NOSTROMO un marinaio KOLOSSAL

Mi ho cambiato la vita Lo sceneggiato da domani su Raiuno, in tre puntate TROMQ un marinaio ROMA. Ci ha messo trent'anni Fernando Ghia per soddisfare quella che era diventata la sua magnifica ossessione: portare sullo schermo «Nostromo» di Conrad, grandioso affresco sul denaro e il potere, la corruzione e lo sfruttamento, le rivolte illusorie e la ricchezza fittizia, sullo sfondo di un immaginario Paese dei tropici, Sulaco, tra il mare e le montagne. Domani, infatti, «Nostromo» va in onda contemporaneamente in Italia su Raiuno, che trasmetterà le due parti successive giovedì 9 e domenica 12 gennaio, e in America sulla Pbs, che lo manderà in tre serate di seguito, mentre in Gran Bretagna andrà in onda dal 1° febbraio, prima su una poi sull'altra delle reti Bbc, accompagnato da un lancio riservato solitamente ai kolossal americani. Ghia è un uomo grande e grosso, con i capelli bianchi e un sorriso bellissimo, da bambino: non è un caso che, nonostante la differenza d'età, sia il compagno di Gaia De Laurentiis, quella meravigliosa creatura che fa «Target» e che gli ha appena dato un figlio. Nel panorama dei produttori italiani è una figura anomala: fa poco ma quel che fa lascia il segno. L'idea di girare «Nostromo» gliela suggerì lo sceneggiatore Robert Bolt, quando insieme lavorarono alla realizzazione di «La tenda rossa» con Sean Connery, Peter Finch e Claudia Cardinale. Ne discussero ancora quando collaborarono a «Mission», il film di Roland Joffé, Palma d'Oro a Cannes nell'86 con De Niro e Jeremy Irons. «Il problema era che entrambi volevamo rimanere fedeli alla lettera e allo spirito del romanzo di Conrad - racconta Ghia -, ma mentre Robert credeva che le due ore di un film non avrebbero comportato troppi tradimenti, io m'ero convinto che solo una versione televisiva di sei ore fosse compatibile con questa impresa». Fu allora che le loro strade si divisero per sempre e nel '92 Fernando Ghia cominciò a trattare con la Bbc per fare di «Nostromo» ima grande opera televisiva. Costato trenta miliardi di lire, finanziato, oltre che dalla Bbc, dalla Tve spagnola, dalla Wgbh americana e dalla Rai per circa 6 miliardi, «Nostromo» nasce come una produzione tipica della tv pubblica: una buona divulgazione popolare senza stravolgimenti del testo e concessioni al gusto corrente. E' per questo che tra i produttori non c'è alcun grande network statunitense, visto che gli americani volevano imporre a tutti i costi un lieto fine non previsto. E non ci sono neanche i francesi, che Ghia considera malati di «grandeur», ai quali però potrebbe esser venduto, sempre che accettino di pagarlo al prezzo che vuole lui. Il film è stato girato interamente a Cartagena in 16 settimane di preproduzione e 20 di riprese. L'insieme è grandioso. Soprattutto le scene di massa hanno quell'imponenza da Anni 50 ormai dimenticata, con migliaia di indigeni Arauajo coinvolti nelle sequenze girate nella miniera, sul porto, per le strade durante la rivolta. Anche per il cast Ghia ha voluto fosse rispettato Conrad e perciò, per la parte di Nostromo, un marinaio italiano forte e generoso, ha imposto Claudio Amendola, perfetto per il ruolo ma costretto a imparare in gran fretta l'inglese che conosceva poco e male. E così italiani, proprio come voleva Conrad, sono Claudia Cardinale, Arnoldo Foà, Romina Mondello e Stefania Montorsi, la famiglia Viola che gestisce la locanda di Sulaco, mentre inglesi sono il proprietario della miniera, l'attore Colin Firth, sua moglie Serena Scott-Thomas e Albert Finney nel ruolo di un medico alcolizzato e idealista; americano è Brian Dennehy, il finanziere dell'impresa mineraria, spagnolo Joaquin De Almeida, il generale golpista della storia. A dirigerlo è stato chiamato l'inglese Alastair Reid, famoso soprattutto per due serie tv: «Traffik» e «Tales of the city». La troupe tecnica è invece tutta italiana: la musica è di Ennio Morricone, la fotografia di Franco Di Giacomo, la scene di Francesco Bronzi, i costumi di Danilo Donati. Come tutte le opere che si girano in esterni, e in America Latina, le riprese hanno incontrato infinite difficoltà, che Ghia spiritosamente chiama «le varianti tropicali». Un treno da ricostruire interamente in legno perché in Colombia si viaggia in aereo e treni non ce ne sono. I monsoni che arrivano nel mezzo di una scena costringendo a fermarsi. Il porto di Sulaco edificato su una piattaforma di palafitte in mezzo all'acqua, attaccate con tenacia da minuscoli insetti che divorano il legno, col rischio di un crollo devastante. Cavalli che arrivano molte ore dopo il previsto, il centro di Car¬ tagena bloccato per giorni dalle macchine da presa, il caldo intenso che rende ogni cosa faticosissima. E l'accusa, sostenuta da un parlamentare colombiano avversario del presidente Samper sostenitore dell'impresa, di aver disboscato una montagna senza autorizzazione. Proprio come nel romanzo di Conrad, la politica s'è fatta sentire. Simonetta Robiony Tre decenni di tentativi e il romanzo di Conrad è diventato un film. Cast internazionale: Amendola protagonista di una produzione costata 30 miliardi «Ho fatto ballare Claudia Cardinale sopra un tavolo» LA STAME o, in tre puntate Claudio Amendola, sotto: Claude a destra: Serena Scott ThomaMQ Mi hoL'attor«Un'unni di tentativi zo di Conrad ntato un film. ternazionale: protagonista a produzione ta 30 miliardi ROMA. E' la gternazionale diPer fare «Nostcoraggioso e fevelenare l'animne degli inglesminiera, Claudvuto perdere tuffarsi dal bordare a cavallo tutto impararela cosa più diffsempre giocatotività sportivaquand'era ragaha grande confmesi, prima ancte, ha studiato poi, quando finfisticati dirigenaccettato che foa recitare i dialscrittori più clrad, un polaccobritannico, ha uprese un maesscena dopo scetonazione corre Claudio Amendola, sotto: Claudia Cardinale e a destra: Serena Scott Thomas

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