Singapore, il paradiso senza suspense

Un autoritarismo felpato ma duro tiene sotto controllo la tecnocity-Stato asiatica che vive nel benessere Un autoritarismo felpato ma duro tiene sotto controllo la tecnocity-Stato asiatica che vive nel benessere Singapore, il paradiso sema suspense Voto plebiscitario per ilpartito che governa da 32 anni Tecnocity e città-fortezza, Singapore è andata ieri alle urne per elezioni senza incertezze: l'opposizione in Parlamento non è nemmeno riuscita a conservare i suoi 4 seggi su 83 ed è scesa a 2. Il partito di governo aveva la maggioranza assicurata: in 47 degli 83 collegi, intatti, l'opposizione non si ò neanche presentata. Ciò malgrado il premier, Goh Chok Tong, ha condotto una campagna accesa per gli altri 36 seggi. Un minimo guadagno dell'opposizione sarebbe stato per lui una tragedia: «Sorgerebbero interrogativi sulla stabilità di Singapore». Ecco, un minimo di opposizione sarebbe segno di instabilità secondo il governo, espressione del Partito d'azione del popolo, ininterrottamente al potere dal 1965, cioè da quando, guadagnata l'indipendenza da Londra e dopo 6 anni di unione con la Malaysia, Singapore, oggi 3 milioni di abitanti, si è costituita in città-Stato. Da allora è diventata l'esempio più clamoroso di successo asiatico: al sesto posto nel mondo per reddito pro-capite, da oltre 15 anni un tasso di sviluppo economico intorno all'8 per cento (il 6,5 nel '96); alloggi di proprietà pubblica, ad affitti di favore, per l'86 per cento degli abitanti; assistenza sanitaria per tutti ma con una Sanità totalmente privata. 11 vecchio avamposto equatoriale britannico, un tempo popolato di prostitute, avventurieri, soldataglia dell'impero, calamita per immigrati dalla Cina meridionale c dalle coste dell'Oceano Indiano, è diventato da tempo la tecnocity e la città-giardino dell'Asia tutta. Una Prussia equatoriale, «Alles in Ordnung». La tecnologia applicata è diventata cultura popolare: ogni ufficio pubblico e privato è totalmente computerizzato, il 30 per cento degli abitanti vanno in giro col computer portatile per comunicare in via elettronica; l'aeroporto è da anni ai primi posti nel mondo per efficienza e confort. Nell'ex lupanare equatoriale, l'igiene quale base per la convivenza e la modernizzazione è diventata un'ossessione: gabinetti pubblici scintillanti come quelli di grandi alberghi, ma con poliziotti in agguato a sparare multe di 300 dollari se non si tira l'acqua; lotta spietata al fumo, vietato negli uffici pubblici e privati; vietata la vendita di chewing gum per evitare le «cicche» per terra; severe pene corporali per reati minori, come il teppismo. Fece scalpore, due anni fa, la condanna a 15 staffilate sulle natiche per un giovanotto americano sorpreso a sfregiar macchine con un chiodo: l'America si divise, tanti si indignarono, molti approvarono, Clinton chiese clemenza. Ma Singapore, respingendo ingerenze, ribatte che le pene corporali le aveva ereditate dai britannici. Non solo quelle ha ereditato, conservandole, dalla Gran Bretagna, ma anche le regole della democrazia: che il governo osserva sul piano formale, ma svuotandole di contenuto. Il sistema è nel suo insieme il trionfo della libera iniziativa, ma a forte controllo politico. L'opposizione non ha alcuna possibilità di organizzarsi. Un suo deputato che in un discorso aveva sbagliato un dato percentuale è stato condanni. i1 mese scorso a una multa miliardaria. I mezzi di comunicazione sono privati ma organici al potere. Guai a giornali stranieri che parlino di Singapore in termini non graditi. Vengono ^anditi e condannati a pagare cif olossali. Dietro formali istituzioni democratiche, Singapore si fonda su un autoritarismo confricano grazie al quale è diventata il centro più sviluppato del Sud Est asiatico, contendendo primati a Hong Kong. Dall'indipendenza al novembre 1990 ne è stato primo ministro Lee Kuan Yew, che, laureatosi a Oxford, dell'Occidente apprezza molte cose ma non il pluralismo vero, le difficoltà di decisioni della democrazia, il rumore e i rischi d'una stampa libera. Diventato nume tutelare, va in giro a dar lezioni sul libero mercato ma anche sui rischi di democrazia all'occidentale. Il premier ha insistito in questi giorni sullo stesso tasto: «Avremmo avuto questi successi con un sistema mulripartitico e governi che vanno e vengono, tenuti in ostaggio da un'opposizione di dieci o venti deputati?). Nel '93, in vista della conferenza Onu sui diritti umani, Singapore ha promosso una versione asiatica di tali diritti, diversa da quella delle Nazioni Unite. Fece approvare dal blocco asiatico un documento in cui si afferma che essi «non sono universali ma debbono essere considerati alla luce di particolari situazioni nazionali e regionali, valori storici, culturali e religiosi». Be¬ nessere materiale, prima che diritti umani. I suoi esponenti bollano «il deterioramento morale della società occidentale», esaltando le società asiatiche in sviluppo. Un vice ministro degli Esteri, proclamando che la libertà di stampa «non è un valore assoluto», ha detto: «Si lasci a ogni società di decidere se essa aiu- ta o danneggia. Una selezione darwiniana stabilirà se una società con la stampa libera supererà quella con la stampa non libera». In un mondo dilaniato da conflitti etnici, non ne emergono in questo Stato multietnico, con forte impronta cinese: il 77 per cento degli abitanti sono cinesi, il 15 per cento malesi, il resto indiani e altre etnie. Un autoritarismo felpato e duro, vestito di un benessere ignoto all'intera area, tiene tutto sotto controllo, con puntiglioso formalismo. Nell'armoniosa città-Stato, chi sgarra paga. Il problema è che a decidere chi sgarra sono sempre gli stessi. Per l'opposizione due soli seggi su 83. Il premier aveva avvertito: ignoratela, per lo sviluppo l'instabilità sarebbe una tragedia Ili ■ ili ogni società di decidere se essa aiu- malesi, il resto indiani e altre etnie. Un autoritarismo felpato e duro, vestito di un benessere ignoto all'intera area, tiene tutto sotto controllo, con puntiglioso formalismo. Nell'armoniosa città-Stato, chi sgarra paga. Il problema è che a decidere chi sgarra sono sempre gli stessi. linstabilità sarebbe una tragedia SMESSA*:*—* Una veduta della modernissima Singapore e, a destra, il premier Goh Chok Tong Una veduta della modernissima Singapore e, a destra, il premier Goh Chok Tong

Persone citate: Clinton, Lee Kuan Yew, Tong