«Il Papa a Cuba nel gennaio '98» di Maria Grazia Bruzzone

«Il Papa q Cuba nel gennaio #98» li cardinale Ruini è da ieri in visita all'Avana: questa chiesa è in decisa crescita «Il Papa q Cuba nel gennaio #98» Un anno di attesa, «ha già troppi impegni» L'AVANA DAL NOSTRO INVIATO Il Papa verrà a Cuba, probabilmente all'inizio del prossimo anno. L'annuncio ufficiale della visita eccezionale del Pontefice nell'isola verrà comunicato ufficialmente nel corso della messa solenne nella splendida cattedrale barocca dell'Avana officiata dallo stesso cardinale Ruini, il presidente della Conferenza Episcopale italiana, in visita a Cuba da giovedì sera. Ieri Ruini ha ricordato che la sua è una visita ad una chiesa «in decisa crescita e rinnovamento», che avviene in una fase «di normalizzazione» nei rapporti tra il governo cubano e la chiesa. La data esatta del viaggio del Pontefice nessuno è in grado di anticiparla. Ma durante il ricevimento alla Nunziatura la notizia dell'annuncio imminente correva di bocca in bocca. Oscurando anche quella di un eventuale incontro del Presidente Castro col presidente della Cei. Secondo alcuni, i medici avrebbero consigbato al Papa di non «sovraccaricare» il calendario degli impegni del 1997. Monsignor Ortega, secondo cardinale nella storia recente della Cuba «rivoluzionaria», è raggiante per il viaggio del Papa e parla di un «avvenimento di grande importanza». Mentre un diplomatico della Nunziatura cubana che preferisce mantenere l'anonimato spiega: «La visita del Pontefice avrà prima di tutto un significato pastorale, di incontro con la Chiesa cubana e la comunità cattolica dell'isola. Certamente avrà anche degli effetti sul piano politico, ma di questo il Papa non si cura». Parole improntate alla cautela diplomatica, eppure significative. Altrettanto cauta, ma ben più esplicita è la signora Caridad Diegu, l'esponente del Comitato Centrale del partito comunista cubano, responsabile del dipartimento per i problemi religiosi che il cardinal Ruini ha incontrato ieri mattina. E sebbene sia considerata una cosa ovvia, fa comunque un certo effetto vedere le macchine scure della delegazione cattolica italiana fare il loro ingresso nel cuore dello storico partito della «revoluciòn», uno degli ultimi partiti comunisti rimasti al potere nel mondo. La signora Diegu ha una quarantina d'anni e un atteggiamento aperto e cordiale, «La Cei sta portando avanti a Cuba una serie di progetti di sviluppo sociale molto imuortanti a cui sia¬ mo molto interessati», premette. E cita l'ospedale oftalmico «Pondo Ferrer» che il cardinale Ruini ha visitato ieri prestissimo, prima di recarsi nella «casa dei salesiani». «I rapporti del governo e del partito comunista cubano con la Santa sede sono sempre stati buoni, ma anche quelli con la chiesa di Cuba sono sensibilmente migliorati, soprattutto negli ultimi tempi», spiega la signora Diegu. Che subito non può fare a meno di ricordare la grande sintonia di vedute fra il Papa e Fidel Castro sulla povertà, la fame nel mondo e il debito estero dei Paesi del Terzo Mondo, espressi durante il recente summit della Fao a Roma. Probabilmente è anche in quella circostanza, con Fidel Castro ospite in Vaticano, che è maturata la decisione finale della prossùna visita del Pontefice. Non essendo ancora ufficiale l'annuncio, la signora Diegu è cauta. «Certo, se dovesse davvero verificarsi, sarebbe un avvenimento di grande importanza: per la Chiesa cubana, ma anche per il Paese». Pensa che potrebbe avere un peso nel modificare la politica americana di chiusura verso Cuba? Proprio l'altro ieri il presidente Clinton ha annunciato che intende mantenere l'embargo della legge Burton-Helms. Un embargo contro il quale si è pronunciata l'Unione Europea. E fra gli osservatori, qui all'Avana, c'è chi vede addirittura un significato simbolico nella visita del Papa nel 1998, ricorrenza del centenario della fine della guerra ispano cubana che vide la mediazione di un Pontefice. Risponde la signora Diegu: «Noi abbiamo già contatti con gli americani. Siamo aperti verso tutti i Paesi, compresi dgli Stati Uniti. Carlos Lage (vice presidente del Consiglio di Stato e stratega del «nuovo corso cubano», come del resto la Diegu) lo ha recentemente ribadito all'Onu. Ma sicuramente - aggiunge la visita del Papa potrà fare molto per correggere le tante false immagini che il mondo ha di Cuba e del suo governo». Maria Grazia Bruzzone «La sua visita avrà prima di tutto un significato pastorale, di incontro con la comunità cattolica che vive sull'isola» Il cardinale cubano Jaime Ortega Alamaino accoglie l'inviato del Vaticano, il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, all'aeroporto dell'Avana