«Una menzogna la storia dei tre clandestini morti» di A. R.
«Una menzogna la storia dei tre clandestini morti» La Finanza sugli immigrati salvati a Lampedusa «Una menzogna la storia dei tre clandestini morti» AGRIGENTO. La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta sulla morte dichiarata ma, a quanto sembra, non avvenuta di tre giovani tunisini nell'ultimo «viaggio della speranza» di clandestini dalle coste nordafricane a Lampedusa. Ieri, dopo i dubbi manifestati il giorno di Capodanno dal sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, un ufficiale della Guardia di Finanza ha confermato che, con certezza quasi assoluta, i clandestini haiuio mentito per evitare l'immediato rimpatrio, senza aver neanche messo piede in Italia. Il loro racconto sul decesso per assideramento dei tre (che sarebbero poi stati gettati in mare) non aveva convinto del tutto per le contraddizioni in cui erano caduti i passeggeri e il comandante del battello, arrestato con un marinaio. La menzogna ha evitato che fossero avvertite le autorità tunisine che, nel rispetto degli accordi bilaterali, avrebbero inviato in zona un loro mezzo navale pei ricondurre i clandestini nel porto di partenza. Davanti all'ipotesi della morte dei tre, invece, le Fiamme Gialle avevano accompagnato a Lampedusa il battello tunisino e i suoi occupanti per l'avvìo degli accertamenti. «È' stato un escamotage», ha detto un ufficiale della Finanza, confermando che i clandestini sapevano che, una volta in territorio italiano, non sarà difficile sfuggire all'espulsione. Ad Agrigento, con i 39 marocchini bloccati poco dopo lo sbarco a Lampedusa all'alba di Capodanno, sono stati trasferiti ieri il comandante marittimo e 38 passeggeri che erano stati fermati dai finanzieri la notte di San Silvestro, dieci miglia a Sud dall'isola. Il traghetto «Veronese» ha ripreso ieri i collegamenti con le due Pelagie e i clandestini sono stati fatti partire per Agrigento, [a. r.]
Persone citate: Salvatore Martello, Veronese
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