«Chi doveva partire ormai Io ha fatto»

«Chi doveva partire ormai Io ha fatto» «Chi doveva partire ormai Io ha fatto» m Dottor Reginato, che ne pensa il demografo di questo requiem dello sboom? «Che la prima ragione è da ricercarsi nell'aumento degli extra-comunitari residenti a W?MM3*é Torino. Dodicimila in più, rispetto all'anno scorso. Bastano a giustificare una perdita di abitanti meno netta degli anni passati. La tendenza registrata a Torino, comunque, è abbastanza comune ai capoluoghi del Nord che in questi anni si sono trasformati in mèta obbligatoria degli stranieri». Insieme con l'arrivo degli extracomunitari, ci sono altre ragioni per cui la città tende a spopolarsi meno? «Certo. Anche il fenomeno detto "fuga dalla metropoli" così intenso all'inizio degli Anni Novanta, adesso non può che assestarsi. Chi aveva voglia di partire lo ha già fatto, a colpi di 2 mila cittadini che facevano la valigia ogni mese. Oggi, non dimentichiamolo, la città sta invecchiando. E i vecchi non partono, se non in minima parte, per tornare nel paese d'origine dove passare la pensione. Gli altri, giocoforza, restano. E anche la tendenza giovanile a fuggire dalla metropoli si è arrestata. Motivo? A Torino il costo della vita è diminuito, non conviene più, quindi, lasciare la città a favore dei piccoli centri della cintura che sono anch'essi ormai alla saturazio¬ ne». A proposito di città che invecchia, qualche settimana fa c'è stato il grande "sorpasso", quello attesissimo dai demografi. La popolazione degli ultrasessantacinquenni è diventata il doppio di quella dei cittadini al di sotto dei 15 anni. Quali conseguenze avrà questo dato? «Anche in questo caso si può dire di aver raggiunto il vertice del paradosso. Se per paradosso s'intende una metropoli che produce sempre meno e deve sempre più accollarsi il peso di una forza che produttiva non è. I nostri studi sulla ciclicità delle nascite lasciano prevedere che il peggio è passato. Senza arrivare all'ottimismo degli Anni Sessanta, quando la famiglia media arrivava a sfornare tre figli, possiamo tranquillamente prevedere che presto la "città senza culle" lascerà il posto a una metropoli più prolifica. Come nel caso dell'inurbamento, anche qui si è toccato una specie di fondo. Oltre un certo limite non si può andare. I matrimoni, quest'anno per la prima volta, sono stazionari e nel giro di qualche anno registreremo un'inversione di tendenza anche nelle nascite. Sempre che l'economia ci dia una mano». Insomma il periodo nero della fuga dalla città senza culle si può dire finito? «Per essere sicuri bisogna attendere il giro di boa del Duemila, sempre che la scienza della statistica non ci giochi brutti scherzi». [e. min.] L'esperto in demografìa: a forza di abbandoni, qui abitano soprattutto anziani. E gli anziani non hanno voglia di andarsene Il demografo Mauro Reginato, docente alla facoltà di Economia e Commercio m W?MM3*é

Persone citate: Mauro Reginato, Reginato

Luoghi citati: Torino