Il mio cenone con i giovani di Taizè di Edoardo Raspelli

Il mio cenone con i giovani di Taizè Il mio cenone con i giovani di Taizè Ultimo dell'anno «europeo» a casa Raspelli CURIOSITÀ' GOURMET E FEDE CMILANO LARA, ma sei impazzita? Ma dove li mettiamo? Ma sono estranei, come facciamo a fidarci? E se rubano? Chi ci mettiamo in casa nostra per cinque giorni?». Mia moglie ed i miei figli avevano una risposta pronta per ogni mio borghese interrogativo, che sciorinavo con tutto il mio tipico ragionare da benpensante della classe media. «Ed il nostro gatto? Se magari ci arriva uno allergico? E poi, chissà che cosa mangiano? Che co3a gli diamo da mangiare?». Non c'è stato niente da fare. Abbiamo risposto sì, abbiamo detto sì, assieme a tante altre famiglie milanesi. Centomila ragazzi a Milano e dintorni, 400 nella nostra minuscola Bresso (7 chilometri dal Duomo, 10 dalla Fiera) di cui 180 nella nostra Madonna della Misercordia. Dovevano essere uno, sono diventati due dopo pochi giorni, sono saliti a quattro nelle ultime ore, quattro ospiti sconosciuti, ignoti, che avrebbero travolto la nostra vita tranquilla: gli scatoloni del computer ammonticchiati da mesi in salone sono finiti in cantina; la consolle con le porcellane di Alain Ducasse spostata a bloccare la porta-finestra che dà sul balcone, il pesantissimo argenteo cavallo bianco scolpito infilato sotto il tavolo del vitreo lavoro di mia moglie. Così, tra i divani di pelle, abbiamo fatto spazio, come tantissime altre famiglie della diocesi; abbiamo creato quei «due metri quadrati al caldo» come diceva lo slogan, per ognuno dei nostri ospiti. Sono arrivate lunedì, alle 7 di sera, dopo 30 ore di treno, quattro ragazze polacche dai 22 ai 24 anni: Eia e Knysia arrivano da Lebork, Magda da Byt.òw, Agnieszka da Biatogard, non lontano dal Mar Baltico. Studiano tutte insieme a Szczecin, al confine con la tedesca Berlino, chi agraria, chi economia. Si sono tolte le scarpe per camminare sulla moquette rossa di casa mia. «Esiste un'Europa economica, politica: questi ragazzi stanno costruendo anche quella spirituale» ha detto il cardinale Martini. In casa mia abbiamo contribuito anche a quella gastronomica. Ci siamo seduti a tavola. Hanno bevuto un goccio di Piemonte Chardonnay 1994 Gaia & Bey. Ci abbiamo mangiato sopra un piatto di strozzapreti condito con il sugo di un'industria parmigiana famosa anche da loro; mia suocera ci ha mandato i malfatti di spinaci e ricotta. Le ragazze hanno rifiutato tonno siciliano e prosciutto di Panna meravigliosamente venato di grasso; si sono buttate sul caciocavallo ripieno di olive e ricco di peperoncino: «Assomiglia al nostro oscypck» ha detto Magda, l'unica che parla straniero, inglese. Hanno fatto scorpaccia- ta di agrumi. Stamattina, sveglia alle 6,30 anche per i raspellini che si sono dati da fare tra valanghe di latte caldo e freddo, caffè espresso casalingo, Nutella (l'adorano quasi più della trilogia «spaghetti, pizza e Pavarotti»), confettura extra di Borgo San Dalmazzo e miele di fiori di acacia alessandrino, di Monleale. A San Silvestro, dopo la veglia, mangeremo tutti insieme nella palestra di don Piero, con la Pasqualina comperata in rosticceria (ed io porterò lo spumante). L'Arrivederci lo daremo alle nostre quattro amiche a casa nostra, a mezzogiorno del 1° gennaio. Clara e mamma Renata hanno deciso il menu: qualche fettina di salmone selvaggio affumicato, culatello di Zibello, tortellini di carne in brodo, bolliti misti con mostarda di frutta senapata mantovana (ci sarà anche il musetto del maiale, «simbolo di ricchezza perché il maiale fruga tutto 1 anno» dice mia suocera), zampone e lenticchie (prevedo defezioni), formaggi di alpeggio con composta di fichi al ginepro, arance e mandarini di Sicilia. Prima di mangiare, leggeremo la Preghiera Universale di Taizé: «Per l'integrità nella vita politica, per la giustizia nella società, noi Ti preghiamo. Per chi è senza famiglia o senza casa, noi Ti preghiamo. Perché sappiamo condividere con gli altri la gioia e la pace del Vangelo, Signore, noi Ti preghiamo. Perché manteniamo aperte le porte delle nostre case e della nostra vita per essere sempre accoglienti, Signore, noi Ti preghiamo». Edoardo Raspelli Stasera la Pasqualina domani a pranzo culatello e composta di ginepro Stasera, per i ragazzi di Taizé, veglia di preghiera e poi festa in Fiera

Persone citate: Alain Ducasse, Bresso, Fede, Panna, Pavarotti, Raspelli

Luoghi citati: Berlino, Borgo San Dalmazzo, Europa, Milano, Monleale, Piemonte, Sicilia