La grande invasione

La grande invasione STORNI IN CITTA' La grande invasione Un rimedio dalle neuroscienze? □L problema degli storni in città: le neuroscienze offrono una soluzione? L'Ngf, il fattore di accrescimento nervoso la cui scoperta è valsa nel 1986 il Nobel a Rita Levi Montalcini, continua a riservare sorprese a chi ne studia gli effetti. Un gruppo di ricercatori inglesi e americani ha recentemente scoperto che tale molecola esercita un ruolo prioritario nel determinare la durata del periodo riproduttivo dello Sturnus vulgaris, o storno comune. Questo ruolo dell'Ngf si aggiunge alla lista ormai lunga dei meccanismi fisiologici in cui la molecola è coinvolta, i quali sembrano andare ben oltre l'effetto che fu scoperto per primo: quello di dirigere la crescita del sistema nervoso. Si consolidano dunque le ipotesi dei pochi che considerano l'Ngf un importante regolatore dei sistemi endocrino e immunitario, non solo di quello nervoso. Fra l'altro è di poche settimane fa la notizia che, secondo alcuni esperimenti condotti per ora esclusivamente sui topi, l'Ngf potrebbe inibire la crescita di un pericoloso tumore detto microcitoma polmonare. Lo storno comune è ben noto nel nostro paese perché in inverno si riunisce in gruppi che possono contare decine di migliaia di individui, eleggendo a propria residenza alcuni centri abitati. Forse ad attrarli sono le condizioni climatiche delle città, che nella stagione fredda hanno temperature più miti e sono meno ventilate rispetto alle campagne, forse l'assenza di predatori, forse motivi che hanno a che vedere con fenomeni di oscillazione delle popolazioni. In inverno questi uccelli sono principalmente occupati a "trovare "ciFóé a sopravvivere al clima rigido. In primavera invece l'esposizione a giornate progressivamente più lunghe determina l'attivazione di alcuni sistemi ormonali che fanno entrare gli storni in fase riproduttiva. In questo periodo gli organi deputati alla riproduzione si ingrossano e il sistema riproduttivo è pienamente in funzione. Dopo alcune settimane di esposizione a prolungati periodi di luce il processo si inverte, il livello di ormoni che stimolano l'accoppiamento si abbassa e gli organi sessuali si rimpiccioliscono. L'inattivazione del sistema riproduttivo alla fine della stagione degli amori è un fenomeno comune a molte specie, ma l'evoluzione lo ha reso esaspe rato negli uccelli migratori. In questi ultimi la riduzione degli attributi sessuali è uno dei vari meccanismi messi in atto, all'avvicinarsi dell'autunno, per perdere quanto più peso possi bile, con il fine evidente di alleggerirsi per il «lungo viaggio» che li attende. Un'analoga perdita di peso si registra alle soglie dell'altro periodo migratorio annuale, quello primaverile. Negli stor ni l'Ngf entrerebbe in azione nella fase di interruzione della stagione riproduttiva che si verifica alla fine dell'estate e in sua assenza, stando ai dati de gli scienziati anglosassoni, gli uccelli permarrebbero indefinitamente nelle condizioni di accoppiamento. Era noto da tempo che, se su biscono l'asportazione della ghiandola tiroide, gli storni continuano a manifestare le caratteristiche fisiologiche tipiche del periodo della ripro duzione. Era anche stato osser vato che il funzionamento del la tiroide è strettamente connesso a quello deH'Ngf. Ad esempio gli ormoni tiroidei sembrano essere coinvolti nel la produzione dell'Ngf e nelle cellule della stessa ghiandola sono state trovate alcune va rianti di questa molecola. Per tali motivi i ricercatori hanno ipotizzato che sia un or mone prodotto dalla tiroide a causare la sintesi di Ngf e che quest'ultimo determini poi, di rettamente o indirettamente la fine del periodo riproduttivo degli storni. L'ipotesi è stata verificata e confermata for nendo il fattore di accresci mento nervoso a uccelli con una tiroide non funzionante. In seguito alla somministrazione di Ngf, secondo le previsioni, gli storni sono andati incontro al rimpicciolimento degli orga ni riproduttivi e ad altre modi fiche fisiologiche, in modo del tutto simile a quanto avviene al termine della stagione degli accoppiamenti negli uccelli con la tiroide intatta. Se lo studio dello storno comune può fornire spunti davvero interessanti per chiarire il funzionamento del sistema nervoso animale, i ricercatori si stanno occupando di questa specie anche per risolvere i crescenti problemi posti dai regolari arrivi degli uccelli in aree urbane. Un fenomeno questo, detto «infestazione», che sempre più frequentemente desta l'attenzione dei mezzi di informazione. E' futuribile o fantascienza pensare di mettere «in pillola» un fattore che influenzi i livelli endogeni dell'Ngf, da somministrare come un anticoncezionale che funzioni interagendo con le strutture nervose o con il sistema neuroendocrino? La risposta, come sempre più spesso avviene, potrebbe dipendere dall'effettiva disponibilità di qualche industria, anche medio-piccola, a interagire con la ricerca di base. Supportare i giovani ricercatori vorrebbe dire dar loro la possibilità di cercare una soluzione al problema degli storni seguendo la via farmacologica o neuroimmunitaria. In tal modo si potrebbe proporre una soluzione ai disagi causati da questi uccelli che sarebbe certamente migliore di trattamenti farmacologici più tossici (per loro e per l'ambiente) e meno crudele della loro eliminazione fisica. Un rimedio quest'ultimo tanto più sgradevole se si considera che, mentre gli storni sono un problema crescente nell'area mediterranea, la loro presenza nel Nord Europa è sempre più rarefatta. Enrico Alleva Barbara Gallavotti Altre sorprese dalla molecola dell'accrescimento nervoso scoperta dalla Levi Montalcini Si potrebbe arrivare alla somministrazione di pillole anticoncezionali STORNO STURNUS VULGARIS STORNO STURNUS VULGARIS 20,5-23 cm, coda corta Piumaggio nero lucido Inverno: livrea macchiettata, becco scuro. Nido: coppa di erba e rami. Suoni: chiacchieri!, cinguettìi, fischi e suoni imitati

Persone citate: Barbara Gallavotti, Enrico Alleva, Levi Montalcini, Rita Levi Montalcini

Luoghi citati: Nord Europa