GUARIRE dal ridere

GUARIRE dal ridereIn America è un successo «Patch Adams», il film stroncato dalla critica ha incassato in tre giorni 42 miliardi GUARIRE dal ridere LOS ANGELES. E l'America ride, ride per un film che ripercorre le gesta di un medico che cura i suoi pazienti con... le risate. «Patch Adams» - è questo il nome del film - racconta appunto la storia vera di Hunter Adams, detto Patch, un dottore che sin dagli anni dell'università rimase colpito dalla mancanza di intimità e di contatto diretto con i pazienti da parte dei membri della sua futura professione. Con scandalo e sorpresa dell'estabilishement medico, il dottor Adams decise dunque che nella sua valigetta di pelle ci sarebbe stato posto per gb strumenti tradizionali di ogni buon medico ma anche per un naso da clown. Uscito negli Stati Uniti appena un paio di giorni fa, «Patch Adams» è stato demohto dai critici. Troppo sentimento, hanno scritto. Ma come i pazienti del controverso medico, il pubblico ha risposto diversamente: con 42 miliardi di lire incassati nei primi tre giorni di programmazione, il film è uscito dall'affollato botteghino natalizio davanti a tutti. E adesso, oltre a ridere P6 AA'T fa, ici. e i ha ire ionaere per le imprese mediche di Robin Williams, l'America scopre che la terapia del riso occupa un posto controverso ma legittimo nel repertorio della medicina moderna. Al Gesundheit Institute, il centro medico aperto da Patch Adams nelle montagne della Virginia, dottori e infermieri travestiti da clown aiutano anche i malati terminali nei loro ultimi giorni. ELL'arco di venti e più anni di carriera Robin Williams ha imparato una cosa o due sugli effetti terapeutici di una buona risata. Quando la Universal ha deciso di raccontare in immagini la storia del dottor Hunter Adams, Patch per gli amici e per i pazienti, la scelta del protagonista è stata quasi obbligata: Robin Williams. Lei ha incontrato più volte il dottor Adams. Ce lo descrive? «E' molto alto, sul metro e 90. Un tipo estremamente curioso, sempre interessato ad un contatto profondo con la gente che incontra. Patch è stalo colpito da una forte crisi di depressione e quando era più giovane è stato internato in un ospedale psichiatrico. Capisce dunque dal di dentro l'esperienza della malattia. E ho visto con i miei occhi che la sua teoria secondo cui oltre a farmaci e tecnologia ci vuole anche il contatto umano funziona. In più occasioni siamo andati assieme a visitare dei bambini colpiti dalla sindrome di Down in un ospedale di San Francisco. Li visitavamo e dopo pochi minuti i bambini si illuminavano ed erano di buon umore. E così, senza che loro se ne accorgessero, Patch conduceva i suoi esami neurologici. Un'esperienza straordinaria». Un tipo di approccio che aiuta anche chi lo pratica... «Sono 12 anni che vado a trovare bambini malati in ospedale. E quando i bambini ridono ha un effetto contagioso, la loro reazione ti dà un immediato senso delle cose, ti fa sentire che li hai toccati per davvero. L'ho visto anche con il mio amico Christopher Reeve, l'effetto di due risate quando era ancora sotto il respiratore. E il tutto costa molto meno del Prozac. Dall'altra parte, ci sono dei casi in cui non funziona, in cui i bambini sotto chemioterapia ti guardano e ti dicono basta, ti chiedono di andartene. E allora fa davvero paura». Questa è la quarta volta in cui recita la parte di un medico. Ha mai pensato che questa avrebbe potuto essere la sua professione alternativa? «Un paio di sere fa ho fatto imo show e una signora mi ha avvicinato dicendomi che se decidessi mai di insegnare lei sarebbe diventata una mia allieva. Per carità, non voglio discepoli. E io dottore? Ho il terrore del sangue. Sì, mi sarebbe piaciuto essere un neurologo, come Oliver Sacks. Ma più di tutto mi sarebbe piaciuto essere un pianista. Ho l'invidia del piano, sindrome difficile da spiegare». «Patch Adams» esce nel mezzo di un dibattito in America e nel resto del mondo su una medicina ormai sempre più tecnologica e sempre meno umana. «Spero possiamo dare il nostro piccolo contributo a questo dibattito, a come ha scoperto Hillary Clinton quando ha provato a riformare il sistema sanitario, ci troviamo contro un muro quasi impenetrabile. I dottori hanno otto minuti per paziente, chi arriva in sala di emergenza deve prima riempire le carte e dimostrare che ha l'assicurazione. Speriamo che le cose cambino, che la medicina riscopra il suo volto umano». Ha visto il film di Benigni? «Sì e l'ho trovato straordinario, un film molto coraggioso e che in qualche modo si ricollega appunto a quanto dicevo prima, a come lo humor ci aiuta a sopravvivere alle Due immagini di esperienze più tragiche ed oscure. Credo che il senso di colpa per non essere stati lì faccia dire da alcune persone che non si può ridere sull'Olocausto, ma ho parlato con molti sopravvissuti che mi hanno raccontato come proprio lo humor li ha aiutati a sopravvivere, a restare svegli, a mantenere la luce nella loro anima. Il film di Roberto è una favola, ma il ruolo giocato dallo humor è molto realistico». Tornando a «Patch Adams», il film chiude con una bella «zoomata» sul suo didietro nudo. E' il suo oppure ha usato una con¬ trofigura? «Sono proprio io e non ho usato neanche un rasoio per portare via tutti quei pelacci. Non ci sarebbe stato un ammontare di denaro sufficiente per pagare una truccatrice. In realtà, non c'è neanche in commercio un rasoio abbastanza potente. E' proprio il mio sedere. E la soddisfazione più grande l'ho avuta l'altra sera quando ero ad una proiezione si è avvicinato uno spettatore che mi ha detto: bel film, ma la cosa migliore era il tuo sedere». Lorenzo Soria E' la vera storia di un medico che ha nella valigetta un naso da clown PATCH 4T1ÀÌVT* 6 A » te fi» OS A T & »' E » TORI A'T THKATKK* 25TH Due immagini di Robin Williams, in alto l'attore nella locandina del film

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