Tornano gli orici nel deserto di Palmira
Tornano gli orici nel deserto di Palmira PRIMA RISERVA NATURALE IN SIRIA Tornano gli orici nel deserto di Palmira Un progetto realizzato dalla Fao e dagli italiani SULLA steppa che ha tutti i toni del rosso e dell'ocra, e che del territorio siriano costituisce il 55 per cento, le sagome bianche si stagliano all'improvviso: una trentina di orici, in un appezzamento di 10 mila ettari nella zona di Palmira. E' la prima riserva naturale sorta in Siria, realizzata su progetto Fao/Cooperazione italiana/governo siriano. Estinta nel 1972, nel 1984 la specie fu reintrodotta per iniziativa del Wwf immettendo nel deserto di Jidat-al-Harasis (Oman) alcuni orici fino a quel momento in cattività. Fu uno dei pochissimi esperimenti del genere che ebbero successo; questi animali infatti si adattano rapidamente all'ambiente, si organizzano in branco con gerarchie ben definite, né ci sono problemi di coesistenza fra esemplari reintrodotti e altri sempre vissuti liberi. Gli orici proliferarono - un piccolo ogni 9/12 mesi, cominciando a tre anni, più o meno per tutta la vita, in media di 18/20 anni - ripopolando anche altre aree già loro, come Niger e Ciad. Ma la minaccia di sempre non si allentò, anzi andò accentuandosi: i cacciatori, compresi turisti occidentali in cerca di trofei. Pochi anni e, di nuovo, il rischio era di diventare un ricordo. A salvarne una trentina di esemplari, catturati in Arabia saudita, e una decina di gazzelle provenienti dalla Giordania, questa volta è stato il progetto Riabilitazione dei pascoli e creazione di una riserva naturale nella steppa siriana. La riserva è. destinata ad estendersi progressivamente su 22 mila ettari, tenendo anche presente che la prolificità di questi animali richiede uno spazio recintato sempre più ampio. Tra l'altro aumentare il loro numero è indispensabile per garantire una solida base genetica. Il deserto è, per orici e gazzelle, elemento naturale: si nutrono senza problemi di qualsiasi arbusto, e hanno un metabolismo che consente di ridurre al massimo la perdita di liquidi, utilizzando fino all'ultima goccia l'acqua contenuta nelle piante, e giovandosi di un sistema di traspirazione e termoregolamentazione (ad esempio, non sudano). Particolare non trascurabile: gli orici hanno corna che possono raggiungere i 120 cm: capita, a volte, che riescano a infilzare anche un leone che li aggredisca. A facilitare la riuscita della riserva, anche il fatto che questi animali, visibili anche a grande distanza, possono essere seguiti, il che è indispensabile per verificare il loro stato di salute. A Palmira, prima di venire immessi nel loro spazio, vengono abitualmente tenuti sotto osservazione per alcune settimane, in apposite costruzioni; un qualche interrogativo riguarda infatti il clima che, caratterizzato dalle importanti escursioni termi¬ che tipiche di ogni deserto, è comunque molto meno caldo rispetto a quello dell'Arabia Saudita. In un secondo tempo, altre riserve, sul modello di questa, sorgeranno nel Paese, tutte guidate da personale siriano. La parte del progetto finalizzata alla riabilitazione dei pascoli interessa 130 mila ettari, terreno per lo più sfiancato dall'eccessivo carico di bestiame dei Beduini, da un eccesso di sfruttamento agricolo (in particolare, la coltivazione del¬ l'orzo) e dall'uso delle già scarse piante a fini energetici. Punto forte, la semina diretta di piante native; varietà privilegiate, la Salsola vermiculata e la Atriplex leucolada. Ornella Rota Una specie estinta nel 1972, salvata il con allevamenti in cattività in Oman Una specie estinta nel 1972, salvil con allevamenti in cattività in O A sinistra una coppia di orici e una gazzella Erbivori che si adattano perfettamente al deserto, mangiano ogni genere di arbusti e non bevono quasi mai
Persone citate: Ornella Rota
Luoghi citati: Arabia Saudita, Ciad, Giordania, Niger, Oman, Palmira, Siria
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