E' un Letta l'astro nascente
V un Letta rostro nascente V un Letta rostro nascente // «delfino» di Andreatta sarà il vice? Sii L'ENFANT PRODIGE E ROMA NR1CO Letta in tutto I questo bailamme della segreteria prossima ventura, che c'entra? Nulla se diamo ragione alle carte, alle candidature ufficiali e alle cariche formali. Eppure questo giovanotto, classe 1966, da Pisa (dove il papà Giorgio ò professore universitario di matematica) ma con radici in quel di Avezzano, mai è stato tanto sotto i riflettori come in questi giorni precongressuali. Il motivo - converrà dirlo subito - è che il giovane Letta è uno di quegli enfant proclige romanescamente definiti «piacioni», al punto tale che vada come vada per la segreteria popolare - lui potrebbe essere comunque un (o «il») vicesegretario. Non a caso è conosciuto come uno dei «pulcini di Marini», insieme a Lapo Pistelli, Dario Franceschini e Renzo Lusetti. Ma è anche nel cuore di Castagnetti, per essere quest'ultimo sostenuto dal duo bolognese AndreattaProdi che proprio nel giovane Enrico riconoscono il loro delfino consacrato. Messo di fronte alla dichiarazione di voto però Enrico confessa: «Io sono con Prodi, assolutamente; e appoggerò Castagnetti». Lui comunque, come uno che veramente sta studiando da capo, per ora si defila, consapevole che l'overdose di popolarità può solo bruciarlo. Ma intanto - un passo dopo l'altro - il suo cursus honorum a trent'anni è già di tutto rispetto. La prima chance politica gliela ha data il cognome che porta, essendo figlio del fratello del numero due di Forza Italia, Gianni, del quale peraltro ha i modi forbiti e l'indole diplomatica. Ma poiché non si vive di sola eredità dinastica, il giovane Enrico ha voluto dimostrare il suo talento riuscendo a conquistare la proverbiale ruvi¬ dezza di Nino Andreatta, al punto che il professore bolognese, quando era ministro degli Esteri, lo ha voluto con sé quale capo della segreteria personale. «Tutto è cominciato perché ero amico del figlio Filippo confessa candidamente Enrico -: ho cominciato a fare una ricerca all'Arel e lì Andreatta mi ha conosciuto». E presto apprezzato. Ma perché nessuno pensasse che quel bruciare le tappe fosse il frutto di sola furbizia politica, il giovane Enrico - all'età di 28 anni - si cimenta in un saggio di politica estera sull'Unione europea, intitolato «Passaggio a Nord-Est» e pubblicato da «Il Mulino». Quel libro deve essergli stato fatale: Enrico continua a studiare e a scrivere sull'Unione europea, parla correntemente il francese (per aver fatto le elementari a Strasburgo) e l'inglese. I suoi studi all'Arel, di cui nel frattempo è diventato direttore, lo portano a girare il continente. Si capisce che quando si è trattato di fare le liste elettorali dell'Ulivo e si è passati a esaminare la voce «giovani», lui era in pole position: «Il grande successo dell'Ulivo mi ha fregato» commenta con lepidezza toscana. E in effetti l'avevano messo al proporzionale in Toscana - collegio strasicuro - ma subito dopo Prodi e, per effetto dello scor¬ poro, si è ritrovato tra i trombati, ma non tanto da rimanere al palo. Infatti, quando si è trattato di scegliere i sottosegretari, il suo nome è tornato in auge. Non è stato scelto per quell'incarico, ma appena costituito il comitato per l'Euro presso il ministero del Tesoro, Prodi lo ha voluto lì, come segretario generale. Lo vorrà ora a piazza del Gesù? [r. mas.] E' nipote di Gianni, l'uomo del Cavaliere. In lista con l'Ulivo ma non eletto: superato da Prodi Gianni Letta, zio del «nome nuovo» nel ppi A destra il ministro Beniamino Andreatta
Luoghi citati: Avezzano, Pisa, Roma, Strasburgo, Toscana
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