«Un'evasione non ci farà cambiare rotta»

«Un'evasione non ci farà cambiare rotta» Ma continuano le polemiche per il terrorista fuggito: il Guardasigilli invia gli ispettori a Novara «Un'evasione non ci farà cambiare rotta» Diliberto: aboliremo l'ergastolo F TORINO. Marcello Ghiringhelli è scomparso lasciando il proprio zainetto appeso al manubrio del motorino. Se ne è andato dopo aver trascorso tre notti all'albergo «La Bussola di Novara», vicinissimo al supercarcere che l'ergastolano aveva lasciato il mattino del 24 dicembre per andare a lavorare nella discarica di Galliate, come ogni giorno. La sera scattava il permesso natalizio che Ghiringhelli ha trascorso in città, per quel poco che è trapelato daU'imbarazzato riserbo delle autorità di polizia e della casa circondariale. 11 direttore del carcere, Alberto Fragomeni, da ieri è in ferie. Il giudice di sorveglianza competente, Paolo Vascctto, continua a rimanere fuori sede (il suo rientro è stato annunciato per oggi) e il cellulare del magistrato rinvia immancabilmente alla segreteria telefonica. E le forze di polizia? Ancora ieri zainetto e motociclo erano ben visibili a pochi metri dall'ingresso dell'albergo frequentato da Gliiringhelli. Il suo ultimo domicilio conosciuto, suggerirebbero titolo e trama di un vecchio film di genere. Nell'attesa che qualcosa accada, trovano spazio e divampano le polemiche. Giustizialisti e garantisti si schierano. Le spaccature più significative si verificano nel Polo e all'interno della stessa An. Intanto il Guardasigilli ha fatto sapere di aver disposto un'ispezione al carcere di Novara per raccogliere informazioni su «un episodio molto grave» e per cui «dovranno essere valutate con rigore eventuali azioni discipli- nari». Come da copione. Il fascicolo Ghiringhelli è stato richiesto ieri mattina al collega Vascotto dal giudice Marco Viglino che sostituisce il presidente del tribunale di sorveglianza di Torino, in vacanza all'estero (Mario Vaudano ha comunque avuto ieri un «franco colloquio telefonico» con il sottosegretario Corleone). E il dossier dimostra che almeno sul piano formale i benefici accordati all'ergastolano erano legittimi: con i pareri favorevoli di questura, comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico e prefetto di Novara, il 19 dicembre 1997 venne accordato il primo permesso premio a Ghiringhelli. Erano trascorsi 15 anni dal suo arresto. La legge Gozzini, ne prevede 10 per far von concesse nello stesso periodo al detenuto 498 giorni di sconto sulla pena teoricamente a vita per un ergastolano. «Abbandonati gli atteggiamenti conflittuali dei primi anni di detenzione, Ghiringhelli continua ad osservare in carcere una condotta irreprensibile». L'ammissione dell'ex brigatista al lavoro esterno venne di conseguenza e fu decisa il 27 gennaio scorso. A offrirgli lavoro come custode di una discarica di Galliate è stata una cooperativa, la V.O.C. Ambiente di Verbania, della stessa area sociale che ha aiutato il detenuto ad alloggiare, per i permessi premio, presso l'albergo di Novara, di proprietà della curia. Le carte sono a posto, ma le rela¬ vi zioni di polizia e della stessa direzione del carcere sull'assenza di contatti fra Ghirighelli e la criminalità organizzata ed eversiva sono state puntuali? Il dubbio oggi cresce in alternativa all'altra ipotesi: che solo e con poco denaro a disposizione Ghirighelli abbia tentato una fuga disperata. Attuata, fra l'altro, l'ultimo giorno di permesso. Lo scontro si riaccende sulle dichiarazioni di Diliberto: «La politica del ministero sul carcere procederà senza alcuna esitazione. Dall'abolizione dell'ergastolo, all'applicazione coerente della legge Gozzini. Ma' proprio per consentire il dispiegarsi di tale politica riformatrice, è indispensabile porre mano con il massimo rigore al tema della certezza dell'esecuzione della pena per garantire la sicurezza dei cittadini». Gasparri (An) ha subito commentato: «Il ministro di Grazia e Giustizia è un vero pericolo per l'ordine pubblico e c'è da augurarsi che evada dal governo liberandoci da una presenza inadeguata». Botta e risposta fra Mantovano e Pecorella, responsabili per i problemi della giustizia di An e Forza Italia, in disaccordo sulla riforma della Gozzini e sull'abolizione dell'ergastolo. E mentre il dibattito prosegue a colpi di comunicati, il giudice dell'inchiesta su Ustica, Rosario Priore, manda a dire che «con questa giustizia non si sta tra i Paesi civili né tantomeno si può pretendere di entrare in Europa». Alberto Gaino Dai fascicoli risulta che i benefìci concessi al Br erano legittimi e autorizzati da tutti scattare la possibilità del beneficio quando a richiederlo sia un ergastolano. Con Ghiringhelli si sarebbe stati inizialmente più severi e il motivo è rintracciabile nella motivazione del provvedimento di liberazione anticipata con cui il giudice Giuba Pra-