Il 9 settembre dei computer

Il 9 settembre dei computer Non c'è solo il «virus del Duemila» a creare allarme per l'informatica Il 9 settembre dei computer Un altro «baco» all'orizzonte U NO spettro si aggira per l'Italia, lo spettro del «baco del Duemila». Ma non solo quello del fatidico 1° gennaio. Il blocco dei computer di fronte alle date del nuovo millennio potrebbe verificarsi in più momenti. Guai alle imprese che puntassero gli occhi soltanto su quel Capodanno: rischiano di essere aggredite alle spalle con tre mesi di anticipo dall'insidioso «bug» 9999, perché fino agli Anni 80 «la data 9 settembre 1999 veniva usata da molti programmatori come limite del "run" dell'applicazione», cioè dell'operatività di un programma. L'allarme, che vale soprattutto per certe vecchie (e dunque tanto più preziose) banche dati, viene da una fonte autorevole come Ibm, nei cui stabilimenti italiani sta rimettendo ordine Marco Rigoni, responsabile della qualità e del reingeneering. E il pericolo, dice l'ingegnere, tornerà il 29 febbraio 2000 perché «in base ai vecchi programmi i computer potrebbero non sapere che esistono anni bisestili anche nel XXI secolo» (per di più il 2000 è un bisestile-trappola: come anno secolare non dovrebbe esserlo, ma torna a esserlo in quanto divisibile per 400...). Come si presenta l'Italia dell'industria all'appuntamento con tutti questi tilt? Un po' schizofrenica. Contattate singolarmente, le imprese si dicono sicure di doppiare la boa (le boe) senza danni, grazie a programmi interni di conversione avviati per tempo e sostenuti da adeguati investimenti. Le aziende, però, tendono a non fidarsi troppo di quel che hanno fatto nello stesso campo le società fornitrici e vivono nell'assillo di reintrodurre nei loro stabilimenti, con incauti acquisti, i mostriciattoli «bug» da cui si stanno disinfestando con tanta fatica. Lo può testimoniare Luigi Pagani, responsabile dei sistemi informativi del gruppo Olivetti che con le cose che vende (telefoni, macchine per ufficio) potrebbe rappresentare, in teoria, un veicolo di ir^zipne. «E' impazzita la catena delle comunicazioni - rileva -. I clienti chiedono dichiarazioni di compatibilità e ognuno le chiede a sua volta atTSBBBfbrnitori. E' una rincorsa fra aziende che non ha molto senso, perché in parecchi settori non ci sono standard per definire che cosa sia compatibile e che cosa no». Quanto a Olivetti, Pagani gode della tranquillità che viene dalle carte in regola: «Completeremo a inizio anno un programma che ci è costato decine di miliardi. Difficile dire con più precisione quanto, perché gli investimenti per "bug 2000" si mescolano inestricabilmente a quelli per avviare la telefonia mobile e fissa (Omnitel e Infostrada), partite con strumenti già compatibili». Di conseguenza i telefoni venduti dal gruppo, giura l'ing. Pagani, non avrebbero rischiato il tilt nanche in assenza di programmi ad hoc per evitarlo. Ma per molte imprese il «baco» ha rappresentato non solo un problema ma anche un'opportunità, perché le ha obbligate a ripensare l'infrastruttura informativa e quella produttiva, chiedendosi se fossero adeguate non solo alla data, ma anche al business del 2000. L'occasione è stata colta al volo dalla Fiat. Per la conversione il gruppo prevede 192 miliardi d'investimento, che Paolo Pavone, vicepresidente responsabile delle politiche industriali, stima lieviteranno a 250. Però non si tratta di una spesa e basta, sottolinea, perché da bug 2000 si è tratto spunto per «ridisegnare tutto il sistema informativo di Fiat Ferrovie, Aviazione, Engeneering e Comau e delle società Gesco e Sagi che curano l'amministrazione del gruppo a livello globale». Il problema Duemila ha anche indotto Fiat a fare «per la prima volta in cent'anni» un censimento complessivo dei suoi impianti nel mon¬ do; quanto ai programmi, per dare un'idea di quanto si è scoperto, l'ing. Pavone nota che «ancora a marzo ritenevamo di utilizzarne in tutto 230 mila, mentre a giugno siamo saliti a quota 406 mila!». Nonostante la mole enorme del lavoro (ci sono anche da testare 4000 fornitori), il gruppo ritiene di essere pronto per la prossima primavera. E' necessario un po' di anticipo, spiega Pavone, perché dopo aver verificato che i sistemi funzionano singolarmente «è necessario effettuare lunghi test integrati di intere applicazioni con gli utenti, per avere la certezza che non si verifichino incompatibilità fra sistemi». Per l'Eni, secondo gigante italiano, l'entità dell'investimento si avvicina a quella Fiat. Ciò si spiega anche col fatto che l'industria petrolifera è da sempre la più informatizzata che ci sia, perché tutta la rete si controlla con il computer. «Si lavora contro bug dal dicembre del '96 - spiega una fonte dell'azienda - con un budget di 120 miliardi». Alla Pirelli, invece, che sia stato frutto di preveggenza o di fortuna, «abbiamo iniziato un progetto di rifondazione dei sistemi nel 1994, per adattarci alla globalizzazione - spiega l'ing. Arrigo Andreoni - e così ci troviamo con l'80% dei sistemi informativi già a prova di bug. Adeguare il restante 20% ci costerà 11 miliardi Un'altra decina di miliardi sarà investita negli stabilimenti per aggiornare i microprocessori delle macchine a controllo numerico». Che cosa sarebbe successo, per assurdo, in assenza di interventi? Ad Andreoni risulta che gli esperti siano divisi: «Qualcuno pronosticava un blocco definitivo, altri un semplice stop, come quello di una macchina il cui motore si spegne ma poi riparte. Quanto a noi, non staremo certo a guardare quello che succede». Anche industrie medie come Merloni sono ben avvertite del problema. L'ing. Giuseppe Pepe fa così il punto dell'adeguamento dei sistemi informativi di cui è responsabile: «Abbiamo speso 5 miliardi per rinnovare il software delle applicazioni di business (fatturazione, ricezione ordini ecc.) mentre sulle macchine negli stabilimenti abbiamo cominciato le verifiche da poco. Abbiamo inoltre approntato dei "contingency pian" (piani di emergenza) nel caso, non impossi" qualcosa non funàióiii::scorte di pia itivi eccetera»., Un'indicazione e anche per tutte le altre imprese. Luigi Grassia (3. Fine) LE DATI A RISCHIO BUG 1 cambio millennio passaggio anno bisestile 2000 anno non bisestile 2001 r^lWB bisèsti LE joIdT''"''''"'''™ data speciale da da da da da da 9/9/1999 31/12/1999 31/12/2000 28/2/2000 29/2/2000 2Ì1/2Ò01 28/2/2004 29/2/2004 1/1/2000 I 1/1/2001 29/2/2000 1/3/2000 J 1/3/2001 29/2/2004 1/3/2004 li-

Persone citate: Andreoni, Arrigo Andreoni, Giuseppe Pepe, Luigi Grassia, Marco Rigoni, Merloni, Paolo Pavone, Sagi

Luoghi citati: Italia, Pavone