Nasce il sindacato della felicità di Emanuele Novazio

Bonn, il fondatore: la produttività è proporzionale al piacere del lavoro Bonn, il fondatore: la produttività è proporzionale al piacere del lavoro Nasce il sindacato della felicità 1BONN conti non sono stati fatti e ci vorrà qualche settimana ancora per conoscere il numero esatto degli iscritti, dal Baltico alle Alpi: ma secondo il suo artefice - Wolfgang Berger, un consulente aziendale cinquantenne di Karlsruhe - il «Sindacato per la gioia nel lavoro», appena fondato, sta superando le aspettative più ottimistiche. A far la differenza, avverte Berger, è «la riflessione sulla serenità» alla quale la nuova associazione richiama imprenditori e dipendenti: «La produttività è direttamente collegata al piacere con il quale si lavora». Perché dunque non rallegrare l'ambiente con piante e fiori, perché non offrire magari caffè e biscotti nei momenti di maggior difficoltà, quando una discussione rischia di trasformarsi in disputa, in diverbio? Perché non darsi regole di comportamento aziendale sobrie ma inflessibili, e non imporsi la «disciplina della serenità e della gentilezza»? E soprattutto: perché non badare alla motivazione di chi lavora, considerato che «se si fa qualcosa malvolentieri lo si fa peggio»? Perché dunque - e sarà questo punto del programma, probabilmente, a far «la differenza» - perché non ricordarsi che la motivazione è direttamente collegata di Guido Ceronetti Nell'uomo, l'uomo soffoca. Jean Rostand Pensieri di un Biologo, 1939 alla responsabilità degli occupati? Uno degli elementi principali, nel programma del nuovo sindacato, è una convinzione che Berger ha maturato lavorando 20 anni in giro per il mondo: «Chi, consapevolmente, rende improduttive delle risorse umane, non deve lamentarsi delle conseguenze». Gli iscritti al sindacato, dunque, non dovranno esigere soltanto un migliore ambiente di lavoro; non dovranno soltanto chiedere biscotti e fiori. Ma reclamare una riconsiderazione del proprio ruolo: pretendere di venire «impiegati al meglio», affinché l'occupazione - qualunque essa sia - non alimenti disaffezione e delusione, affinché non sviluppi pericolose inclinazioni alla sfiducia e allo sconforto. La chiave della «gioia nel lavoro» in fondo è semplice, garantisce Berger: cercare il senso del proprio ruolo, e svilupparlo. Emanuele Novazio

Persone citate: Berger, Guido Ceronetti, Jean Rostand, Wolfgang Berger