Del Piero: stranieri da bocciare
Il fantasista della Juve accusa chi compra all'estero senza badare alla qualità Il fantasista della Juve accusa chi compra all'estero senza badare alla qualità Pel Piero: stranieri da botare «I mediocri ci danneggiano» IL BIANCONERO PARLA DA LEADER IN CHIAVE-ITALIA TORINO I L Talento del Duemila lancia ■ l'allarme. Ci stiamo impoverendo. Dice Alessandro Del Piero: «Il calcio italiano importa da qualche stagione solo stranieri mediocri. Poche le eccezioni, gli juventini fra cmesti, ecco perché restiamo i più forti». In Inghilterra, dove sono ricchi ma non scemi, i presidenti vogliono limitare l'invasione straniera. Perché gli indigeni puntano al rialzo per guadagnare quanto Vialli e Ravanelli, Zola e Di Matteo. Qui, da noi, la lievitazione degli ingaggi è un fatto già decennale. Nessun presidente ha mai alzato abbastanza la voce, crogiolandosi nel fatto che comprare straniero costa meno che investire in un giovane. Che poi la multinazionale Reggiana rischi la retrocessione in serie B non ha importanza. «Io - sostiene Del Piero - sono fra i privilegiati e non sono toccato in prima persona dalla valanga di arrivi dall'estero. E sono dell'idea che gli stranieri bravi siano d'aiuto anche alla crescita dei giovani nostrani. Ma mi fa pensare che da un po' di anni siano sempre meno gli stranieri indispensabili. Insomma, chi viene qui dovrebbe fare la differenza, invece l'importazione massiccia sta sempre più togliendo spazio ai calciatori italiani senza dare in cambio nulla sul piano dello spettacolo. Il fatto che uno come Di Livio (ieri febbricitante, non s'è allenato, ndr) abbia esordito in serie A calando aveva ormai 27 anni è emblematico. E lui, almeno, ce l'ha fatta. Altri rimangono ai margini: quanti ragazzi si barcamenano in B o in serie C». Sorge, all'alba del nuovo anno, un Del Piero alla Vialli. Un ragazzo che lascia nel ripostiglio i rimpianti per un Pallone d'Oro che avrebbe meritato ma non è arrivato e parla da leader. «Quante scemenze, ho letto, per quelle banali considerazioni su Ronaldo e sul modo in cui viene coccolato a Barcellona... Ma quale rinegoziazione del mio contratto... Vale quanto ho firmato fino al Duemila. Fra tre anni e mezzo ne riparleremo. Piuttosto, a Piacenza mi sono reso conto che la mia normalità, vale a dire una partita senza acuti particolari, vale cinque in pagella. E' il costo che deve pagare chi, come me, è atteso sempre in versione speciale. Se non tiro fuori la giocata vincente non ho fatto nulla». Da Piacenza a Parma. Il passo è breve. Domani si torna al Tardini. Due anni fa fu l'inizio della fine per gli emiliani. L'I-3 scavò il solco fra le due squadre a favore dei bianconeri. «Oggi il panorama è diverso - afferma Del Piero -. Quella vittoria solo a posteriori si rivelò decisiva per il crollo psicologico del Parma. Stavolta, in caso di sconfitta, abbiamo ancora meno da perdere. Siamo infatti coscienti di aver giocato meglio di tutti finora e non ci nascondiamo dietro l'indubbio vantaggio. Ma il cammino è lungo e il Panna, che prima di Milano aveva raccolto poco, ha dimostrato di essere sulla strada della guarigione, battere il Milan è sempre un exploit. Sono cambiati molti protagonisti di quel match, in attacco sono l'unico superstite (via Vialli, via Ravanelli, ndr), ma il fascino della sfida resta immutato. Sul piano tecnico li abbiamo sempre messi in difficoltà, quando vincevamo noi era di goleada, quando perdevamo era sovente immeritato». La Juventus ha scommesso su Del Piero, rinunciando a cederlo in prestito (estate '94) proprio al Parma. Gli emiliani hanno perso per strada prima Asprilla e poi Zola. Alex è il legame con quelle sfide infinite, Chiesa-Stanic da una parte e Boksic dall'altra capiranno in pochi minuti che cosa significa questo match. L'ombra degli assenti (Zola, Vialli, Ravanelli) si allunga in particolare su Chiesa e Del Piero. Il neo citi Maldini presto dovrà sciogliere i dubbi per Wembley. Gli «ingle¬ si» o la coppia Del Piero-Chiesa? Parma-Juventus può rialzare le quotazioni dei giovani emergenti rispetto alla vecchia guardia transfuga. «Nessuno più di Maldini merita di guidare la Nazionale anche se ero convinto che a Wembley ci saremmo andati con Sacchi...» considera Del Piero. Che, da domani, deve convincere il neo citi. «Dicono che nella Under da lui diretta non sono stato determinante. Che colpa ne ho se nel primo biennio ero troppo giovane (Carbone titolare davanti a lui, ndr) e nel secondo già troppo bravo per stare con i pari età?», si chiede, sorridendo, Del Piero. «Ma quei titoli europei li sento miei come lo scudetto e le coppe vinte con la Juventus». Franco Badolato Alessandro Del Piero nega di aver chiesto un aumento di stipendio: «Non debbo rivedere il mio contratto. Scadrà nel 2000 ne parleremo allora. Piuttosto mi sono reso conto che non posso giocare normalmente, che se non faccio una prodezza è come non avessi fatto proprio nulla. E' il costo che paga chi è atteso sempre in versione speciale»
Luoghi citati: Barcellona, Inghilterra, Milano, Parma, Piacenza, Torino
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