L'ALTRA COSTITUZIONE di Luigi La Spina
L'ALTRA COSTITUZIONE L'ALTRA COSTITUZIONE Riscrìtta dal corso delle cose A «grande truffa» si è compiuta. Ci avevano parlato di una nuova Costituzione fondata sull'alternanza al potere di due grandi partiti, come in Inghilterra o negli Stati Uniti. E ci avevano assicurato che il maggioritario era la riforma elettorale necessaria per arrivare a questo obiettivo. Ora ci troviamo con un sistema elettorale pasticum e per di più con una moltipli ciato, a rischio di un nuovo referendum e, per di più, con una moltiplicazione partitica impressionante. La nuova Costituzione non c'è ma, mentre politologi e politici ci imbonivano di chiacchiere inutili, si è realizzata una nuova Costituzione. Una Costituzione silenziosa che, nella distrazione generale, si è ormai affermata nella realtà del nostro Paese, con modifiche rilevanti negli equilibri del sistema. Un certo gusto di scoprire «le nudità del re» si coglie subito nel libro di Mauro Calise, la cui tesi, sintetizzata prima, ha il merito di ricordare agli ingegneri della politica che la loro scienza è, a loro dispetto, una scienza inesatta. E le armi dell'empiria, associate a quelle della storia, molte volte sono più utili per capire il presente e magari anche il futuro prossimo che le troppo rigide logiche delle teorie del potere. La pubblicazione del libro di Calise raccoglie, con fortunato tempismo, il clima di delusione e di sconcerto per gli inopinati esiti di tante logomachie politologiche, fornendo anche una convincente spiegazione ai tanti fallimenti: «Pretendere che i partiti fondassero una nuova Costituzione usando come pietra angolare lo spirito anti-partito che aveva fatto crollare la vecchia ha significato obbligarci tutti a una farsa, sperando solo che non volga in tragedia». Il merito fondamentale della «Costituzione silenziosa», così appunto s'intitola il volume, è quello di illuminare quelle zone più nascoste della geografia del potere, dove invece i cambiamenti sono avvenuti sul serio e più hanno inciso nella nostra vita istituzionale. Calise ne individua sostanzialmente due: il rafforzamento del governo, in ima forma tale da sfiorare ormai il presidenzialismo e la cogestione degli interessi, attraverso le cosiddette Authority. La transizione italiana viene innanzitutto retrodatata. Non comincia dai referendum elettorali, da Mani pulite o dall'ascesa di Berlusconi a palazzo Chigi, come in genere si dice. L'autore la fa nascere almeno dieci anni prima, da quando si fa evidente e irreversibile la crisi dei partiti. Un declino che è insieme elettorale, organizzativo e «professionale». A questo punto, i segretari di partito, una volta eminenze grigie della politica italiana, si trasformano in protagonisti della vita pubblica attraverso la conquista della presidenza del Consiglio. v Che diventa l'unico vero obiettivo del potere, in una versione che, di fatto, è già presidenziale. L'aspetto più interessante nell'analisi di Calise e che si avvale con maggior profitto dei suoi studi sull'esperienza costituzionale americana è quello che riguarda l'istituzione e lo sviluppo delle ((Autorità indipendenti». I nuovi oggetti misteriosi della politica italiana, la Consob, l'Antitrust, le autorità per le telecomunicazioni o per la privacy rappresentano, a suo giudizio, il fattore di maggior innovazione nel sistema italiano, in un neocorporativismo che ben simbolizza la nuova organizzane ne degli interessi nello Stato. Vr teri che invece di attuare una JÉ ge, regolamentano i conflitti in determinati settori. Poteri esecutivi che diventano legislativi, almeno surrogati. La loro onnipotenza e lo straripare delle loro funzioni arrivano a trasformarli persino in organismi giudiziari quando dirimono controversie e comminano sanzioni. Lo studio di Calise, suggestivo nelle interpretazioni e anticonformista nelle tesi, di un conservatorismo istituzionale intelligente e provocatore, sembra poter scontrarsi con il tentativo di riappropiazione della politica che D'Alema pare voler compiere con il suo governo. Alla domanda, l'autore risponde tranquillo: «No, se dovessi riscrivere il libro dopo la crisi del governo Prodi, non cambierei previsione. I partiti tradizionali sono finiti, il vecchio modo di far politica è finito, i rapporti di forza con la società civile non cambieranno direzione, la tendenza è irreversibile». I politici sono avvertiti, ma forse anche cittadini dovrebbero stare un po' più attenti. Luigi La Spina LA COSTITUZIONE SILENZIOSA Mauro Calise Laterza pp. 135 L 24.000
Persone citate: Berlusconi, Calise, D'alema, Mauro Calise
Luoghi citati: Inghilterra, Stati Uniti
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