«Basta veleni, l'Italia ha bisogno di dialogo» di Alberto Rapisarda

E' piaciuto a Ulivo e Polo il messaggio del Capo dello Stato. D'Alema: comincia una nuova fase E' piaciuto a Ulivo e Polo il messaggio del Capo dello Stato. D'Alema: comincia una nuova fase «Basta veleni, l'Italia ha bisogno di dialogo» Scalfaro: no a intrecci politica-affari sulta che ben il 41 per cento degli intervistati ha gradito i riferimenti alla solidarietà. Appello apprezzato anche dalla maggior parte dei politici. Da D'Alema a Forza Italia (Tajani), passando per i centristi del Polo. Mentre è stata forte (e significativa) la contrarietà di Rifondazione comunista (che teme guai in arrivo). E' da rilevare il lungo silenzio ostentato dal presidente del Consiglio, Prodi, che ha taciuto sino alle 20 di ieri sera e, buon ultimo, ha detto di avere «molto gradito» il discorso di Scalfaro perché ha indicato la via delle riforme e della serenità «attraverso il dialogo tra le forze poli¬ ONOREVOLE Cossutta, nel centrosinistra il messaggio di fine anno del capo dello Stato è piaciuto a tutti. Lei, invece, ha detto che era deludente. «Insomma, questo discorso di Scalfaro è tutta retorica impastata di buonismo». Ma come, per una volta che Scalfaro ha fatto un discorso impolitico... «Niente affatto: Scalfaro ha espresso il rimpianto per il tentativo Maccanico, una manovra che Scalfaro stesso aveva ispirato, un tentativo contro natura, che andava in direzione di un accordo tra D'Alema e Berlusconi. E il rischio è proprio che il Quirinale torni a voler fare il regista. Scalfaro lavora per una politica consociativa che non solo rischia di essere nuovamente fallimentare, ma che è pericolosa per la dialettica democratica del Paese, per il rispetto del responso elettorale». Quando un Presidente della Repubblica prende posizione, il Parlamento e i partiti alzano la voce: le cariche istituzionali non devono fare politica. E quando invece non prende posizione, lo si critica. «Tutto è politica. E tanto più nel caso di questo discorso. Sembra che non voglia, ma intanto fa politica, eccome: la sua politica. Invece, bisognava dire che la disoccupazione è cresciuta, a livelli non europei». Già, ma poi così sembrerebbe che il Quirinale stia togliendo il suo appoggio a Palazzo Chigi... «Ma no! E' proprio con questo tipo di discorsi che si nuoce al governo: Scalfaro lascia intendere che Prodi non abbia stabilito rapporti con l'opposizione. Ma è il governo, forse, che ha mandato via il Polo dall'aula al momento del voto sulla finanziaria?» I rapporti di Rifondazione con il governo cambieranno nel 1997? Sergio Cofferati dice che dovete decidervi, o dentro, o fuori. «Vorrei dire a Cofferati che non ho nessuna repulsione all'idea di entrare nel governo. Noi siamo forza di governo: in ben 6 regioni italiane, nelle province di Milano e Roma, in giunte di città che tiche, nel reciproco rispetto dei ruoli». Che, tradotto, vuol dire: bene la serenità ma ognuno stia al posto suo. Certo, Prodi non deve essere stato molto gratificato dal messaggio del capo dello Stato. Perché Scalfaro non lo ha mai nominato. Mentre ha trovato il modo di parlare con favore del governo Dini (che alla guida dell'Europa «ha ottenuto il plauso universale»). Ed è riuscito a citare, con un trasparente senso di rimpianto, il fallito tentativo di Antonio Maccanico di formare un governo prima delle elezioni. Governo che prevedeva «un accordo D'Alema, Fini, Berlusconi che va sotto il nome di "inciucio"» ha chiosato molto contrariato Armando Cossutta, di Rifondazione comunista. Dalla parte del Polo, Rocco Buttiglione coglie anche lui il silenzio su Prodi per dedurne che «dietro l'appello di Scalfaro c'è la convinzione che Prodi da solo non ce la fa». «Grande apprezzamento al passaggio di Scalfaro sull'appello al dialogo, al rasserenamento del clima politico» esprime anche Tajani, di Forza Italia. Per Raffaele Costa è stato «un discorso da sette più». Pierferdinando Casini, segretario del ccd, raccoglie «l'invito al dialogo a 360 gradi avanzato da Scalfaro». Insomma, quanti nel Polo puntano più o meno sco¬ sono famose nel mondo, come Firenze, Napoli, Venezia. Nessuna repulsione di principio. Ma, caro Cofferati, abbiamo un infinito senso di responsabilità, perché si può partecipare ad un governo con delle altre forze politiche quando vi è la possibilità di definire ed attuare dei programmi concordati, chiari, condivisibili. Condizioni che non ci sono». Cossutta, lei sta dicendo che quello di Prodi non è il vostro governo, e al tempo stesso che non avreste nessuna difficoltà ad entrarvi... «Noi facciamo parte di una maggioranza che consente a questo governo di vivere. Ma se il governo avesse con noi un accordo sul programma che ci sembra necessario per la vita del Paese, noi ne faremmo già parte. E avremmo nostri ministri al governo, perché abbiamo le figure adatte a fare i ministri. Ma se non c'è una possibilità di accordo sul programma, allora pertamente ad un governo di «larghe intese», ieri erano radiosi. Massimo D'Alema, segretario del pds, è stato il primo ad apprezzare Scalfaro. «Mi convince molto - ha detto - che al di là delle divisioni politiche ci sia una comune responsabilità di fronte al Paese, al suo destino». D'Alema vede nel discorso di Scalfaro «l'inizio di una fase diversa» perché ci sono state grandi difficoltà ma «oggi noi siamo nella condizione di affrontarle con maggiore serenità rispetto al passato». Commento sibillino, volutamente aperto a tutte le interpretazioni. Secondo Pannella, per esem- D'AMBROSIO Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro pio, D'Alema ha avvisato Scalfaro: «Non ti permettere di fare con noi quello che hai fatto con altri...». Interpetazioni incerte ci sono state a proposito dell'attacco di Scalfaro al «peggiore intreccio tra politica e affari». Forza Italia l'ha preso, inizialmente, come un colpo per Berlusconi. Ma Francesco D'Onofrio, presidente dei senatori del ccd, per esempio, crede piuttosto che Scalfaro abbia voluto additare i cosiddetti «poteri forti», la grande industria quando ha detto che «gli affari leciti hanno diritto a tutto lo spazio necessario ma non assurgono, di per sé, a dignità politica perché non possono confondersi con l'interesse generale». E cosi, il senso finale del messaggio è una esortazione ai politici di tutte le tendenze a far fronte comune per rafforzarsi rispetto agli altri poteri, «per creare una convivenza non conflittuale, non esasperata, non avvelenata». Ovvero, decidetevi anche a fare le riforme. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Europa, Firenze, Italia, Milano, Napoli, Roma, Venezia