Il figlio è grave, lo portano al cenone

Bari, il bambino riportato in ospedale dai carabinieri. Denunciati i genitori: «Non avevamo capito» Bari, il bambino riportato in ospedale dai carabinieri. Denunciati i genitori: «Non avevamo capito» Il figlio è grave, lo portano al cenone / medici- va operato. Loro firmano per dimetterlo BARI. Il bimbo ora sul divano con lo mani sul pancino - appena dimesso dall'ospedale dove i medici avevano diagnosticato un'appendicite acuta e consigliato un intervento urgente - e i genitori brindavano al nuovo anno con gli amici. Poco dopo la mezzanotte sono arrivati i carabinieri, l'hanno messo in auto, l'hanno portato in corsia, poi in sala operatoria. Erano passate da poco le 2, l'intervento è cominciato. E' andato tutto bene. Ora il piccolo, ha 8 anni, sta meglio. Denunciati per inosservanza degli obblighi familiari, i genitori (mamma casalinga, 32 anni, papà operaio, 411 dicono che i medici si erano spiegati male. E i medici dicono che i genitori chissà perche hanno firmato in ospedale per portar via il figlio. Il "J7 ci porta una storia che è un misto di leggerezza e ignoranza. E' a lieto l'ine, la storia, perché un medico a mezzanotte, quando ha capito che nonostante le sue condizioni il ragazzino era tornato a casa, ha telefonato ai carabinieri. «Per favore, rintracciate i genitori, voglio parlare con loro». 1 carabinieri hanno tatto di più, Gli hanno riportato il bambino in ospedale. Spaventato, implorava: «Non operatemi». Accade tutto nella notte di San Silvestro. Sono le 20 quando, con papa e mamma, il bambino arriva all'ospedale Di Venere. Ricoverato in pediatria perche ha dolore all'addome e vomito, viene visitato da uno specialista che chiede la consulenza di un chirurgo. Cosi il dottor Giuseppe Maria Giannini gli tocca il ventre, e dice che non ci sono dubbi: appendicite acuta. «Gli esami del sangue confermavano, i valori dei globuli bianchi erano elevati. Se non ricordo male, 23 mila». Il chirurgo consiglia di operare subito per evitare complicazioni. Il piccolo protesta, piange. «No, per favore, non operatemi». Il dottor Giannini ricorda che era spaventato: «Comprensibilmente spaventato. Gli ho detto di stare tranquillo, che se non si fosse fatto operare sarebbe stato peggio. Ho consigliato ai genitori il ricovero e l'intervento all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Il papà pareva mollo disponibile, la mamma faceva resistenza». Tornato in pediatria, dove gli avevano somministrato già antibiotici, il bambino viene però dimesso. Sono i genitori a firmare e, sotto la loro responsabilità, a portarselo via. Poiché il dottor Giannini ha allertato il pronto soccorso annunciando l'arrivo del ragazzino, da operare d'urgenza, i medici dell'ospedale Giovanni XXIII attendono. Ma invano. A mezzanotte Giannini riceve la telefonata di un collega: «Qui non è arrivato nessu¬ no». Così Giannini telefona ai carabinieri: «Non sapevo che fare, non sapevo come trovare i genitori. Volevo parlare con loro, caldeggiare il ricovero del figlio. Certo, non c'era un imminente pericolo per lui, non rischiava la vita. Però un rinvio dell'intervento avrebbe potuto provocare complicanze». Mentre Bari festeggia l'arrivo del '97 con spumante e petardi, i carabinieri si mettono in macchina e partono per l'abitazione della famiglia, quartiere periferico di Ceglie del Campo. In casa non c'è nessuno. Una piccola ricerca e si risale a un'altra casa, quella di alcuni amici dei genitori del ragazzino. Qui c'è il gran cenone. Quando i militari bussano alla porta, sono tutti a tavola. Il bambino no. E' su un divano, disteso, gli duole il pancino. Ha bevuto solo un tè. La mamma si giustifica dicendo che il medico non si è spiegato bene: «Dovevano operarlo? C'è un rischio di peritonite? Non me l'hanno detto, non me l'hanno spiegato bene, io sono ignorante». Il piccolo viene messo in auto, portato al Di Venere e consegnato al dottor Giannini. La mamma scalpita. Il medico dice che è il caso di portarlo all'ospedale pediatrico. Subito. I carabinieri lo rimettono così in auto e in pochissimo tempo il ragazzino entra in sala operatoria. L'intervento è perfettamente riuscito, le sue condizioni sono buone. «Sono felice che sia andata così e un po' amareggiato per le accuse dei genitori nei miei confronti» dice il dottor Giannini. «Io rifarei tutto di nuovo». Ma la storia non finisce qui. La procura della Pretura ha aperto un'inchiesta. Tonio Aitino Il dottor Giuseppe Maria Giannini, che ha operato d'urgenza il bambino di Bari la notte di Capodanno

Persone citate: Di Venere, Giannini, Giuseppe Maria Giannini