Tomba la Bomba finisce sul podio

Tomba la Bomba finisce sul podio Il campione bolognese si piazza terzo nella gara d'addio al Sestriere Tomba la Bomba finisce sul podio E Stenmark gli telefona: ripensaci, non smettere SESTRBERE DAL NOSTRO INVIATO Lacrime mescolate ai fiocchi di neve, in mezzo alla nebbia. E' stata una festa, l'addio di Alberto Tomba allo sci agonistico ieri sera sul Colle, ma anche un momento triste, per tutti. Lascia un campione inimitabile, un atleta che non solo ha segnato un'epoca, un decennio intero, ma anche un ragazzo che pure con i suoi mille difetti, con le sue intemperanze, suscitando grandi amori e anche odii profondi, è stato sempre se stesso, un emiliano dal sangue bollente. Tomba la Bomba, un personaggio italiano con caratura planetaria, conosciuto in Cina come in Messico, in Angola come in Australia, l'ambasciatore ideale dello sport moderno, mediatico, il comunicatore delle masse, l'idolo delle folle ed anche dei suoi rivali, che lo hanno combattuto ma più di una volta hanno cercato inutilmente di imitarlo. E' finita sulle nevi che hanno visto tante battaglie e alcuni dei più bei successi di Alberto, con un duello d'altri tempi. Lo slalom del Centenario-Trofeo Fila è andato a un vecchio amico-rivale di Tomba, quel Pauli Accola che nel nel 1991-92 strappò la Coppa del Mondo assoluta all'azzurro. E, per un ideale passaggio di consegne sul podio sotto lo svizzero e davanti al bolognese, è finito Patrick Holzer, il migliore dei gigantisti italiani del momento. Lontani i giovani Girardi (nono) e Rocca (undicesimo), ma per loro tutte le strade sono ancora aperte. Il festeggiato, autore del miglior tempo assoluto di manche sulla pista intitolata a Giovanni Alberto Agnelli, la sua prima, disputata senza visibilità in 25"90, ha chiuso la carriera agonistica con mi terzo posto, applauditissimo e inneggiato dalla folla salita quassù, una decina di migliaia di persone, per assistere a un evento in ogni caso storico. «Lo avevo detto all'estrazione dei pettorali - ha sentenziato Tomba - che sarei arrivato terzo». Una delle sue frasi scaricatensione, ma è chiaro che avrebbe preferito vincere, anche se ha perso solo per 12 centesimi di secondo. Ma dietro si è messo gente come Von Gruenigen, Kosir, il bravo Bormolini, l'austriaco Salzgeber, i norvegesi Stiansen e Buraas. Gente allenatissima che ieri sentiva il clima di sfida e anche l'attrazione fatale del monte-premi di quasi 150 milioni di lire, portato in Svizzera per la sua fetta maggiore (40) dal veterano Accola il cui volto, anche sorridente, sembra sempre di più a quello della famosa vecchiàia che compare sulle più note lattine di cacao. L'ultima giornata di Tomba atleta, con la tuta attillata da gigantista e il casco dorato, è vissuta sulla preparazione per la gara, ma anche sui saluti, gli auguri. Alberto ha ricevuto centinaia di messaggi da tutto il mondo. E anche direttamente dai suoi tifosi più accesi e fedeli che si sono fatti fotografare nel parterre accanto al loro campione. Anche Deborah Compagnoni, via video, ha voluto partecipare alla «cerimonia». «Il nostro - ha detto la valtellinese - è stato un rapporto strano. Siamo amici ma soprattutto ci hanno accumunato le vittorie. Sovente abbiamo vinto nello stesso giorno. Da giovane lo vedevo sciare e devo riconoscere che il suo gesto atletico mi ha stimolata, così come mi aveva colpito il fatto che Alberto avesse una squadra tutta sua. Credo che un personaggio e un fuoriclasse come lui abbia ispirato molti giovani e li ispiri ancora oggi. Mi sembra che persino il supercampions di questi ultimi due anni, Hermann Maier lo abbia fatto. Ciao Alberto, ora gli auguri sono per la tua vita futura. Quello che ci lasci è un tesoro da conservare per tutti». In serata, dalla Svezia, è arrivata una telefonata per il bolognese. All'apparecchio il più grande sciatore di tutti i tempi, Ingemar Stenmark. «Ho visto la gara in tv - ha detto ad Alberto -, Se fossi in te non smetterei. Se vai così forte in gigante dopo un lungo periodo di inattività, figuriamoci in slalom. La tua tecnica è ancora la migliore». Tomba ha riflettuto, poi ha risposto: «No, è finita, ormai ho deciso. Grazie però è stato il tuo il complimento più bello». E si è incamminato per la cena di gala organizzata in suo onore ai Principi dalla Fila. Dietro ha lasciato le sue 50 vittorie in Coppa, le medagli d'oro, d'argento e di bronzo olimpiche e mondiali e una enorme nostalgia. Cristiano Chiavegato L'ultimo gigante è stato vinto da Accola davanti a Holzer: per Alberto tanti applausi Tomba (a sinistra) e Rocca: il passato e la speranza dello sci azzurro

Luoghi citati: Angola, Australia, Cina, Messico, Svezia, Svizzera