Nel video di falsi viaggi farcito rispuntano i troppi bambini di Alessandra Comazzi
Nel video di falsi viaggi farcito rispuntano i troppi bambini TSVU'&TIVU' Nel video di falsi viaggi farcito rispuntano i troppi bambini NELLA flessione di ascolti di questo periodo, in cui le persone guardano poco la televisione sia perché hanno altro da fare, sia perché non hanno niente da vedere, un programma che resiste è «Striscia la notizia». Accanto alle gialle aggressioni di Salvi (ma uno avrà pure il diritto di non aver voglia di parlare con lui), ci sono gli smascheramenti, anche fatti in casa. L'altra sera di fronte a più di otto milioni di telespettatori, Greggio e Iacchetti hanno dimostrato che c'è il trucco nella trasmissione di Bonolis, «Tira e molla» su Canale 5. Arrivano le ballerine con i cartelli, dietro ogni cartello ci dovrebbe essere il nome di una località turistica: il concorrente sceglie, e vince un viaggio. Ci fanno credere che il luogo esotico sia diverso su ogni cartello. Invece non è così, da una ripresa birichina si vede che c'è sempre scritto Messico. Messico e nuvole, la faccia triste dell'America. Perché ci devono raccontare una cosa del genere, per fare più spettacolo? Basterebbe dire che si vince un viaggio in Messico, non c'è mica niente di ma¬ le, non è mica riduttivo. Però, nella smania televisiva di dare di più, sempre di più (in parallelo a una tv che dà sempre meno), si aggiunge, si carica, si farcisce. E ormai nessuno si scandalizza: il pubblico ha capito che è tutto finzione, che un programma smaschera l'altro, che ci raccontano quello che vogliono, anche quando la verità non sarebbe più banale, magari addirittura sarebbe più divertente. Fingere per fingere, basta non credere mai. Bambini veri e bambini finti, serviti per le feste dalla televisione. A cominciare dalle «Canzoni sotto l'albero» presentate dalla melensa Rita Dalla Chiesa, con i piccoli interpreti costretti ad eseguire, talvolta con voce mostruosa, pezzi non adeguati. E' vero che i bambini imitano gli adulti, e che quindi cantano quello che sentono cantare in televisione, alla radio, dalle persone che li circondano. Però non è mica la stessa cosa, andarlo a fare in tv. Dietro a quelle esibizioni, si immaginano tante madri, tanti padri, che si comportano come Anna Magnani in «Bellissima» di Visconti. Non è più il cine¬ ma, ma è la televisione a rappresentare il mondo dei sogni, la possibilità di sanare antiche frustrazioni, quello che non ho fatto io lo faccia almeno mio figlio. E poi via via, le storie di bambini che cercano una casa, che non vogliono una casa, che trovano un amico, che perdono un tesoro, hanno continuato a popolare il piccolo schermo. Ancora l'altra sera (serata piena di film), Italia 1 ha mandato in onda «La carica di Willy Wuff» (cane intelligente in cerca di salsiccia e di bimba da accudire) e «Annie tra due madri» (bambina sieropositiva abbandonata dalla madre naturale, che poi rispunta). Su Raitre, replica con controfinale di una puntata di «Film vero», quella che aveva per la prima volta ospite un bambino. Autistico, Federico. Con la mamma, il papà, il medico, tutti molto misurati, si raccontava il suo risveglio, e la conduttrice Anna Scalfari gli chiedeva anche a quale maestra vuole più bene. Una domanda così gettava una luce sinistra sull'intera trasmissione. Alessandra Comazzi i
Persone citate: Anna Magnani, Anna Scalfari, Bonolis, Iacchetti, Rita Dalla Chiesa, Salvi, Visconti, Willy Wuff
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