«Nessuna paura per i conti '97» di F. Ama.

Ciampi: lo sfondamento, colpa della Tesoreria «Nessuna paura per j conti #97» Ciampi: lo sfondamento, colpa della Tesoreria la guerra deb ìmmmi ROMA EL '96 il deficit ha raggiunto 138.500 miliardi, circa 15 mila in più rispetto alle stime ufficiali contenute nel documento di programmazione economica e finanziaria che prevedevano un rosso di circa 123 mila miliardi. In totale, a settembre, il debito pubblico era di 2.178.460 miliardi, secondo i dati diffusi ieri dalla Banca d'Italia: come dire, 40 milioni a carico di ogni italiano, di qualsiasi età, sesso e classe sociale. Un aumento del 35% in più in sei anni. Le prime considerazioni sul risultato di dicembre evidenziano dunque difficoltà inaspettate ma «i dati sono assolutamente sotto controllo, non c'è alcun elemento di preoccupazione o di novità», avverte il presidente del Consiglio Romano Prodi. E, anche il superministro dell'Economia, Carlo Azeglio Ciampi, in una nota, ha immediatamente invitato alla calma. «Gli andamenti di fondo del bilancio dello Stato sono rimasti in linea con le previsioni. Non vi è quindi motivo alcuno per temerne conseguenze sui conti del 1997». 0, come avvertiva già nella relazione trimestrale presentata al Parlamento, la «chiusura dei conti '96 verrà realizzata senza interferire in alcun modo sul fisiologico andamento degli incassi e dei pagamenti» e dunque «presentando un risultato il più fedele possibile allo stato reale delle cose». L'invito alla calma del ministro Ciampi non è stato accolto. La notizia ha provocato un'ondata di polemiche. Sul banco degli imputati, oltre al governo, per l'errore - secondo Forza Italia non casuale - nelle previsioni, anche Regioni, Comuni, Province, enti locali e decentrati. Sarebbero state le loro richieste di fondi, spinte dalle voci di un provvedimento che avrebbe frenato gli impegni di spesa nel '97, a provocare lo sfondamento per circa 5 mila miliardi. E' lo stesso ministro Ciampi a indicare le richieste degli enti locali come una delle quattro macro-cause che hanno fatto saltare le stime di via venti Settembre. L'improvviso peggioramento del fabbisogno statale - spiega il ministro - «discende dall'andamento dei conti di tesoreria e non dal disavanzo di cassa del bilancio dello Stato. Esso riflette l'accelerazione, soprattutto negli ultimi giorni dell'anno, dei pagamenti da parte di enti locali, Usi e altri enti soggetti al sistema di Tesoreria unica». Nella relazione sulla trimestrale di cassa a settembre '96 e sulle stime del fabbisogno pub¬ blico per tutto l'anno, appena presentata al Parlamento, il ministro Ciampi ha spiegato con maggiore diffusione quanto è accaduto ai conti pubblici. A determinare lo sfondamento - scrive - «hanno contribuito il maggiore utilizzo per 5-6 mila miliardi delle disponibilità di tesoreria nel '95 da parte della comunità». Ma la relazione rileva anche che il fabbisogno finale dello Stato per il '95 (130.200 miliardi di lire) aveva risentito probabilmente di un giovamento dovuto alla contabilizzazione nel '96 del maggiore utilizzo delle disponibilità di tesoreria relative in particolare all'area delle risorse proprie della comunità. «Dunque - si legge nelle 171 pagine del documento - la base di partenza dei conti del settore statale del '96 risultava maggiorata per una cifra dell'ordine di 5-6000 miliardi». Vi è poi da considerare il peggioramento delle stesso scenario economico di riferimento. Non è facile al momento valutare con precisione gli effetti di tale peggioramento - si legge ancora nella relazione - ma è indubbio che essi hanno contribuito ad allontanare il conseguimento dei risultati attesi». Ciampi ha evidenziato poi che una serie di misure di contenimento poste in essere, sul lato delle spesa, probabilmente «hanno avuto risultati meno incisivi di quelli attesi». A ciò si deve poi aggiungere «l'enorme consistenza delle giacenze di tesoreria», intestate ad enti decentrati di spesa, a imprese e all'Unione europea: esse introducono «un fattore di scarsa prevedibilità» nella composizione dei flussi di entrate e di spesa, considerando la sostanziale autonomia di cui questi soggetti godono nell'utilizzo delle risorse di cui sono titolari, [f. ama.]

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Romano Prodi

Luoghi citati: Roma