Lancio di pietre contro il treno di Fabio Albanese
Un piano contro i sassi-killer lancio di pietre contro il treno Ferrara, ferito al volto un passeggero ALLARME SUI BINARI D OPO i massi dai cavalcavia delle autostrade, la sassaiola contro un treno. E' accaduto venerdì (ma la notizia è stata data solo ieri) alla periferia di Ferrara. Erano circa le 15,15 e l'Intercity 709 Trieste-Napoli stava avvicinandosi alla stazione. All'altezza di Pontelagoscuro, periferia della città, alcuni sassi hanno infranto il vetro di una carrozza: una scheggia ha colpito al volto un romano di 22 anni, procurandogli un taglio per fortuna non profondo. Pochi minuti dopo il convoglio si è fermato in stazione, e il passeggero ha avvertito la Polfer. Allarme anche a Pace del Mela, piccolo Comune del Messinese, per una fila di sassi, bulloni e pezzetti di legno poggiati su una quindicina di metri di rotaie. Giovedì scorso, alle 20,20 il treno espresso «9788» Palermo-Milano (un locomotore, tre carrozze cuccette e quattro vagoni per il trasporto auto), ha imboccato il rettilineo che introduce alla stazione. A circa quattrocento metri dallo scalo, all'imbocco del secondo binario, il treno ha avuto un piccolo sussulto: i sassi e i bulloni sono finiti sotto le ruote, alcuni sbriciolati, altri sono schizzati via come proiettili. La tranquillità dei circa 150 passeggeri del convoglio non è stata per nulla turbata visto che pochi si sarebbero resi conto di quanto era accaduto; ma è toccato prima al macchinista del treno e subito dopo al responsabile dello scalo in servizio quella sera a Pace fare il rapporto. Così, mentre il treno proseguiva tranquillamente la sua corsa verso Milano, il capostazione Carmelo Di Maria si è attaccato al telefono e ha avvertito i carabinieri e i suoi superiori di Milazzo. I militari hanno fatto subito una prima ricognizione lungo il tratto di ferrovia dov'è avvenuto l'incidente, ma non avrebbero trovato tracce utili a identificare gli «attentatori». «Attentatori è una parola grossa - dicono all'Arma - piuttosto qualche buontempone che vuole divertirsi con incoscienza, o forse solo dei bambini». Tutto qui, il «rubinetto» delle notizie si chiude. Il riserbo è assoluto e molte sono le notizie contrastanti che si sono inseguite per tutto il pomeriggio di ieri. Le inchieste, una dei carabinieri, l'altra delle Ferrovie dello Stato assieme alla polizia ferroviaria, sono comunque ancora in corso. «Abbiamo fatto il modello G402 - spiega l'altro capostazione di Pace del Mela, Vincenzo La Rocca - una denuncia di reato contro ignoti, insomma, ma va detto che per ciò che è successo non è stata messa in pericolo l'incolumità di chi era su quel treno». La zona dove l'espresso «9788» si è imbattuto sulla fila di sassi ben disposta sulle rotaie, è buia. Non è difficile raggiungerla da stradine circostanti o dai campi. La giornata semifestiva durante la quale si è verificato l'episodio, e il modo in cui sono stati sistemati i sassi e i bulloni, prelevati dalla stessa massicciata della linea ferroviaria, fanno pensare come prima ipotesi che i responsabili possano essere solo dei bambini, forse un gesto di emulazione per quanto hanno visto e sentito in questi ultimi giorni. Nessuno degli investigatori è propenso ad ipotesi più «gravi», come ad esempio azioni premeditate con l'intento di voler provocare un disastro che, peraltro, in quel modo ben difficilmente sarebbe potuto accadere. Anche l'idea che gli anonimi delle autostrade abbiano deciso di trasferirsi sulle ferrovie, visto che l'esercito in Sicilia ha cominciato a presidiare i cavalcavia, è stata scartata. Non è, comunque, la prima volta che episodi del genere si verificano nell'isola. Negli anni passati, soprattutto alle porte di Siracusa, più volte sassi sono stati scagliati contro i treni in transito. In un'occasione, quando una pesante lastra di cemento fu poggiata sui binari, un treno è perfino deragliato. Fabio Albanese Vicino a Messina bulloni e sassi sulle rotaie all'arrivo di un convoglio Un cavalcavia su un'autostrada A destra il prefetto Fernando Masone capo della polizia
Persone citate: Carmelo Di Maria, Fernando Masone, Polfer, Vincenzo La Rocca
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