Popolari e corteggiati

E I Il partito di Bianco a congresso. Tre candidati alla segreteria Popolari e corteggiati Casini alppi: cerchiamo l'unità ROMA. Per la politica interna, la notizia della settimana che va ad iniziare, è il congresso del partito popolare che si terrà da giovedì a sabato (o domenica) al palazzo dei congressi dell'Eur (Roma). Vinceranno i prodiani duri e puri, i pasdaran dell'Ulivo amici di D'Alema, oppure la segreteria passerà ad una linea «centrista» non meno dura e pura, che rivendicherà il diritto di poter dialogare con il pds non meno che con i «fratelli separati» del Polo (ecd e edu)? Nel primo caso a guidare i popolari sarà Pierluigi Castagnetta nel secondo Franco Marini. C'è però anche un'altra possibilità, «continuista», e cioè la riconferma di Gerardo Bianco, che però di fare ancora il segretario pare proprio che non abbia più voglia. Come in ogni congrosso che si rispetti, la parola magica che si fa circolare è l'aggettivo «unitario». L'ha invocato ieri ^Osservatore Romano» facendo voti affinché «al di là dei candidati» si proceda ad «un dibattito costruttivo e di alto profilo». K l'ha sbandierato anche Nicola Mancino che per la sua esperienza e la sua carica ò un po' il patriarca del partito; «Alla fine - ha spiegato - se c'e un candidato che vince e uno che perde e quello che perde si mette a disposizione del vincitore preventivamente, quella è l'unità». Un analogo augurio «unitario» è stato formulato anche dai postdemocristiani del Polo, i ceri di Casini e Mastella che ai candidati (ufficiali o «in pectore») hanno inviato una lettera aperta nella quale, in sostanza, si dice che la divisione che si è consumata nell'ex de tre anni fa era inevitabile, ma che non può esserci invece divisione (ecco l'unitarietà) nelle comuni battaglie sui valori tradizionali dei cattolici democratici, come famiglia, scuola, lotta alla droga, volontariato, questioni sociali. Ma andiamo per ordine. A tutt'oggi l'unica candidatura ufficiale è quella di Castagnetta un reggiano di rigorosa estrazione cattolica e di formazione dosscttiana, uno di quelli insomma che fanno bandiera dei temi solidaristico-sociali. Lui, cinquantaduenne parlamentare europeo, defilato da qualche anno dalla grande politica nazionale, è la quintessenza dell'ex sinistra de, quella insomma sprezzantemente ribattezzata «catto-comunista». L'interessato odia tutte queste definizioni che sanno di stantio e di superficiale, ma tant'ò. Quelli che sanno fare i conti delle tessere dicono che lui potrebbe contare su un ter/.o dei delegati congressuali. Gli servirebbe almeno un altro 20% per farcela e per questo corteggerebbe l'indecisa pattuglia che si riconosce in Rosy Bindi, i cui voti non sarebbero più del 10-12%, ma si conterebbe molto sul «peso specifico» di questi consensi e quindi sulla loro capacità di attrazione. Con Castagnetti infatti scenderebbero in campo tutti gli intellettual-ulivisti, come Nino Andreatta, Giancarlo Lombardi e lo stesso Prodi, ancorché defilato dagli schieramenti in ragione della sua carica istituzionale. L'antagonista di Castagnetti, per ora è solo un convitato di pietra, non avendo mai posto ufficialmente la sua candidatura. Si tratta di Franco Marini che sempre i soliti contabili congressuali accreditano di un consenso di oltre il 60% e quindi danno per segretario certo. Alle sue spalle ci sarebbe la forza di De Mita e anche il carico da novanta di Gerardo Bianco. Inoltre la Bindi starebue matu¬ rando l'idea di far convogliare su di lui anche i suoi voti. Quanto a Bianco, sostenuto da Mancino, si sa che non saprebbe dire di no ad una riconferma trionfale, ma dovrebbe essere proprio una cosa a furor di popolo, o motivata dalle mai tanto osannate ragioni di «unità». Altrimenti niente da fare. E veniamo alla lettera di Casini e Mastella. «Cari Bianco, Marini e Castagnetti - dicono i due leader ecd - all'importanza del congresso del ppi, vorremmo cercare di corrispondere anche noi con una riflessione non rituale su quello che ci divide e che ci accomima». E cioè «noi riteniamo che su alcuni decisivi argomenti vi siano valori comuni e anche possibilità comuni di iniziative». Per esempio: Europa, famiglia, scuola non statale, lotta alla droga e volontariato. Ma di comune esiste anche l'impegno per «un centro forte. Non più quello di una volta comprensivo di tutto e di tutti, ma due centri che si affermano con le loro idee e proposte all'interno dei rispettivi poli». Se Casini e Mastella andassero al congresso, con ogni probabilità voterebbero Marini. «Per un partito unitario», beninteso. Raffaello Masci 63 anni allievo del sindacalista Giulio Pastore «delfino» di Carlo Donat-Cattin segretario generale della Cis! già ministro del Lavoro CHE VUOLE FARE Rafforzare il carattere «centrista» del ppi con aperture ai fratelli separali del Polo (ecd e edu) e con una dialettica più forte con il pds PUNTO DEBOLE Non ha ancora scoperto le carte e il suo programma à troppo generico per convincere. PUNTO FORTE E' segretario organizzativo del ppi e perciò conosce bene la macchina del partito. SPONSOR Bianco e De Mita. 52 anni dossettiano lià braccio destro li Martinazzoli parlamentare europeo. CHE VUOLE FARE E' l'unico candidalo ufficiale, ulivista duro e puro, pasdaran del proaismo, vuole rafforzare la collocazione o sinistra del ppi. PUNTO DEBOLE E' poco conosciuto. Esprime tutto il carattere «settario» dell'ex sinistra de. PUNTO FORTE Si pone come il candidato del presidente del Consiglio e dell'mteiligencijo del partito. SPONSOR Prodi, Martinazzoli, Andreatta. Bianco è suo amico personale. 65 anni professore universitario di latino aia ministro della Pubblica istruzione un tempo omico e grande antagonista ai De Mita in Irpinia CHE VUOLE FARE Sostanzialmente non vuole fare più il segretario del ppi. PUNTO DEBOLE Come sopra: non vuole fare più il segretario. PUNTO FORTE E' l'unico forse a poter garantire l'unità del partilo. E' inoltre veramente popolare tra la base e non ha nemici personali (a parte, un po', De Mita). SPONSOR Mancino. 45 anni pasionaria del nuovo partito popolare ministro della Sanità in carica ha un grande aggancio con la base cattolica ma anche le tipiche asprezze del radicalismo cattolico-sociale CON CHI STA? Controlla un po' più del 10% dei delegali, al congresso potrebbe essere l'ago della bilancia, ma non si è (ancora) schierata con nessuno.

Luoghi citati: Cis, Europa, Roma