenti del¬ l'Inps a gennaio che ha generato sospetti. La manovra contabile interessa la più cospicua delle 12 rate dei pagamenti che, sui dodici mesi, sono complessivamente di 75 mila miliardi, e ha un peso non indifferente sull'insieme dei conti. Senza lo slittamento il fabbisogno statale sarebbe stato di oltre 145 mila miliardi contro i 138.500 resi noti dal ministero del Tesoro due giorni fa. L'alleggerimento di ben due rate dei pagamenti Inps 1996 è dovuto alla «modifica delle modalità di pagamento da parte dell'Inps introdotte nel 1996», ha precisato ieri il ministero del Tesoro in un comunicato. Le modifiche - ha aggiunto via Venti Settembre - riguardano la capacità dell'Inps stesso di pagare in tempo reale, cosa che avviene dalla metà del '96. Praticamente ora il primo giorno del mese l'istituto mette in pagamento tutte le rate di pensione ai 20 mila sportelli degli istituti bancari che le erogano. Prima, invece, l'Inps dava ordine di mettere la somma a disposizione del circuito bancario con due o tre giorni di anticipo, cosi, in quel breve lasso di tempo, erano le banche a far utili con i soldi delle pensioni. Cosa a cui si è ovviato con la modifica del pagamento che ora avviene in tempo reale, gennaio su gennaio, febbraio su febbraio, e via dicendo. Nessuna operazione contabile, insomma, nessun trucco di bilancio: anzi, al contrario, si è persa l'occasione per alleggerire di due «mensilità Inps» il bilancio dello Stato nel '97, anno fondamentale per l'esame europeo. Se si fosse pagata, infatti, la rata Inps di dicembre '96 nel '96, e si fosse posticipata quella del dicembre '97 al gennaio '98, il fabbisogno per l'anno appena iniziato sarebbe stato più lieve di almeno 13 mila miliardi, mentre l'anno prossimo le rate Inps saranno canonicamente dodici, dal dicembre '96 al novembre '97, con quella di dicembre '97 che slitterà su gennaio del 1998. Salvo contrattempi. Flavia Amabile Nel mirino i trasferimenti dalle casse pubbliche all'Inps el miniatto noe oltre le variabili el govere e tiragche il gotato covra corie stime. i è stato ta di dinti del¬ ti. Senza lo slittamento il fabbisogno statale sarebbe stato di oltre 145 mila miliardi contro i 138.500 resi noti dal ministero del Tesoro due giorni fa. L'alleggerimento di ben due rate dei pagamenti Inps 1996 è dovuto alla «modifica delle modalità di pagamento da parte dell'Inps introdotte nel 1996», ha precisato ieri il ministero del Tesoro in un comunicato. Le modifiche - ha rimenti che all'Inps breve labanche apensionicon la che ora gennaio febbraioNessuinsommcio: anzl'occasio«mensiliStato neper l'esaSe si fta Inps si fosse Romano Prodi e (sotto) Innocenzo Cipolletta

Persone citate: Cipolletta, D'antoni, Dini, Flavia Amabile, Innocenzo Cipolletta, Massimo Riva, Romano Prodi, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Roma