Signori attacca Zeman: anche a lui 5 in pagella
Signori attacca Zeman; anche a lui 5 in pagella Il bomber reagisce alle critiche del tecnico mentre il portiere rientra col dente avvelenato con i tifòsi Signori attacca Zeman; anche a lui 5 in pagella E Rossi spara suifans: mi hanno trattato come fossi un tossicomane una vigilia di polemiche fi ORNA il calcio dopo la pausa natalizia. E lo fa con un paio di botti. In pay tv c'è LazioMilan, match di cartello solo in teoria: le squadre hanno smentito le previsioni e sono andate in tilt, afflitte da crisi e polemiche. Stavolta in prima linea Signori, bersaglio di Zeman, e Sebastiano Rossi, che rientra fra i pali dopo il castigo per le papere di Piacenza e Coppa. Reazioni roventi da Roma. Zeman si è sentito fuori dai piani di Cragnotti e si è sfogato: «I giocatori pensano solo ai soldi. Non posso fare tutto da solo. Zoff non è come Cragnotti. La Lazio ha reso da 5. Mi sarebbe servito un leader, Signori non lo è». E il bomber risponde con alzo zero: «Pensiamo solo ai soldi? Giusto, ma i tecnici fanno lo stesso. Lazio da 5 in pagella? Pure Zeman merita 5, fa parte della squadra. La sua panchina scotta, logico che la società cambi se le cose non vanno. Non sono un leader e nemmeno un vincente? Più dei gol cosa devo fare? Sulla mentalità ha ragione. A Foggia era riuscito a plasmare la squadra, salimmo in B con 5 giornate di anticipo. Alla Lazio non c'è stato il salto di qualità. Però puntare allo scudetto è più difficile. Non parlate di nostro fallimento: vince solo la Juve, tutto il resto è fallimento». La Lazio deve fare attenzione a non finire in B. Signori ammette: «Siamo a 2 punti dalla quart'ultima con 3 partite terribili davanti: Milan, Verona e Juve. Bastano due sconfitte e siamo nei guai». E l'approccio con Sacchi? «E' la prima volta che lo affronto da avversario. Mi fa effetto. Cosa farà per fermarmi? Non so, però mi conosce bene. Nessuna vendetta, mi ha convocato già quando ero a Foggia. Non ripeterò lo sbaglio di dire di essere solo una punta. La finale mondiale capita una volta nella vita. Non ho mai avuto la tentazione di mandarlo a quel paese. Avrei pagato solo io, Vialli insegna». Su un confronto Zeman-Sacchi, Signori è chiaro: «Il primo è riflessivo, l'altro impulsivo. Hanno stesse idee, ma con tattiche diverse. Fondendoli forse si otterrebbe il tecnico ideale». Altri temi, Baggio in panchina e Milan in crisi. «Magari Robi stesse fuori! Io lo farei giocare, se no è sprecato. Dopo Mancini è l'uomo che ha fatto più gol. E' stato Pallone d'Oro, come si può lasciarlo fuori? La sfida è importantissima, dobbiamo vincerla. Il Milan si risolleverà, ha preso Blomqvist, mi piace tanto». E la Nazionale con Maldini? «Con lui torno a sperare. Le prossime 3 partite saranno decisive per me. Maldini dice che pescherà nel vecchio gruppo? Bene, io c'ero». Da Milano si fa sentire Sebastiano Rossi, dopo tre partite (campionato) passate in panchina per scontare gli errori commessi con il Rosenborg (addio alla Champions League) e a Piacenza. E lo fa senza alzare la voce. Il n. 1 è stato perdonato da Sacchi e dovrebbe riprendere il suo posto con la Lazio. Un ritorno in trasferta per evitare l'impatto con i tifosi che lo hanno contestato anche in panchina. Una premura che Rossi non apprezza, «perché con i tifosi il mio rapporto non è mai stato idilliaco. Stavolta hanno superato il limite. Mi hanno trattato come se fossi un tossicomane, un giocatore qualunque, senza tener conto di quanto ho fatto per il Milan». Ed è pronto a rilanciare la sfida ai contestatori, convinto che «alla fine vincerò di nuovo, come in passato. Continuerò ad essere io il titolare. Loro facciano i tifosi, i fischi non mi toccano. Ma è meglio pensare all'attacco laziale, uno dei più forti e pericolosi. Non sarà un ritorno facile per me, l'Olimpico è un campo minato per noi, là Casiraghi e Si¬ gnori non perdonano. E noi aboiamo bisogno assoluto di vincere per non perdere altro terreno e sfruttare il minimo passo falso della Juventus e di chi ci precede». Rossi non sarà l'unica novità nel Milan. Sacchi non ha Maldini e Weah, perciò rivoluziona formazione e schemi: dal solito 4-4-2 passa al 4-5-1 con Simone prima punta (Dugarry in panchina) e Savicevic esterno destro e punta ai retrata. A centrocampo Eranio, Albertini, Davids e Boban, pure lui nella veste di centrocampista con libertà di sostenere Simone. Desailly arretrerà in difesa vicino a Baresi, al posto dello squalificato Costacurta, con Reizinger e Panucci difensori di fascia. Per Raggio solo panchina, ma Robi spera di giocare almeno uno scampolo di partita. Piero Serantoni Nino Sorniani Signori (sopra) rifiuta l'etichetta di mercenario, spera di battere Sacchi e di tornare in azzurro; Rossi (fianco), al rientro nel Milan, è preoccupato solo da Casiraghi e Signori
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