Bomba sul bus, strage in Siria

L'ordigno nel portabagagli: i morti sarebbero 15, ma un'agenzia egiziana parla di 40 vittime L'ordigno nel portabagagli: i morti sarebbero 15, ma un'agenzia egiziana parla di 40 vittime Bomba sul bus, strage in Siria Damasco accusa: la firma è delMossad DAMASCO. Strage in Siria, dove almeno 15 persone - 40 secondo altri fonti - sono rimaste uccise e decine ferite in seguito all'esplosione di una bomba su un autobus a Damasco. L'agenzia di stampa egiziana «Mena» ha poi precisato che un'altra esplosione è stata registrata nella città di Tartous, a Nord di Damasco. In serata la Siria ha accusato i servizi di informazione israeliani (il Mossad) di essere all'origine dell'attentato. «Gli agenti del Mossad hanno approfittato del capodanno per eseguire le loro squallide minacce, piazzando una carica sull'autobus che è esploso a pochi metri dalla partenza», ha dichiarato alla stampa un responsabile siriano. «Questo atto terrorista, criminale e vile avviene mentre salgono di tono le minacce di Israele, da parte di esponenti del governo israeliano che negli ultimi tempi hanno lo scopo di uccidere il processo di pace» ha poi precisato Damasco in un comunicato. L'agenzia di stampa ufficiale siriana ha segnalato 9 morti e 44 feriti. La strage, che secondo alcuni testimoni e accaduta martedì, è stata provocata da una bomba collocata nel portabagagli di un mini-bus diretto ad Aleppo, nel Nord della Siria. Erano le 13,30 quando è avvenuto lo scoppio, nel quartiere popolare di Baramkeh, dove c'è il maggiore centro di autobus e taxi della capitale. La deflagrazione ha causato danni agli edifici sulla strada, secondo i testimoni. Rapidamente la zona è stata chiusa alla circolazione e il traffico di Damasco, a poche ore dalla fine dell'anno, è impazzito. Ad un posto di blocco istituito dalle forze dell'ordine, un poliziotto ha parlato di «un'esplosione accidentale», ma si è rifiutato di fornire dettagli. Alcuni viaggiatori hanno detto che all'ospedale Al Jamea sono stati portati una craindicina di cadaveri, ma il bilancio delle vittime potrebbe essere più grave. Ieri però, hanno detto altre fonti, nella zona «tutto era in ordine, non c'erano danni visibili, vetri rotti o calcinacci. Le strade erano bagnate, come fossero state lavate». Ormai da alcuni mesi continuano a diffondersi notizie di attentati in Siria e azioni anti-siriane in Libano. Due settimane fa, un autobus di lavoratori siriani nella città libanese di Tabarja, a Nord di Beirut, è stato centrato con una raffica di mitra e il conducente è rimasto ucciso. Pochi giorni dopo, una bomba e esplosa a Tripoli, sempre a Nord di Beirut, nei pressi di un centro dei servizi di informazione militari siriani in Libano, causando il ferimento di due persone. In poche ore la polizia ha arrestato alcune decine di persone, specie negli ambienti dei gruppi di opposizione cristiani che si battono contro la forte influenza di Damasco sul governo libanese. La Siria, che ha in Libano un contingente di circa 40 mila soldati, ha legato a sé Beirut con un vasto accordo di cooperazione ad ogni livello. Ma anche nel cuore della Siria ci sono stati nei mesi scorsi attentati. Il più eclatante a giugno. Una bomba è esplosa sulla strada che il presidente Hafez el Assad doveva poco dopo percorrere per andare ad una cerimonia ufficiale. La notizia non trovò conferme ufficiali, ma nei giorni successivi vennero arrestate dalle forze di sicurezza centinaia di persone, in gran parte tra la comunità turca. Da quando Hafez el Assad è al potere ( 1971 ), di tanto in tanto si è avuta notizia di episodi di violenza politica in Siria, quasi mai confermati dal governo. La sua guida ferrea è divenuta sinonimo di stabilità in un paese per anni considerato turbolento. Una sta¬ bilità pagata anche a caro prezzo. Nel 1982, per esempio, nella città di Hama una rivolta venne repressa nel sangue: dopo un bombardamento con artiglieria pesante, fanteria e carri armati entrarono in città, provocando la morte di centinaia di persone. Negli ultimi anni le redini sono state allentate. Nel 1991-92 sono stati liberati oltre 4 nula detenuti politici. Tuttavia, notano organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, gli abusi del passato non sono stati dimenticati, come nel caso dell'ex leader del partito Baath al potere, Salah Jadid, morto dopo 23 anni di detenzione. [Ansa-AdnKronos] «I servizi segreti israeliani hanno approfittato del Capodanno per seminare morte e uccidere il processo di pace» La polizia controlla una via di Damasco dove campeggia un gigantesco ritratto del presidente Assad I nemici interni del leader siriano, anziano e secondo voci malato, sono aumentati negli ultimi anni

Persone citate: Aleppo, Assad, Assad I, Hafez El Assad, Hama, Salah Jadid