Kohl ambasciatore Nato non fa breccia a Mosca

«Via un milione di stranieri» Kohl ambasciatore Nato non fa breccia a Mosca LA PRIMA VISITA DOPO L'OPERAZIONE TMOSCA ANTI brindisi alla salute e all'amicizia, baci e abbracci davanti alle telecamere tra Eltsin e Kohl arrivato ieri a Mosca per un vertice lampo con il suo collega russo. Ma l'«amico Helmut», come lo chiama affettuosamente il padrone del Cremlino, non è venuto solo a passare un sabato tra le nevi della tenuta di caccia di Zavidovo e congratularsi con Eltsin per la sua guarigione. La tregua delle elezioni presidenziali e della lunga convalescenza dopo l'operazione al cuore è finita e il Presidente russo ritorna a sentire la pressione dei suoi partner occidentali sull'allargamento della Nato. Una prospettiva che in Russia viene accolta con ostilità e alla quale Eltsin si oppone a gran voce. E l'obiettivo principale della missione del cancelliere tedesco - ormai ambasciatore fisso e privilegiato dei Paesi più potenti del mondo al Cremlino - era proprio quello di cercare di persuaderlo a cedere e ad acconsentire all'adesione all'Alleanza atlantica dei Paesi ex satelliti dell'Urss. Ma si è trattato di un mezzo fai- limento. Un'ora e venti minuti di colloquio a quattrr'occhi ha avuto, come unico risultato dichiarato, la decisione di «proseguire i negoziati». «Le divergenze sul problema rimangono rilevanti», ha poi spiegato Kohl alla conferenza stampa prima di ripartire per la Germania. La Nato infatti è fermamente decisa ad accettare le richieste di ade¬ sione della Polonia, dell'Ungheria e della Repubblica Ceca. Mosca ripete altrettanto decisa il suo niet e chiede che prima di tutto la Nato firmi con la Russia un accordo speciale di cooperazione. A Kohl non è rimasto altro da fare che promettere di riferire il parere dell'amico Boris ai suoi colleghi d'Europa e America. Ai quali non rimane molto tempo per vincere l'opposizione della Russia. Il 9 luglio prossimo infatti il vertice della Nato a Madrid si dovrà pronunciare sull'adesione di nuovi membri. Un'occasione per far cambiare idea a Eltsin potrebbe essere la sua visita in Germania ad aprile - forse la prima uscita all'estero dopo la malattia - durante la quale riceverà il premio dell'«Uomo dell'anno». Senza dubbio - anche se non l'ha detto - Kohl riferirà pure delle condizioni di salute in cui l'ha trovato. Il cancelliere tedesco è infatti il primo leader occidentale ad aver incontrato Eltsin dopo che il Presidente lusso è stato dimesso dall'ospedale in seguito a un intervento di bypass multiplo. Una vicenda in cui Kohl, il politico europeo più vicino al Cremlino, ha svolto un ruolo significativo. E' stato lui a spedire a Mosca due dei migliori specialisti tedeschi di cardiologia ad assistere Eltsin e a proporgli - un'offerta che ieri ha rinnovato - un periodo di riabilitazione in una clinica in Germania. Secondo alcuni, sarebbe stato proprio il cancelliere tedesco a convincere il presidente russo ad affidarsi ai ferri del chirurgo. Fatto sta che Kohl è ormai un ospite fisso di Zavidovo, la dacia preferita di Eltsin, a un centinaio di chilometri dalla capitale russa. L'ultima volta che ci era stato fu nel settembre scorso, pochi giorni dopo l'annuncio che zar Boris si sarebbe fatto operare. Ufficialmente venne a infondergli un po' di coraggio. Ma il leader dei comunisti russi Ziuganov giura che il vero motivo di quella visita di Kohl fosse un altro: prendere in consegna la ('valigetta nucleare» di Eltsin pei conservarla in mani sicure finché non fosse guarito Anna Zafesova Dal leader russo un altro «niet» all'ingresso di Varsavia, Praga e Budapest nell'Alleanza Dopo un anno di lavori, lunedì prossimo Eltsin avrà il nuovo aereo presidenziale