L'Italia si divide sul perdono di Giuliano Ferrara

«Rabbia pericolosa», e il pm boccia ogni indulgenza. Auto colpita sulla Palermo-Trapani «Rabbia pericolosa», e il pm boccia ogni indulgenza. Auto colpita sulla Palermo-Trapani L'Italia si divide sul perdono Polemica sulla lettera d'odio ai killer dei sassi ROMA. «Se Maria Rosa non avesse scritto questa lettera, ci siamo chiesti, che cosa sarebbe successo?». A interrogarsi angosciata è Maria Grazia Berdini, sorella dell'autrice della disperata e controversa «maledizione» contro i killer del cavalcavia, quelli che le hanno strappato l'altra sorella, Maria Letizia. La sua paura, e la paura della famiglia Bercimi, è che l'assassinio resti impunito oppure che i colpevoli, una volta presi, possano beneficiare del clima di perdonismo alimentato dai numerosi appelli che si sono ripetuti negli ultimi giorni. «Il nostro unico scopo ò avere leggi che prevedano pene severe. Risarcimenti non ce li può dare nessuno: la nostra battaglia è per gli altri, per prevenire altri fatti simili. Se Dio ci ha dato questa disgrazia, e noi siamo credenti, che almeno abbia un senso», ha spiegato Maria Grazia. «Ci scusiamo per la cattiveria della lettera, so qualcuno ci ha visto cattiveria, ma cerchiamo di aiutare altre possibili vittime». Nessuna indulgenza, dice il procuratore della Repubblica di Tortona, Aldo Cuva, che coordina l'inchiesta per identificare i killer. «Il caso è talmente grave che non merita alcuna indulgenza», ha sottolineato ieri. «E' stato compiuto da persone insensibili, con il cuore di pietra. Come magistrato dico che devono essere puniti per prevenire altri episodi». Ma mentre le indagini proseguono, la polemica innescata sulla durezza della «lettera aperta» di Maria Rosa non si spengono. «Forse sarà bene consentire che con il tempo l'animo si plachi e tutto sia visto in una luce più serena», ha dichiarato il cardinale Ersilio Tonini, che ha chiesto agli assassini di costituirsi. «Del resto - ha aggiunto - che cosa accada neU'animo di un familiare quando ti viene ucciso qualcuno lo so: era la Pasqua del '50 quando un'auto pirata ha ucciso mio padre». E un altro appello - ancora più deciso per il perdono - è arrivato dal commentatore dell'«Osservatore Romano» Gino Concetti: «Se le reazioni delle sorelle di Maria Letizia sono comprensibili, nell'ot¬ tica della fede bisogna andare a un'altra Maria, che sul Calvario ha accolto il messaggio del perdono». Toni simili sono arrivati dalla presidente della Federazione Psicologi, Vera Slepoj: «E' una lettera pericolosissima, che tende a legittimare una risposta violenta per riscattarsi dal torto subito». Ma al fronte dei «perdonisti» si contrappone quello dei «colpevolisti», tra cui spicca l'antropologa Ida Magli. Secondo lei, la sorella della donna uccisa «è coraggiosissima»: «Se un cittadino scrive una lettera di questo tipo, è perché ritiene che in Italia non vi sia più giustizia». E la Chiesa - prosegue - non può risolvere il problema invocando il perdono: «Un sacerdote può farlo nel confessionale, ma non può chiedere clemenza allo Stato». Sulla stessa linea il segretario e il vicesegretario dell'Unione sindacale di polizia, Giampaolo Tranci e Massimo Ciarrocchi. Tonini si faccia da parte - attaccano - perché la pratica crirninale di lanciare i massi «non è una questione ecclesiale, bensì di sicurezza pubblica. I lanciatori di sassi non meritano alcuna giustificazione ma solo la galera (ed è forse ancora poco). Anche al perdonismo c'è un limite». Misure estreme le invoca il segretario della Lega lombarda-Lega Nord, Roberto Calderoli: «Prendiamoli a sassate nella piazza del loro paese di residenza», alimentando così la polemica nei confronti della Chiesa: «E' finito il tempo di chi ha salvato Barabba», attaccando anche lui la Chiesa. Ma, forse, dimentica che anche tra i cattolici il «perdonismo» è un tema controverso. Su «Famiglia Cristiana» il teologo Giuseppe Mattai ha scritto: ((Adoperarsi per sete di lucro o malinteso perdonismo per la liberazione di sicuri colpevoli, con manovre ambigue c scorrette, costituisce nell'ottica evangelica un peccato contro verità, giustizia e carità». Ieri sera si è avuta notizia di un altro episodio, avvenuto sulla A29 Palermo-Trapani: un sasso ha distrutto il parabrezza di una vettura in transito. Il conducente si è salvato, la Polstrada sta cercando i teppisti. [r. cri.] patti simili. Se Dio ci ha dato questa disgrazia, e amo credenti, che almeno abbia un senso», ha to Maria Grazia. «Ci scusiamo per la cattivella lettera, so qualcuno ci ha visto cattiveria, rchiamo di aiutare altre possibili vittime». suna indulgenza, dice il procuratore della Reca di Tortona, Aldo Cuva, che coordina l'ina per identificare i killer. «Il caso è talmente che non merita alcuna indulgenza», ha sottoo ieri. «E' stato compiuto da persone insension il cuore di pietra. Come magistrato dico che o essere puniti per prevenire altri episodi». entre le indagini proseguono, la polemica ina sulla durezza della «lettera aperta» di Maria Giovanni Bachelet e nella foto nde un'aula di tribunale za», alimentando così la polemica nei confronti della Chiesa: «E' finito il tempo di chi ha salvato Barabba», attaccando anche lui la Chiesa. Ma, forse, dimentica che anche tra i cattolici il «perdonismo» è un tema controverso. Su «Famiglia Cristiana» il teologo Giuseppe Mattai ha scritto: ((Adoperarsi per sete di lucro o malinteso perdonismo per la liberazione di sicuri colpevoli, con manovre ambigue c scorrette, costituisce nell'ottica evangelica un peccato contro verità, giustizia e carità». Ieri sera si è avuta notizia di un altro episodio, avvenuto sulla A29 Palermo-Trapani: un sasso ha distrutto il parabrezza di una vettura in transito. Il conducente si è salvato, la Polstrada sta cercando i teppisti. [r. cri.] Giuliano Ferrara direttore de «Il Foglio» e di «Panorama» iiìvg ■pj* »$m Giovanni Bachelet e nella foto grande un'aula di tribunale

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