Il politico odia gli astri

Il politico odia gli astri Il politico odia gli astri L'oroscopo? Meglio un corno rosso ONOREVOLI E SCARAMANZIA dentomente compilato in base a speranze giornalistiche piuttosto che guardando le stelle. Io, agli oroscopi, non credo». Perfino dall'astrologo, il politico italiano non ama sentirsi dire quel che non gli piace. E in questo, come dar torto all'onorevole Casini: per il parlamentare italiano, l'astrologo e il giornalista pari sono. La prova? Massimo D'Alema, che pensa peste e corna della stampa italiana, gira con un bel corno rosso fuoco in tasca. Una volta, si era nel giugno 1995, per auspicare che la legislatura continuasse, fece scivolare le dita a uncino verso la zona permeale, sotto lo sguardo stupito di Francesco D'Onofrio. Che non credeva ai suoi occhi: ma come, anche i comunisti? Lamberto Dini, un'eccellenza della superstizione, in casi veramente di necessità gira con una ventiquattrore SROMA I fa, ma non si dice. In Italia, come al solito. Perché Ronald Reagan aveva l'astrologo personale, e Francois Mitterrand non faceva mistero dei suoi buoni rapporti con André Barbault, numero uno del mondo nell'interpretazione astrale, svariati operatori di Wall Street avvertono i loro clienti di consultare - anche - l'astrologo prima di decidere se acquistare o no un titolo. E invece il politico d'Italia, patria delle superstizioni, terra in cui razionale e irrazionale si incrociano continuamente, e spesso a detrimento l'uno dell'altro, che fa? Nega. «Con me l'astrologo ha sbagliato», ha scritto Pierferdinando Casini al Corriere della Sera. «L'oroscopo che avete pubblicato ieri, e che prevede per me colpi di testa, possibili nuove alleanze, salti della barricata immediati ma poco produttivi, è stato evi- carica di corni di corallo rossi, montati in oro, dono della moglie Donatella. Per le necessità quotidiane, ne porta uno, bello grosso, agganciato con una catena d'oro al taschino del panciotto. Non sente il bisogno, per giustificare la debolezza, di citare Raffaele Mattioli, il grande banchiere della Comit, l'intellettuale laico di provata fede capitalista, che aveva sempre in tasca una zampetta di coniglio impagliata, oggetto quanto mai ef- barba, come l'onorevole De Mita, pensando ogni mattina che, se viene bene, sarà scorrevole anche la giornata. Meglio indossare «l'abito portafortuna» per le occasioni speciali come fa Giulio Tremonti. Meglio proporsi come epigoni di una lunga tradizione che si perde nella notte dei tempi, ma che certo ha raggiunto l'eccellenza con Giovanni Leone, famoso per il gesto delle corna come Krusciov per quello della scarpa, e che esibiva senza ritegno il suo corno di corallo, «Guagliò, la jella è cosmica». Meglio sentirsi a posto, come Antonio Maccanico, solo se si comincia la giornata con la consueta girata alla vecchia clessidra. Meglio pensare, come Benedetto Croce: «Non è vero, ma ci credo». Tanto, con i guai dell'Italia, l'amuleto non basta. E l'astrologia non consola: su questo, per il 1997, sono d'accordo tutti gli esperti. [ant. ram.] À sinistra il celebre gesto scaramantico di Giovanni Leone Qui sopra Casini ficace nella diuturna lotta alla scalogna. Né all'onorevole Casini darebbe consolazione ricordare che anche Einstein credeva nell'astrologia. La quale, in verità, non è superstizione, ma scienza: astra disponeant, dicono gli astrologi seri. E cioè nella disposizione delle stelle in cielo sta il loro influsso su di noi, non la realizzazione di un accadimento. Insomma, l'astrologia aiuta a leggere in se stessi. Una cosa che ai politici italiani interessa poco. Meglio farsi la

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