Uccisi dai gas della caldaietta

Le vittime sono due giovani fidanzati di Ivrea, morto anche il loro cagnolino Le vittime sono due giovani fidanzati di Ivrea, morto anche il loro cagnolino Uccisi dai gas della caldaietta Ma è giallo sulla tragedia: la canna fumaria del bruciatore era in parte ostruita da mattoni Ha aperto la porta dell'alloggio per capire come mai lo zio non era andato a lavorare, e perché non rispondeva neppure al telefono. Il piccolo Alex, 13 anni, ieri mattina si è trovato di fronte ad una scena agghiacciante: l'uomo era riverso sul pavimento del bagno, la sua fidanzata distesa scompostamente sul divano, entrambi privi di vita così come il loro cagnolino, un bassotto marrone. I primi accertamenti della polizia lasciano poco spazio all'incertezza: ad uccidere la coppia sono state le esalazioni di metano dalla caldaia, installata nell'angolo cottura del monolocale. Ennesime vittime del gas-killer sono due giovani di Ivrea: Claudio Dolara, 31 anni, ex operaio della Lit Filati (azienda eporediese fallita di recente), ed Elena Blaseotto, 26 anni, dipendente della cooperativa L'Arciere (che si occupa delle pulizie nell'ospedale cittadino), fidanzati da circa due anni. La ragazza lascia due figlie avute da una precedente relazione, Katya e Jennifer Formento Cavaier, di 9 e 8 anni; per consentirle di lavorare, era la madre Immacolata Saccone ad occuparsi delle bambine. La tragedia è avvenuta il giorno di Capodanno, nell'alloggio al terzo piano di via Ravaschietto 31, a ridosso della stazione ferroviaria di Ivrea. Un monolocale ammobiliato, con angolo cottura e un piccolo bagno, dove Elena viveva da circa due mesi con il suo affezionato cagnolino e dove, ogni tanto, ospitava il fidanzato Claudio, residente in canton Burzio 36. Oggi verrà eseguita l'autopsia sui corpi dei due giovani. Sulle cause della morte (che, da un primo esame del medico legale, dottor Buora, potrebbe risalire al tardo pomeriggio o alla serata di mercoledì) non sembrano comunque esserci dubbi: intossicazione da monossido di carbonio, proveniente dalla caldaia dell'alloggio. E subito è stata aperta un'inchiesta da parte del sostituto procuratore di Ivrea, Alberto Braghin. Sul suo tavolo, da ieri pomeriggio, ci sono i rapporti della squadra investigativa del Commissariato; sarà compito del magistrato, ora, accertare eventuali responsabilità. Un particolare, soprattutto, dovrà essere chiarito dagli inquirenti. Un primo e superficiale controllo da parte di polizia e vigili del fuoco non ha evidenziato difetti di funzionamento nella caldaia. Inquietante, invece, la scoperta effettuata durante un sopralluogo nel sottotetto: due mattoni erano appog¬ giati sul tubo di scarico della caldaia, rendendone difficoltoso lo sfiato. Non è escluso che siano stati proprio questi mattoni (probabilmente messi per evitare la caduta all'interno del tubo di topi o altri animali, oppure inavvertitamente posati e dimenticati da qualcuno) a bloccare lo scarico e a far saturare di gas il piccolo monolocale. Enos Francescon, 54 anni, di Montalto, proprietario dell'alloggio insieme alla figlia Carmen, 30 anni, non riesce a darsi pace per quanto è accaduto. «Abbiamo acquistato il monolo- La caldaietta non è sembrata difettosa ma due mattoni nel sottotetto ostruivano lo scarico cale tre anni fa - spiega -, e l'impianto era stato rifatto. C'è il foglio di idoneità, è tutto a norma; e oltre allo scarico sul sottotetto c'è anche uno sfiato sulle scale esterne». É i mattoni sul tubo? «Io non sono neppure mai salito sul sottotetto. Davvero, non riesco a capire come possa essere successo». Ieri i familiari delle giovani vittime erano sconvolti dal dolore, e per tutti era quasi impossibile ricostruire le ultime ore ^lla coppia. «Claudio è venuto qui il giorno di Capodanno racconta la sorella Barbara, 27 anni -. Aveva chiesto a nostra madre di telefonargli al mattino dopo: lavorava saltuariamente come muratore, e doveva uscire presto». Alle chiamate della mamma Bruna Valenti, però, non ha risposto nessuno; il telefono di casa e il cellulare hanno suonato a vuoto. «Sono corsa subito a vedere di persona - continua Barbara Dolara -, insieme con mio nipote Alex. Purtroppo, è stato lui ad aprire la porta e a vedere per primo i corpi senza vita dello zio Claudio e di Elena». Ora sarà l'autopsia a stabilire con esattezza le cause della morte; e in attesa delle perizie tecniche sull'impianto, dovrà essere chiarito il mistero di quei due mattoni sul tubo di scarico. Mauro Revello Il proprietario dell'alloggetto «L'impianto è nuovo e a norma e ho il documento dell'idoneità» 1 Le vittime Claudio Dolara 31 anni e Elena Blaseotto di 26. Erano fidanzati da un paio d'anni La ragazza lascia 2 figlie

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