Metalmeccanici, negoziato in salita

LA MAPPA DEI CONTRATTI Pessimismo tra i sindacati, mentre si attende una decisione di Federmeccanica Metalmeccanici, negoziato in salita Sabattink serve subito uno sciopero generale ROMA. Un altro incontro tra governo e sindacati, ma la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, ormai incagliata da mesi, non si sblocca. Anzi, all'orizzonte spunta la minaccia di un nuovo sciopero generale. Per i segretari di Firn, Fiom e Uilm che ieri hanno incontrato il ministro del Lavoro Tiziano Treu, l'appuntamento è servito solo a ribadire che la proposta del governo di un aumento di 200 mila lire mensili ò per i sindacati una mediazione accettabile u a sentirsi dire un'altra volta dal ministro che Federmeccanica non considera invece praticabile la proposta. La palla passa a questo punto agli industriali, che martedì 7 terranno il direttivo di Federmeccanica a Milano: in quell'occasione il presidente Gabriele Albertini e i suoi quattro vice potrebbero tirare fuori dal cappello un'altra proposta, alternativa ma mene lontana da quella presentata dal governo. Il giorno successivo, dopo che la mattina si terranno i consigli generali di Firn, Fiom e Uilm, la trattativa ripartirà ufficialmente, dato che Treu ha convocato le parti proprio per l'8. Ma sembra comunque difficile che si arrivi a una conclusione in tempi brevi, anche perché Federmeccanica vuole piuma sentire il parere dei propri associati all'assemblea generale del 14 gennaio. «Da ciò che decideranno gli industriali il 7 - ha spiegato il leader della Uilm Luigi Angeletti - dipenderà anche l'esito della riunione dei consigli generali di Fiom, Firn e Uilm fissata per l'8 gennaio». E mentre il segretario della Firn Gianni Italia definisce la situazione «critica», Cesare Damiano, vicesegretario generale della Fiom, pur avvertendo gli industriali «che il sindacato non può rinunciare a rinnovare un contratto nazionale», guarda già a un eventuale fallimento della mediazione e pensa a una misura estrema nel caso non si riesca a firmare un accordo: «Contratti-tipo con aumenti di 200 mila lire in ogni azienda che ci sta e ad una serie di scioperi in quelle che non ci stanno». L'impressione tra i sindacati è che si sia arrivati in una situazione di stallo nella quale appare difficile anche impostare una nuova trattativa sulla base della proposta di Treu, come sarebbe disposta a fare l'ala più «moderata» dei metalmeccanici. E qualche perplessità si registra anche sull'operato del governo, che dopo aver avanzato la proposta di mediazione non sembra - è l'accusa - averla sostenuta fino in fondo approfittando anche delle misure a favore delle imprese inserite nel decreto di fine anno. Sul fronte degli imprenditori, intanto, Federmeccanica sceglie la linea del silenzio, mentre l'Intersind, che ieri ha tenuto il suo direttivo, ribadisce l'intenzione di chiudere «in tempi brevi, nella logica di quanto previsto dall'accordo del luglio '93». Mentre ci si avvicina a quella che dovrebbe essere la stretta finale, insomma, le posizioni sembrano più lontane che mai. Tanto che proprio ieri Claudio Sabattini, segretario generale della Fiom, ha rilanciato la proposta di uno sciopero generale. Parlando al direttivo della Fiom piemontese dedicato proprio alla vicenda dei metalmeccanici, Sabat- tini ha detto che lo sciopero «a questo punto è necessario e deve essere preparato politicamente perché deve essere chiaro che il movimento sindacale gioca nei confronti della Confindustria una partita che investe tutta la struttura contrattuale». Per il segretario della Fiom la proposta del governo deve servire «a chiudere il contratto, non ad aprire una nuova trattativa. Il ministro Treu parla di proposta flessibile nel senso che ritiene possibile mettere insieme le parti. Io invece non penso che ciò sia possibile». Duro anche il segretario della Fiom piemontese, Giorgio Cremaschi, che parla di atteggiamento «fantozziano» di Treu nei confronti degli industriali. Cremaschi chiede al sindacato due azioni di lotta: «Da una parte le confederazioni devono dichiarare la crisi dei rapporti con la Confindustria, dall'altro bisogna arrivare allo sciopero articolato nelle fabbriche, partendo dallo "sciopero della penna" dei dirigenti sindacali, i quali non dovranno più firmare nessun tipo di accordo, sia che riguardi la flessibilità, gli orari di lavoro, o altro». Sulla questione del contratto dei metalmeccanici è tornato ieri anche il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati, imputando le difficoltà dell'accordo alla Fiat: «Nella seconda metà di luglio, Federmeccanica sembrava avere interesse ad una conclusione del contratto dei metalmeccanici. Successivamente c'è stato un irrigidimento di Federmeccanica, che non ha mai avanzato delle proposte quantitative: io credo si sia irrigidita soprattutto perché l'azienda più grande, la Fiat, aveva cambiato opinione sul rinnovo contrattuale. La mia opinione ha continuato Cofferati - deriva dalle cose successivamente scritte e dette da Romiti ad agosto e che confermavano un interesse molto più blando della Fiat a chiudere il contratto. Insomma, si è persa una grande occasione». [f. man.] LA MAPPA DEI CONTRATTI [I contratti già firmati, quelli da rinnovare e quelli con scadenza successiva al mese di dicembre 1996] SCADUTI IN ATTESA DI RINNOVO | CATEGORIA SCADENZA 1 DA RINNOVARE RINNOVATI ICATEGC^^^DAmflRM^ [CATEGORIA^ Fonte: elaborazione del Sole-24 Ore del lunedi iì)laparte normativa quadriennale scade a fine'98 (2) Il testo sottoscritto a luglio '96 è attualmente in {ose di controllo alla Corte dei conti

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