MI PIACCIONO I CIALTRONI NE FACCIO COLLEZIONE

MI PIACCIONO I CIALTRONI NE FACCIO COLLEZIONE IL PERSONAGGIO MI PIACCIONO I CIALTRONI NE FACCIO COLLEZIONE Labranca, narratore farsesco della cultura di massa ER il conte Valentino Bompiani, in un recente ricordo di Silvana Ottieri, «cialtrone era chi non andava a fondo alle cose. Chi non rispondeva alla posta in giornata. Chi restituiva i manoscritti respinti con lettere generiche o sprezzanti...». Per Tommaso Labranca cialtrone è l'accumulo di stereotipi russi o russoidi nella canzone Prospettiva Nevski del pur rispettato Franco Battiato; cialtrone è la riduzione a canzonetta che Pavarotti ha compiuto sul «Nessun dorma»; cialtrona è la mostra «Da Monet a Picasso» raccontata da Martina Colombari; cialtrona è la politica veltroniana a favore del cinema; cialtrona la libreria che si intravede dietro alle spalle del Berlusconi esternante... Ma cialtroni sono anche il nano Dotto, l'album da disegno con le «Roselline» da ri' copiare quadretto per quàctféftoi là canzone Xd^dblcéviiaypresentata nel 1991 all'Eurofestival dalla finlandese Anneli Saaristo: «Quel pezzo con titolo italiano è stato eseguito in Svizzera con accompagnamento di due chitarre spagnoleggianti, su ritmi sivigliani e con entrata verso la fine di un quartetto che si esibisce in un flamenco. Questo è tristemente tutto vero». Tra i bersagli: Battiato e Pavarotti, il cinema secondo Mtroni, l libi di Bli Labranca produce libri come un musicista produce album. Brevi track, ognuno chiuso in sé, con alcuni concetti unificanti dichiarati fin dall'inizio. Se lo avesse raccontato un altro, avrebbe detto che il cialtronismo è la produzione di mostri letterari, artistici, concettuali a partire da idee che sono nell'aria. Per Labranca diventa l'occasione di inventare uno spiritoso minitrattato di meccanica umana, dove le idee sono cunei che en- trano nella testa, il cervello è un canale e lo staramento di una vite può causare danni: iperconvinzione, teratomorfismi, degenerazione del liquor cerebralis in liquor cialtronicus. Il cialtronismo è una barriera, una barricata che riduce alla sua funzione ottusa e ottundente ogni sorta di oggetti. Di questi materiali Labranca è collezionista e connaisseur. In Apocalittici e integrati (pubblicato proprio da Bompiani) Umberto Eco ha scritto: «Non puoi parlare del juke-box se ti ripugna metterci la monetina». Il Labranca che sferza la finnica è lo stesso Labranca che preferisce l'Eurofestival stesso al cinema cosiddetto di qualità, e le code dell'Euro- , d'arte di richiamò; così cóme il Labranca che annota le emulazioni fallite è l'altra faccia del Labranca che traslittera con scrupolo ed esibizione di accenti e pipette ogni nome russo, e di tanto in tanto fa balenare credenziali più che in ordine (anche se non certificate da alcuna accademia). Prenderlo per uno stroncatore della cultura di massa (alta o bassa, fine o grassa) sarebbe fuorviante, come del resto definirlo come teorico del trash. Il trash è stato il punto di partenza di Labranca, nel suo primo libro {Andy Warhol era un coatto, Castelvecchi 1994). Dopo quella prima esperienza ha buttato l'etichetta del trash, ormai divenuta di moda e perciò dubbia: gli è rimasta la definizione del fenomeno come «emulazione fallita», e questa definizione si è successivamente declinata nel «Barocco brianzolo» di Estasi del pecoreccio (Castelvecchi 1995) e nell'odierno cialtronismo, che segue la curiosa esperienza del Labranca remix (Castelvecchi 1996: brani di Labranca «riarrangiati» dai suoi seguaci), e la digressione di una biografia della Berti (La vita secondo Orietkàpàpérling & Kupfer, 1997KDiceva Roland Barthes (parafrasando Marx) che la cultura di massa è il ritorno della cultura borghese come farsa. Cosa ce ne si fa di una farsa? La si descrive? La si contempla per ridere e per passare poi alle «cose serie»? La si deplora? Quelle di Labranca non sono stroncature. Sono un modo di vivere e scrivere quella farsa, mescolando i generi, il racconto dal vero e il personaggio fittizio (San Vito della Vite, Luca Cialtroni), l'invettiva all'elegia, la parodia e il sarcasmo, secondo una posologia che si avvicina al genere della «satira» o dell'«anatomia». Un genere che secondo Northrop Frye richiede all'anatomista una combinazione di «fantasia e moralità». Stefano Bartezzaghi Dopo il trash, il pecoreccio e una vita dì Orietta Berti, ecco un album ragionato del nostro cattivo gusto Tra i bersagli: Battiato e Pavarotti, il cinema secondo Mtroni, la libreria di Berlusconi n Orietta Berti: per lei Labranca (a sinistra) ha scritto una biografia Franco Battiato: Labranca cataloga come cialtronismo la sua «Prospettiva Nevski» CHALTRON HESCON Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo Tommaso Labranca Einaudi pp. I98 LI 4.000

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