Sicurezza, polemica sulle proroghe

Guariniello critico: «Le leggi non saranno applicabili alle scuole fino al Duemila» Guariniello critico: «Le leggi non saranno applicabili alle scuole fino al Duemila» Sicurezza, polemica sulle proroghe Fa discutere il rinvio delle norme sugli edifici una decisione contestata VROMA ALAN GA di proroghe, con il decreto legge di fine anno, che interessano un arcipelago eterogeneo: dalla scuola alla Bosnia, dalla sicurezza degli edifici alla Rai. E una bordata di critiche, soprattutto in tema di sicurezza, si accompagna all'entrata in vigore del provvedimento. «La sicurezza non e un optional», tuona l'Associazione ambiente e lavoro, mentre il procuratore aggiunto presso la pretura di Torino, Raffaele Guariniello, noto per le inchieste in materia ambientale, si domanda se «dovremo aspettare l'ennesima tragedia per renderci conto di certe cose» e sottolinea polemicamente che «non saranno applicabili alle scuole, fino al Duemila, le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro previsti dalla legge 626 e da altri provvedimenti precedenti». Ma vediamo le norme più attese, quelle sulla sicurezza degli edifici. Il nuovo decreto legge (n. 670-96) proroga al novembre prossimo il termine entro il quale dovranno essere emanati i decreti interministeriali per l'attuazio- ne delle norme di sicurezza relative alle amministrazioni pubbliche. Viene anche prevista una regolarizzazione «a costo zero» per le contravvenzioni a carico degli operatori sulla base del decreto 626-94: per le violazioni accertate entro il 30 giugno 1997 il termine di regolarizzazione non potrà superare i 12 mesi (con un minimo di 4 mesi che sale ad 8 per i videoterminali); il termine di 12 mesi, comunque, può essere prorogato di altrettanto una sola volta; se l'adempimento delle prescrizioni avviene entro tali termini la contravvenzione si estingue senza alcun pagamento. Per le contravvenzioni sino al 31 dicembre 1997 (per cui valgono i termini di adempimento di 12 mesi raddoppiabili) le somme da pagare si dimezzano. Ancora. Slitta a fine anno il termine per l'adeguamento, in edifici ad uso civile, degli impianti elettrici (già in uso nel marzo 1990); e slitta al 31 dicembre 1999 il termine di adeguamento degli impianti di trasporto e utilizzo del gas all'interno degli edifici. Queste proroghe hanno provocato, come dicevamo, la reazione del giudice Guariniello. «Il 23 dicembre scorso - afferma il magistrato - il parlamento ha approvato una legge dal titolo «Differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di interventi in campo economico e sociale». Un articolo prevede che per gli edifici di proprietà pubblica, adibiti a uso scolastico, gli enti competenti abbiano tempo a mettersi in regola fino al 31 dicembre del '99. «La proroga riguarda - prosegue Guariniello non solo le norme della 626, che sarebbero dovute entrare in vigore da quest'anno, ma anche quelle sulla prevenzione degli incendi contenute in un decreto ministeriale del '92 e sull'adeguamento degli impianti elettrici e di riscaldamento previste addirittura da una legge del '90. E' una scelta in contrasto con le più elementari esigenze di sicurezza». E conclude: «Fra l'altro l'Italia era già in ritardo rispetto alle direttive comunitarie, che avrebbero dovuto essere recepite sin dal '92». [fr. bu.)

Persone citate: Guariniello, Raffaele Guariniello

Luoghi citati: Bosnia, Italia, Torino