Ranieri: qui ho fatto il mio tempo

Ranieri; qui ho fatto il mio tempo FIORENTINA - ~ M Chiaro messaggio del tecnico che può dare il via al valzer delle panchine Ranieri; qui ho fatto il mio tempo «Con Cecchi Goripatti chiari: libertà di divorzio» FIRENZE. Non gli è servito il successo sul Cagliari che ha rilanciato la sua scjuadra, e neppure la lunga vacanza di Natale o stilare a fine anno un bilancio alquanto lusinghiero: 3" posto, Coppa Italia, SuperCoppa di Lega, quarti di finale di Coppa Coppe. Non gli è servito accorgersi che nessun allenatore italiano, dopo Lippi e Capello, ha vinto quanto lui nel '96 e proprio per questo è diventato uno dei più corteggiati: Parma, Samp, Inter, soprattutto Lazio che tramite Cragnotti ha già sondato il terreno. Davanti a tutto ciò, Claudio Ranieri sorride legittimamente compiaciuto. Eppure, lo aveva confessato prima di Natale dopo le critiche di Cecchi Gori sul gioco della Fiorentina «meno divertente dei miei film»; lo ha ribadito ieri nella prima intervista del '97, continua a sentirsi sopra un vulcano. Tecnico vincente, stimato ma incapace di accendere la passione a Firenze. «E' una sensazione che provo da un po'. Ho l'impressione di aver fatto ormai il mio tempo, ci sono tanti segnali. Sono venuto a noia? Me lo chiedo spesso, sul lavoro penso che nessuno possa rimproverarmi qualcosa, però, evidentemente esistono altri aspetti...». Intristito più che amareggiato, Ranieri preferirebbe parlare della gara con il Napoli, contro la squadra che ha allenato per due anni con alterne fortune, che l'ha mollato sul più bello e che ora si presenta minacciosa, agitando ancor di più le già turbolenti acque fiorentine. Ma non è facile quando si è al centro delle voci: Ranieri viene dato sul piede di partenza (Mondonico e Guidolin i favoriti per la successione) e nonostante il contratto con Cecchi Gori scada nel '98, alcuni episodi e le ultime dichiarazioni evidenziano diversi scricchiolii nel suo rapporto con la Fiorentina e Firenze. Come da copione, nega di avere avuto in queste settimane contatti con altri club, ma fa capire che disagio e vie di fuga non sono invenzioni. «Da quattro anni ormai sono a Firenze. E' un periodo troppo lungo per un allenatore? Non lo credo. Anche perché quando vado in un posto penso sempre sia quello definitivo, almeno finché non si accende qualche spia... Ma il giorno in cui decidessi di andarmene, Cecchi Gori lo saprebbe per primo. Batistuta e Rui Costa sono intervenuti in mia difesa? Sono contento, segno che il mio lavoro viene apprezzato. Ho letto con piacere molte cose sui giornali, che mi vogliono alla Lazio, alla Samp, ecc. ecc. Ma nessuno finora mi ha contattato. Come convivo con questa situazione? Non mi pesa, mi lusinga. Semmai mi dava più fastidio sentire qualche giorno fa che la mia panchina era a rischio, anche se ciò fa parte del gioco». Ranieri ormai ha rotto il ghiaccio, non nasconde di avere stretto con Cecchi Gori, al momento del rinnovo del contratto, una sorta di patto fra gentiluomini: «Lui è libero di cambiare tecnico così come io di valutare una grossa offerta se la ricevessi. Per ora non è successo». Nonostante l'emergenza continua (anche col Napoli mancheranno quattro titolari), il mercato fermo alle promesse, certe decisioni prese senza il suo consenso (come il lungo permesso concesso al pendolare Batistuta), Ranieri ribadisce di non sentirsi solo e incompreso: «Non mi sento abbandonato dalla società e neppure dai tifosi che ringrazio per gli attestati di stima. E il progetto-scudetto, stilato insieme a Cecchi Gori, è ancora possibile e questo mi stimola». Ma dà la sensazione di voler convincere più se stesso che chi ascolta. Brunella Ciullini

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