Dopo il processo in tv, «giustiziate le spie della Cia»
Dopo il processo in tv, «giustiziale le spie della Cia» La condanna a morte letta agli imputati chiusi in una gabbia di fronte alle telecamere. Gli Usa estendono le sanzioni Dopo il processo in tv, «giustiziale le spie della Cia» Libia: fucilati sei alti ufficiali (tra cui due colonnelli) e impiccati due civili ILA VENDETTA DI GHEDDAFI LTRIPOLI E condanne a morte annunciate dalla Libia in tv solo 24 ore prima sono state eseguite: i sei alti ufficiali e i due civili accusati di aver fornito informazioni attinenti alla sicurezza nazionale della Libia ai servizi segreti americani della «Central Intelligence Agency» sono stati rispettivamente fucilati e impiccati ieri mattina. La televisione libica aveva mostrato le immagini della lettura della sentenza di fronte agli imputati di spionaggio rinchiusi in una gabbia e con le teste rasate e ad ima platea formata da ufficiali e dignitari della «jamahiriya» del colonnello Muhammar Gheddafi. L'emittente britannica Bbc aveva in seguito informato che i sei militari sarebbero stati fucilati mentre i due civili impiccati per il reato di «collaborazione con i nemici della rivoluzione araba socialista libica». Altri otto imputati erano stati prosciolti per mancanza di prove. Ha colpito la velocità con cui la condanna a morte è stata messa in pratica. I particolari della sentenza dell'alta corte militare erano emersi con più chiarezza proprio quando i servizi d'ascolto della Bbc erano riusciti ad avere le immagini trasmesse dalla tv libica. Il processo ai sei alti ufficiali (tra cui due colonnelli e un tenente colonnello dell'aviazione) e ai due civili il cui ruolo non era stato precisato, si era svolto davanti a circa 150-200 persone, per lo più in divisa. Secondo l'accusa, un testimone non identificato aveva affermato che per la loro attività di spionaggio in favore degli Stati Uniti, gli otto utilizzavano «materiale sofisticato» fornito dalla Cia, la cui natura non è stata definita. La tv aveva mostrato un civile che, depo la proclamazione della sentenza, aveva letto una dichiarazione secondo la quale i condannati avrebbero ammesso di cooperare con i servizi americani. «Siete diventati spie combattendo contro il vostro paese e consentendo al ne¬ mico di impadronirsi di informazioni sulle risorse militari, economiche e di sicurezza della Libia», aveva dichiarato l'uomo. Rivolgendosi ai condannati seduti in uniforme da detenuti all'interno di una gabbia, l'uomo aveva quindi tuonato: «Non potete far altro che chiedere che vi sia comminata la pena di morte se volete davvero manifestare tutto il vostro rimorso». Ancora una volta la tv di stato libica è stata la grande protagonista in questo genere di vicènde, perché unica a poter diffondere immagini di tale tipo. Quasi dieci anni fa, il 17 febbraio 1987, durante il principale telegiornale della giornata, 20 minuti del notiziario furono dedicati alle immagini, provenienti da Bengasi, dell'esecuzione mediante impiccagione e fucilazione di nove persone. Quattro di esse furono uccise per aver tramato l'uccisione di «esperti» sovietici, due per omicidio e gli altri tre - tutti militari - perché colpevoli di tradimento. Quattro dei giustiziati vennero definiti «fanatici islamici», membri dell'organizzazione Al Jihad. Dall'avvento al potere di Muhammar Gheddafi, nel 1969, la stampa araba e fonti dell'opposizione hanno frequentemente parlato di esecuzioni di nemici del regime libico, in particolare militari. Il 6 luglio del '79 il giornale egiziano «Al Gumhurià» scrisse che 100 ufficiali dell'esercito erano stati giustiziati per aver ordito un complotto contro Gheddafi. La vicenda era stata rivelata qualche giorno prima dal settimanale arabo «El Hawadess», secondo il quale uno degli ufficiali «golpisti» era stato catturato e costretto a fare i nomi dei complici. Le più recenti notizie di condanne a morte di militari libici risalgono invece al 9 febbraio scorso. Secondo il quotidiano arabo «Al Hayat» - che ha citato fonti dell'opposizione libica a Londra - 12 ufficiali, fra i quali due colonnelli, erano stati condannati alla pena capitale per aver partecipato alla rivolta militare nella base di Bani Walid, avvenuta nell'ottobre del '93, e stroncata dall'aviazione governativa. La rivolta - smentita a più riprese dalla Lega araba e dal governo di Tripoli - era stata rivendicata al Cairo dal movimento di opposizione «Fronte nazionale di salvezza della Libia». Ieri il presidente Bill Clinton ha intanto esteso le sanzioni economiche americane contro la Libia - imposte per la prima volta da Reagan nel 1986 - sostenendo che Tripoli continua ad appoggiare il terrorismo internazionale. «La crisi fra gli Usa e la Libia non è stata superata - ha precisato Clinton - perchè il governo libico, a dispetto delle sollecitazioni dell'Onu, ha proseguito le sue azioni a favore dei terroristi». [Ansa-AdnKronos] Una immagine trasmessa dalla tv libica del processo alle «spie» e Gheddafi
Persone citate: Bani Walid, Bill Clinton, Clinton, Gheddafi, Gheddafi Ltripoli, Hayat, Muhammar Gheddafi, Reagan
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