Il ppi si fa in tre per un segretario

LE PROPOSTE DEI RIFORMATORI Congresso il 9. Il leader Cisl: per ora non mi candido; in pista Castagnetti Il ppi si fa in tre per un segretario De Mita lancia Marini, Mancino rivuole Bianco TRA GLI EREDI DI DON STURZO VROMA ACANZA breve, in famiglia, per il segretario del ppi, Gerardo Bianco, già rientrato a Roma pur preparare la relazione che, il 9 gennaio prossimo, aprirà nella capitale il congresso dei Popolari «L'ispirazione c'è; ò la penna che ancora è frenata da qualche brindisi di troppo», scherza Jerry White, parafrasando i versi di Orazio. Ma anticipa che tra i capitoli ai quali darà particolare importanza ci sono quelli su scuola e famiglia: «Sull'istruzione questo governo e questo Parlamento possono e devono qualificarsi, avendo a cuore le generazioni dei nostri nipoti. E così per la famiglia vari prowedimenti, sia di riforma che straordinari, vanno concepiti prevedendo appositi incentivi». Intanto, a una settimana dall'avvio del congresso del ppi parte il «totosegretario». Non sono ancora state ufficializzate le candidature ma i nomi più gettonati sono tre: Pierluigi Castagnetti (che si è auto- candidato), Franco Marini (sostenuto da De Mita) che però continua a schermirsi («Non sono candidato - ripete -. Tra i nomi che si fanno c'è anche il mio, ma le candidature saranno fatte al Congresso. Per quanto mi riguarda, ascolterò la relazione di Gerardo Bianco e poi valuterò se presentarmi o no») e lo stesso segretario uscente che molti vorrebbero riconfermato. Portavoce dei sostenitori di Bianco, Nicola Mancino che lo ha invitato a ricandidarsi. Ma Bianco ha più volte detto che la sua missione è ormai compiuta e che la gestione della fase di transizione del partito è all'epilogo. Bianco lavorerà perché si arrivi a una soluzione unitaria ma non è escluso che da eventuali fratture interne sulle altre candidature, proprio la sua possa rappresentare il punto di convergenza dei delegati. Al di là dei nomi, comunque, il ppi va al congresso con una linea politica comune: l'alleanza con l'Ulivo non si discute, ma bisogna la- vorare al rafforzamento del centro all'interno della coalizione e salvaguardare l'identità dei popolari. Un motivo conduttore che sostanzialmente unisce i candidati. E per il presidente del partito, Giovanni Bianchi, il fatto di rilievo, che va oltre la scelta del segretario, è che «con il congresso si passa la boa e la transizione resta alle spalle». Bianchi ritiene che in questa stagione congressuale, che interessa non solo il ppi, si creeranno le condizioni per il superamento della fase di transizione politica. In parte d'accordo con Bianchi, il direttore del Popolo, Guido Bodrato. Condivide la sostanziale omogeneità politica dei candidati («Marini e Castagnetti non sono politicamente alternativi»), ma dissente sulla idea del superamento della fase di transizione. «La transizione in un partito non è mai conclusa osserva Bodrato, riferendosi anche alle parole di Bianco - è connaturata alla politica. E' grottesco dire che si chiude una fase di transizione; le riforme non sono giunte a compimento e tutti i partiti vivono una fase di assestamento». Bodrato bacchetta poi De Mita per il suo intervento pro-Marini. «De Mita ha introdotto in questo modo un elemento di polemica non utile al congresso e che finisce poi per avere un effetto opposto: certo non aiuta Marini. E poi, dire che Marini è l'unico portatore di una proposta politica è solo un argomento per sostenerlo, ma qual è questa proposta? Avrebbe fatto meglio a dire che gli era più simpatico», [r. i.] II segretario del partito popolare Gerardo Bianco

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