Flick: nessuna scorciatoia

La proposta del Guardasigilli sulla «pena concordata» divide giudici, politici e avvocati La proposta del Guardasigilli sulla «pena concordata» divide giudici, politici e avvocati Flìck: nessuna scorciatoia «Non è una soluzione per Tangentopoli» ROMA. La proposta del Guardasigilli sulla «pena concordata» continua a suscitare reazioni del mondo politico e giudiziario. E ieri il ministro Flick, intervistato nel corso del Tg3, ha voluto chiarire alcuni punti. Innanzitutto, gli effetti della condanna con il nuovo rito per gli imputati di Tangentopoli: «Quelli che potranno rientrarvi vi rientreranno esattamente come tutti gli altri imputati per tutti gli altri reati tranne quelli più gravi. Non si tratta - ha sottolineato - di una scorciatoia per Tangentopoli. E' piuttosto un tentativo di rivitalizzare i riti alternativi». Sulla possibilità per un imputato di ricorrervi più volte, qualora ripeta lo stesso reato, il Guardasigilli ha risposto: «Non è una negoziazione soltanto tra il pin e l'imputato, abbiamo cercato di valorizzare il ruolo del giudice. Può essere che la seconda volta il giudice non conceda le attenuanti per arrivare alla soglia di tre anni». Ancora, la pena concordata potrà essere applicata «nei casi che non hanno ancora avuto una condanna definitiva». Ma un'eccezione in tal senso potrebbe essere introdotta. Flick abbozza: «Se crede, lo valuterà il Parlamento nel suo dibattito successivo». Per quanto riguarda i precedenti tentativi di trovare una via d'uscita da Mani Pulite, il ministro della Giustizia conclude: «La commissione Conso, che ci ha dato il supporto per l'impostazione di questo lavoro, ha tenuto conto di tutte le esperienze e le critiche. Quindi non farei un discorso di primogenitu- «Non è casuale che per la prima volta il Pool milanese abbia dato il suo beneplacito», afferma l'avvocato Carlo Taormina, che ricorre a espressioni come «un'inqualificabile pastetta tra governo e magistrati» o anche «un'autorizzazione a delinquere senza conseguenze penali». «Si tratta di nonne - sostiene il penalista -, che consentono di uscire indenni anche in caso di applicazione di pene di 12 anni di reclusione e permettono quindi di peculare, concutere, estorcere, corrompere, riciclare denaro sporco, trafficare sostanze stupefacenti, potendo far ricorso a queste immorali provvidenze nel caso in cui si dovesse essere scoperti». Taormina va giù duro: parla di «lucidità» del piano Flick: «Mentre mette al riparo De Benedetti e altri dalla pena già inflitta, ad esempio per la bancarotta dell'Ambrosiano, impacchetta Berlusconi che, laddove dovesse giungere al concordato e alla interdizione dai pubblici uffici, dovrebbe allontanarsi dalla politica». Di diverso avviso Ettore Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale: «Una delle poche riforme possibili», soprattutto «vista la situazione di enorme gravità in cui versa oggi la giustizia». Gallo esclude che un provvedimento di questo tipo possa essere paragonato a un colpo di spugna: «La differenza sta innanzitutto nel fatto che questo disegno di legge si estende a tutti i reati: non è quindi discriminante, come invece si poteva dire dei tentativi precedenti». E sottolinea: «Chi aspira alla pena concordata deve risarcire integralmente il danno provocato. Se poi vuole un'ulteriore riduzione di un terzo deve ri. sarcire il danno arrecato alla collettività. Insomma, i sacrifici possono essere enormi». Il deputato di An Ignazio La Russa ritiene che «la proposta di Flick non deve essere pregiudizialmente bocciata». E spiega: «Chi opera nel campo della giustizia sa che il processo accusatorio porta alla necessità di un più ampio ricorso ai riti alternativi, se si vuole scoraggiare il pericolo di far maturare la prescrizione per gran parte dei procedimenti in corso, cosi come se si vuole evitare che si allarghi la richiesta di amnistia. Le soluzioni indicate da Flick sono un buon terreno di confronto specie se si saprà imporre un no ad automatismi che porterebbero a meccaniche riduzioni di pena troppo vantaggiose. Non bisogna ripetere l'errore commesso quando si chiuse la porta alla discussione della proposta di Cernobbio avanzata da professori universitari, magistrati del Pool e avvocati che, so depurata dagli eccessi, avrebbe potuto portare il Parlamento a soluzioni legislative capaci di evitarci questi due ultimi anni di veleni». Roberto Maroni, parlamentare leghista ed ex ministro dell'Interno, si è detto d'accordo, perché «oggi l'emergenza giustizia e queila di accelerare i processi». «Ma a patto che non si tratti di norme di favore per i soliti furbi», aggiunge. Molto netto anche il commento del senatore a vita Leo Valiani: «0 il pacchetto di riforme proposto dal ministro della Giustizia viene approvato rapidamente oppure bisognerà pensare a una amnistia per alcuni reati di Tangentopoli». Valiani, che qualche settimana fa aveva già avanzato l'ipotesi dell'amnistia, sottolinea che la riuscita del piano Flick è legata a due fattori: «Bisogna vedere se il Parlamento riesce ad approvarlo prima che molti reati cadano in prescrizione e se i meccanismi studiati riescono a funzionare. Altrimenti ribadisce - sarebbe meglio una amnistia limitata». [p. cav.] «Servirà a snellire e a decongestionare la macchina-giustizia» Taormina: «Il piano è un'autorizzazione a commettere reati senza conseguenze» Valiani: «Le riforme subito oppure è meglio varare l'amnistia limitata» averio Borrelli sinistra: oberto Maron . sarcire il danno ppprofessori universitar Hi Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick In basso: Leo Valiani Francesco Saverio Borrelli A sinistra: Roberto Maron

Luoghi citati: Cernobbio, Roma, Taormina