Ruini nel tempio della rivoluzione di Maria Grazia Bruzzone

La messa nella cattedrale stipata di folla che ostenta crocifìssi al collo Ma il governo mostra delusione per i tempi lunghi del viaggio papale Ruini nel tempio della rivoluzione Incontro a Cuba tra il cardinale e Castro L'AVANA DAL NOSTRO INVIATO Fidel Castro ha incontrato il cardinale presidente della Cei e vicario del Papa nella diocesi di Roma, Camillo Ruini. La televisione cubana ieri ha dato con molta enfasi la notizia, mostrando il Presidente soddisfatto e sorridente accanto all'alto prelato italiano, in visita ufficiale a Cuba e all'arcivescovo di Cuba Jaime Ortega. La prima volta che il lider maximo riceve un membro del collegio cardinalizio del Vaticano nel «Palacio de la Revolución». Ma sia il governo sia la Chiesa cubana non nascondono una certa delusione per la data della prossima visita di Giovanni Paolo II nell'isola annunciata pubblicamente dallo stesso monsignor Ruini nel corso della messa notturna nella cattedrale dell'Avana: il Pontefice polacco verrà a Cuba nella seconda metà di gennaio 1998, dice il cardinal Ruini nel suo lungo discorso dal pulpito. Dunque verrà, ma fra più di un anno. Ruini parla di pace mondiale e del Giubileo, parla di perdono e di dialogo, parla di superamento del passato e di purificazione della memoria. E alla fine dà l'annuncio. La folla di fedeli ringrazia con uno scroscio di applausi. La cattedrale è gremita di donne e uomini di ogni età, molti dei quali ostentano sul petto la croce. Fedeli che pregano, guardano, seguono lo spettacolo della messa solenne officiata dallo stesso cardinal Ruini, che ha al suo fianco il nunzio apostolico monsignor Beniamino Stella e l'arcivescovo di Cuba monsignor Jaime Ortega. Lo stesso Ortega che ora, per attenuare l'impatto della notizia, precisa in un comunicato che «inizialmente si era pensato alla seconda metà di novembre del 1997» e che «si tratta solo di un ritardo di poche settimane». Una nota della Chiesa cattolica cubana pubblicata sul giornale ufficiale Granma è più esplicita. Spiega che «il programma di viaggi del Santo Padre quest'anno era già molto intenso ed era scontato che la visita non avrebbe potuto cadere nel primo semestre del '97». D'altra parte si fa notare che l'estate poi è troppo calda. E in novembre il Papa aveva già in programma un viaggio in Brasile. «Mentre è stato deciso che quello del Santo Padre a Cuba sarà un viaggio esclusivo», un viaggio diretto Roma-l'Avana e ritorno. Questo per sottolineare l'importanza attribuita dalla Santa Sede alla sua prima visita nella Cuba di Fidel Castro. E sulla stessa «esclusività» della visita insiste la nota del governo cubano, che campeggia stilla prima pagina dello stesso giornale. Eppure la delusione resta palpabile fra i prelati come fra i diplomatici e fra la gente. «Il 1997 sarà un anno molto importante per la Chiesa cubana perché sarà l'anno della preparazione dell'attesa visita del Papa», si consolano i sacerdoti locali uscendo dalla messa. Mentre fonti diplomatiche citate dall'agenzia France Presse parlano delle possibili ripercussioni politiche della dilazione del viaggio, e sottolineano che la situazione internazionale fra un anno potrebbe essere già cambiata. L'allusione è naturalmente all'embargo degli Stati Uniti che strangola Cuba e frustra gli sforzi del «nuovo corso» economico e politico cubano. Maria Grazia Bruzzone La messa nella cattedrale stipata di folla che ostenta crocifìssi al collo Qui accanto il cardinale Camillo Ruini e il leader cubano Fidel Castro si stringono la mano Nella foto sopra, Giovanni Paolo II