Chiesa: meno male, c'è la Juve di Claudio Giacchino

Domenica torna il campionato, per la capolista un «nemico» in più a Parma Domenica torna il campionato, per la capolista un «nemico» in più a Parma Chiesa; meno male, c'è la Juve «Quando la incontro il gol è assicurato» UN BOMBER IN CERCA DEL RILANCIO APARMA RR1VA la Juventus. Ditelo a Enrico Chiesa e lo vedrete illuminarsi perché i bianconeri gli portano buono. Infatti, non si fa a tempo a cominciare: lei l'anno scorso, con la maglia della Sampdoria, alla Lippi band segnò due reti... che, d'impeto, puntualizza «tre. Due all'andata, e una al ritorno. La doppietta ci fece vincere a Marassi, l'altra marcatura spianò la strada al clamoroso 3-0 con cui battemmo Peruzzi C. a Torino. Devo continuare la serie domenica, da troppo tempo sono a secco». Già, Chiesa, valutato in estate 25 miliardi, non va in porta da cinque partite: l'ultimo centro, proprio alla «sua» Samp. «Era il 17 novembre, valse l'1-l. Da allora non ho combinato più nulla. Sono deluso di me, sinora ho roso ben al di sotto delle mie possibilità. Come, d'altronde, tutto il Parma. La fulminea eliminazione da Coppa Italia e Coppa Uefa ci ha precipitato in una crisi da cui solo adesso stiamo emergendo. Non oso pensare che cosa sarebbe successo se non avessimo vinto a San Siro contro il Milan». Facile immaginarlo: Ancelotti non sarebbe più con voi. «L'avevo detto, proprio alla vigilia del Milan, giù le mani dal mister, lasciatelo lavorare in pace e i risultati arriveranno. Infatti...». Aveva anche detto che molti suoi compagni «timbrano il cartellino» e che non la mettono mai in condizione di fare gol. Ricorda? «Altroché. La mancanza di successi aveva portato in alcuni sfiducia, rassegnazione e quella mentalità, diciamo così, impiegatizia che sempre attanaglia le squadre in difficoltà e fa andare le cose di male in peggio perché l'impegno vien meno, insieme alla sicurezza nei propri mezzi, e si tira a campare, a vivere gli allenamenti come un lavoro di routine, si va in campo come se si andasse in ufficio. Però, prima il bel pari a Vicenza e poi l'impresa di San Siro hanno restituito entusiasmo. Siamo pronti per la Juve, che è ancora più forte della scorsa stagione». Lo si dice ora, ma in agosto tutti a profetizzare che le cessioni di Vialli e Ravanelli si sarebbero rivelate un disastro. Invece... «Il segreto dello strapotere bianconero non è nei giocatori ma nell'allenatore: Lippi è un grande, il miglior tecnico del mondo. E' lui l'artefice dei trionfi juventini». Cerca, forse, un posto alla corte di Marcello il Bello? «Niente affatto, sto bene qua e non sono le solite parole. Per avermi hanno pagato un tesoro e devo ancora dimostrare che valgo quei soldi. Ripeto, ho fatto ben poco». Che voto si dà? «Cinque. Come i gol fatti. Una miseria». Davvero pochi per chi l'anno scorso ne segnò 22 e ben 14 ne realizzò con la Cremonese nel '95. Però, se i compagni non le danno palloni buoni...? «E' vero, in precedenza ho tirato poco in porta perché nulla o quasi avevo da tirare ma già contro il Milan qualche occasioncella l'ho vista. Insomma, il lavoro di Ancelotti comincia a dare frutti». Inoltre, non c'è più Zola a toglierle spazio e gloria. «Per carità, nessuna polemica con Gianfranco che ha fatto benissimo ad andare in Inghilterra. Non l'ho certo mandato via io, la sua è stata una scelta di vita. Azzeccata». Se battete i bianconeri che cosa succede? «Succede che abbiamo rilanciato il vituperato Parma. Per lo scudetto ò tardi e con questa Juve credo sia tardi per tutti. Guai, però, se non centriamo la Uefa. Anche il 2° posto, che vuol dire Champion League, è mica sulla Luna, in fin dei conti è lì, a soli 5 punti». E se Chiesa torna ad essere quello della Samp... «Allora ne vedremo delle belle». Terminiamo con la Nazionale: adesso che Sacchi non c'è più, teme di averla persa? «Sacchi mi ha regalato l'azzurro, gli sarò eternamente grato. Ora si tratta di convincere Maldini che merito sempre il posto. L'unica maniera è riprendere il magnifico vizio del gol e chissà che la Juve non arrivi a fagiolo. Però, che iattura tutta questa neve, ci costringe a lavorare in palestra, giocando solo a calcetto». Claudio Giacchino Zidane spiega: «La mia fortuna è che Lippi ha smesso di utilizzare il tridente Prima dovevo coprire la difesa ed avvertivo un peso, ora non devo arretrare con urgenza» Chiesa, finora 5 gol in campionato

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