PER I RAGAZZI, UNA FESTA DI CARTONE E PELUCHE di Ferdinando Albertazzi

PER I RAGAZZI, UNA FESTA DI CARTONE E PELUCHE PER I RAGAZZI, UNA FESTA DI CARTONE E PELUCHE Oggetti solidi e ben fatti ma soprattutto storie tanto tanto buone AL sacco di Babbo Natale spuntano cartonati policromi, squillanti sovracoperte e luccicanti fustellati. L'editoria torna dunque a puntare sulla solida, accurata piacevolezza dell'oggetto che «fa» biblioteca, strizzando l'occhio ai bambini e ai preadolescenti che, tra i ragazzi, rimangono i più attratti dai libri, e non soltanto direttori. Il più natalizio è Un mondo di bene (C'era una volta..., pp. 32, L. 22.000), testo di un ultrabuonista Jean-Baptiste Baronian e peluchesche immagini di Noris Kern. «Stai attento a non buscarti un raffreddore, lì a mollo nell'acqua gelata: faresti stare in pena la tua mamma, che ti vuole un mondo di bene» raccomanda la renna all'orsetto bianco Polo. Che cosa avrà mai voluto dire? Polo lo chiede al pinguino Pompon, che però non sa rispondergli in quanto a lui la sua mamma vuole «bene con le ali». Non va meglio neppure con la foca Adele, perché a lei la mamma vuole «bene con le pinne». Sarà proprio mamma orsa a dirgli ch i l d di pgche cosa sia volere «un mondo di bene» con tutto il corpo e Polo, finalmente soddisfatto, le rimanda che lui le vuole bene «anche con il sonno: difatti quando dormo ti sogno». Il più irridente è Chi me l'ha fatta in testa? (Salani, pp. 32, L. 9000), degli spassosi Holzwarth & Erlbruch. Mentre la piccola Talpa sta sbucando dalla tana, le piove sulla testa «un coso rotondo e marrone che pareva un po' una salciccia». Macché salciccia: qualcuno si è piazzato davanti all'uscio di casa sua e «splic», ha fatto i suoi bisogni sulla zucca dell'indispettita Talpa. Non sono stati il piccione né il cavallo e neppure la lepre. «E' stato Gian Maria, il cagnone del macellaio» le danno la dritta giusta due mosche-detective. Allora la Talpa corre a rendergli pan per focaccia e poco importa che il pane sia stato un grosso filone mentre la sua focaccia è soltanto una minuscola «chicca»: ha avuto soddisfazione, può comunque soffregarsi le zampe. Il più scapricciato è Storie da ridere (Einaudi, pp. 106, L. 24.000), di un'allegra Henriette Bichonnier e illustrato da un pirotecnico Pef. C'è un mostro peloso, testa enorme e piedi lillipuziani, che non vede l'ora di mangiarsi un umano. Un giorno acchiappa un re che, tuttavia, riesce a dirottarlo sulla carne «di qualche bambino morbido e cicciottello». Ma, gira e rigira, il re trova solo la sua piccola Lucilla, disposta a prestarsi a quel sinistro baratto. La bimba però la sa lunga: riesce a far incollerire il mostro, che esplode «in mille farfalle di tutti i colori e in altrettanti fiorellini profumati» lasciando «sul campo» un timido principino, per un sognante lieto fine. Il più ghiotto è Zuppa di zucca (Fabbri, pp. 36, L. 23.000), di ima scintillante Helen Cooper che racconta, soprattutto attraverso la briosa impaginazione delle illustrazioni, le baruffe di Scoiattolo, Gatto e Papera per mescolare una fumante zuppa. Ma Papera ne ha abbastanza di quel putiferio, così fa i bagagli e pianta in asso i due compari. Giusto il tempo necessario a Scoiattolo e a Gatto per rendersi conto che se non la mescola Papera, la zuppa di zucca è addirittura immangiabile. Il più camaleontico è Hmm... (Aer, pp. 36, L. 25.000), di un divertente Colin Me Naughton che riporta in pagina la premiata ditta Preston il Porcellino & Signor Lupo. Per distogliere dai suoi lombi la famelica attenzione di Lupo, Preston gli suggerisce di fare il calciatore, l'astronauta, il maestro, il pilota. Lupo abbocca e si cala via via nelle parti, fino alla sorpresa conclusiva che non è soltanto un colpo di... scena. Il più «narciso» è Shola e i Leoni (Piemme, pp. 72, L. 22.000), raccontato da un godibile Bernardo Atxaga e illustrato da Anton Gionata Ferrari. Galeotto fu il libro anche per Shola, una «cagnetta da ridere» che in quelle pagine dedicate ai re e alle regine della foresta crede di vedersi come in uno specchio. Comincia difatti a coltivare una pigrizia leonina e «a muovere la testa come se avesse il torcicollo poi, invece di abbaiare, a emettere una serie di suoni simili a quelli di una trombetta rauca». Per Shola il parco è diventato la foresta, dove si aggira altezzosa e spavalda: si, i piccioni svolazzano via, mentre la gela l'anatroccolo con la faccenda che non esistono leoni bianchi. Allora Shola ci va di zampa pesante con la tintura per capelli, però rischia ugualmente di buscarle da un «gatto gattaccio». Non le dice insomma bene, la caccia: meglio accontentarsi della carne tritata che l'aspetta nella ciotola e non sbandierarlo ai quattro venti che nel petto le batte un cuore di leonessa. Il più «noir» è Crimini e Detective (De Agostini, pp. 64, L. 29.500) di Brian Lane. In doppie pagine tematiche e in un accattivante ping-pong di testo e immagini ci sono tutte le tessere del «puzzle del brivido», dal delitto in senso lato all'identificazione dei criminali. Si va per strumenti e agenzie investigative, per cacciatori di taglie, rapi¬ ne e frodi che hanno fatto epoca, dai falsi naufragi alle vendite di monumenti, protagonisti Dillinger e altri celebri nemici pubblici Numero 1. Il più artistico è Oscar Pittore (El, L. 18.000) dei creativi Delafosse e Krawczyk. Le tele dell'intraprendente porcellino Oscar non saranno magari da Louvre, tuttavia tra paginespecchio, finestre a sorpresa, pagine trasparenti e personaggi da scoprire la giocolettura è di sicuro avvincente. Altri titoli in collana: Il lupo miao, Pinguini nei guai e II pianeta grigio. Il più marino è Squali (Mondadori, pp. 130, L. 14.000), dove Joyce Pope ha raccolto le carte d'identità dei «predoni del mare» con la lente puntata su dentature, code e pinne, storie e record, e «incontri ravvicinati» con l'uomo. Nella stessa collana: Castelli, Record e Scheletri. Ferdinando Albertazzi Sentimentalismo con orsetti e gattini ma non sono scomparsi brividi in allegria, tra un distretto di Me Barn, un castello acchiappafantasmi e un Enrico fili ammazzamogli