«Sacerdoti, più coraggio»

«Sacerdoti, più coraggio» «Sacerdoti, più coraggio» Parla ilfrate che ha convertito gli assassini delVAutobrennero IL perdono? E' una grande conversione che chiede tempo e alla quale non tutti possono arrivare: io prego perché ci riesca la sorella di Maria Grazia. Ma capisco il suo grande dolore. Ho riletto la sua lettera più volte: da quelle parole così dure contro i killer dei sassi esce l'amore che aveva per sua sorella». Don Beppe Prioli è il francescano che ha incontrato e convertito gli assassini di Monica Zanotti, la prima vittima dei lanciatori di pietre. Fratello Beppe, l'episodio di Alessandria sembra dimostrare che l'appello di Moschini perché altri giovani non commettessero il loro sbaglio non è servito a nulla. Concorda? «Ne ho parlato con Marco, Riccardo e Davide proprio stamani, in carcere a Padova. Devo dire che ci sentiamo tutti un po' sconfitti, loro ed io. Gli appelli, le parole non sono serviti a niente. Ma posso garantire che non è vero che il carcere non cambia le persone. Non è vero che 15 anni dietro le sbarre sono pochi. E non si risolvono i problemi infliggendo l'ergastolo». Eppure c'é chi come lo scrittore cattolico Vittorio Messori invoca la forca. Ha detto: «Impiccherei i killer sotto i cavalcavia e permetterei ai parenti delle vittime di infierire sui cadaveri». Che cosa ribatte? «Semplicemente, che non si risponde alla violenza con altra violenza. Mai. Nemmeno in questo caso. E poi inviterei tutti quelli che in que¬ ste ore fannp esercizio con le parole, a riflettere piuttosto, a chiedersi perché succedono simili sciagure, perché i giovani godono a trasgredire, perché si sentono spinti a far del male per farsi notare. Ed è un invito che riguarda tutti, anche noi uomini di chiesa». Qual è la vostra colpa? «Quella di vivere chiusi nelle nostre oasi di pace invece di uscire, di renderci conto di persona perché questi ragazzi sono così annoiati, non sanno più divertirsi, non hanno più regole morali. Troppo comodo accorgersi di loro quando sono già diventati assassini. Ci vuole più coraggio: da parte dei sacerdoti e dei genitori». Lei che da 30 anni frequenta il carcere, che ha raccolto le sue esperienze nel libro di Fabio Finazzi «Fratello lupo», concorda con l'idea del filosofo Vattimo che bisogna restaurare le pene corporali per addomesticare la bestia che c'é in noi? «Io punterei a un modo diverso di gestire la giustizia. Ora si pensa soltanto a isolare il colpevole dalla società chiudendolo in quel contenitore che è il carcere. Ma non si offre così un'occasione di riscatto a chi ha sbagliato. E tantomeno lo si aiuta a prepararsi a un ritorno nella società. Meglio sarebbe costringerlo per esempio a versare una parte dello stipendio che prenderebbe una volta fuori a fini sociali, a dedicare parte della libertà riacquistata al volontariato», [p. p. 1.]

Persone citate: Beppe Prioli, Fabio Finazzi, Fratello, Fratello Beppe, Maria Grazia, Monica Zanotti, Moschini, Vattimo, Vittorio Messori

Luoghi citati: Alessandria, Padova