SE BUSI E' IL BAMBINELLO TAMARO E' LA MADONNA di Franco Lucentini

SE BUSI E' IL BAMBINELLO TAMARO E' LA MADONNA Parliamone SE BUSI E' IL BAMBINELLO TAMARO E' LA MADONNA «r|N presepio di scrittori? Cioè ideato, messo su, da i scrittori?». «No, con gli II I scrittori dentro il presex. Ipio, come personaggi del presepio». «In carne e ossa? Un presepio vivente di scrittori?». «Non esageriamo, sarebbe piuttosto un presepio di scrittori viventi». «Ma sono cose delicatissime, quella gente è ultra suscettibile, permalosa al di là di ogni ragionevole dubbio. Tanto per dire, chi sarebbe contento da essere piazzato lì come pecora, in un gregge di altre pecore? O come tacchino?». «Lo so, lo so, e poi c'è il tormento anche peggiore delle esclusioni, chi c'è e chi non c'è, perché a me non mi hanno messo magari come sentierino di sabbia?». «Ma è solo un presepio, mica una storia della letteratura italiana contemporanea!». «Tu non li conosci». «Li conosco benissimo, e non ce n'è uno che non vorrebbe essere Gesù Bambino». «Busi». «Come!». «Gesù Bambino non può essere che Busi, nudo e ricciuto. La parte è sua». «Ma dirà cose provocatorie, sacrileghe!». «Non può, è appena nato e non parla». «Va be', ma allora per la Madonna esigo la Tamaro che se lo contempla estasiata». «Venduta. E Giuseppe?». «Rigoni Stern». «No, Rigoni Stern se ne sta lassù tra le rocce di cartapesta innevate a guardare il cielo pieno di stelle. Pontiggia». «Perché si chiama Giuseppe già di suo?». «No, ma è stato il padre putativo di tanti, anzi come editor sarebbe quasi quasi lo Spirito Santo». «Io vedrei benissimo Ceronetti viandante su quel ponticello di sughero con la sua vecchia bisaccia piena di carote ecologiche». «E io vedrei Arbasino come lavandaia, inginocchiato lungo il fiume di stagnola. Nessuno lava i nostri panni sporchi meglio di lui, in pubblico». «La matrona romana che passa in lettiga è Lalla Romano, nessun dubbio». «Ma guarda sdegnosamente la donna che dalla soglia di casa sta dando il becchime ai polli». «Maria Corti. E chi è l'arrotino secondo te?». «Zanzotto, che affila perpetuamente le sue lucide parole. Mentre il seminatore è Orengo, instancabile spartitore di recensioni, notizie e laute classifiche». «E lo spazzino che spinge quel mucchio di pattume con la scopa?». «Se noti, lo spinge verso la stalla, vorrebbe ricoprire tutto con quel suo trashn. «Lasciamolo lare, pensiamo piuttosto ai re Magi cammellati». «Io dico: Citati, Calasso e Zolla, splendidi nei loro mistici manti orientali». «Ma è una lunga carovana, io distinguo, dopo i cammelli, un generoso portatore che si è preso sulle spalle un giovinetto con problemi al ginocchio». «Non è Del Piero, è Baricco. E chi lo soccorre è De Crescenzo, gran cuore napoletano». «Manca la cometa». «Facile. La parte è di Eco, guida stellare per tutti noi». «Manca l'Angelo. Mancano i pastori». «L'Angelo è Dario Fo, ovviamente, con tromba di purissimo oro svedese. E quel pastore sconsolato accanto al falò, l'unico che non si alza nemmeno, è Luzi». «E per noi due non c'è niente?». «E come no? L'asino e il bue, fatti apposta per espandere un po' di calore nel gelido ambiente, ti pare?». «D'accordo, mangiamoci un po' di questa ottima paglia». Carlo Frutterò Franco Lucentini